Lettere Meridiane ha superato il suo primo milione di viste, come si vede dallo screenshot sulla sinistra, che mostra una istantanea dello schermo catturata nel primo pomeriggio di oggi, domenica 10 luglio 2016.
Il traguardo delle 500.000 letture (per vista si intende, appunto, il singolo articolo letto) era stato raggiunto e doppiato alle fine del mese di luglio dello scorso anno. Ciò significa che in poco meno di un anno, il blog ha totalizzato un numero di letture superiore a quello che aveva conseguito nei quattro anni precedenti.
C’è stata una crescita esponenziale, il cui merito va, prima di tutto, ad amici e lettori che si stanno sempre più affezionato al blog e ai suoi prodotti social, come la pagina e il gruppo facebook. Grazie davvero.
Un altro affettuoso ringraziamento va agli autori, termine nel quale ricomprendo non soltanto amici e colleghi come Maurizio De Tullio, Giovanni Cataleta, Antonio del Vecchio, Bruno Caravella, Franco Antonucci, Salvatore Castrignano, Tommaso Palermo, Nico Baratta, Girolamo Arciuolo, che con il loro contributo arricchiscono ed impreziosiscono le lettere meridiane, ma anche tutti quanti intervengono nelle discussioni, con i loro commenti e le loro critiche.
Grazie a loro, Lettere Meridiane sta diventando qualcosa di diverso da ciò che era all’inizio. Non più soltanto l’hobby di un giornalista ormai di una certa età, persuaso che raccontare un territorio, una comunità, metterli di fronte allo specchio, sia il primo modo per cercare di affrontare i problemi.
Grazie alla passione degli autori e dei lettori , Lettere Meridiane sta diventando una sorta di racconto collettivo, che basta da solo a smentire lo stereotipo che vorrebbe i foggiani apatici, disinteressati e intorpiditi. A Foggia una coscienza civica esiste. L’informazione e la comunicazione dovrebbero servire a darle voce. Lettere Meridiane si sforza di farlo.
Un ringraziamento affettuoso anche agli amministratori dei gruppi che ospitano quotidianamente i link ai post di Lettere Meridiane. A volte temo di abusare della loro pazienza: in realtà il successo di Lettere Meridiane è dovuto in buona parte proprio alla capillare diffusione dei contenuti nei gruppi social.
Infine, saluto e ringrazio i nuovi amici e lettori, tifosi del Foggia, approdati a Lettere Meridiane dopo che il blog ha aperto i suoi post anche alla narrazione delle vicende calcistiche. Devo questa scelta ad una brillante intuizione di Giovanni Cataleta, che assieme a Biagio Porricelli ed Antonio Basta, mi hanno convinto che il Foggia è un pezzo così importante della identità e della cultura (sì avete letto bene, della cultura) cittadina, che non può restare esclusiva materia delle pagine sportive dei giornali o dei siti specializzati.
La risposta di amici e lettori rossoneri è stata calda ed entusiasta ed ha non poco contribuito alla crescita di Lettere Meridiane.
E adesso? Adesso non so. Vi confesso che l’exploit degli ultimi mesi ha complicato non poco l’attività redazionale che sta diventando sempre più faticosa. Non ci sono trucchi né effetti speciali dietro i numeri del blog, ma solo olio di gomito, tenacia, costanza. Però il peso comincia a farsi sentire.
Allora mettiamola così. Lettere Meridiane sarà ciò che noi – autori, lettori – vorremo che diventi, e che riusciremo a far diventare.
Vi invito a commentare il post, a proporre idee, a dichiarare la vostra disponibilità a dare una mano nella “cucina” di redazione. Se saremo un certo numero potremmo vederci da qualche parte per immaginare un percorso da condividere.
Ancora grazie. Di tutto.
Geppe Inserra
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Il merito, carissimo e prezioso Geppe, è tutto tuo per aver saputo mettere in evidenza avvenimenti importanti della nostra terra, spesso secondari e sconosciuti a molti, e per averli trattati con garbo, veridicità e libertà di pensiero.
Complimenti.
Non esiste cultura fuori della storia, se per cultura si intende quel complesso di manifestazioni della vita, materiale, sociale e spirituale, di un popolo.
Manifestazioni che comprendono la conoscenza, le credenze religiose, l’arte, la morale, la legge, le tradizioni, i costumi e ogni altra abitudine e capacità acquisita dall’uomo, come membro della società.
I migliori maestri, coloro che riescono ad infondere la “cultura”, sono anche dei testimoni che con il loro esempio mostrano di condividere e praticare le idee, gli ideali, i valori che propugnano.
Caro Geppe ho estrapolato da un discorso del Presidente del Senato Grasso queste parole che, nella mia piena condivisione, sembrano forgiate per te.
Complimenti!!!!!
M. Di Taranto