La Grande Capitanata è possibile, anzi necessaria (di Franco Antonucci)

Di  seguito, la seconda ed ultima parte dell’articolo saggio di Franco Eustacchio Antonucci, sulla necessità di una nuova idea di sviluppo per la Capitanata. che l’autore, esperto di pianificazione territoriale, per molti anni dirigente tecnico del Consorzio Asi, e animatore della rete Spac Capitanata, individua appunto in un modello di rete.
La prima parte è stata pubblicata sabato 2 luglio scorso, con il titolo Politica in bilico, per una Capitanata in bilico. Potete leggerla cliccando sul collegamento oppure qui.

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Nel caso del suo territorio essenzialmente agricolo, la Capitanata ha guardato alla infrastrutturazione come a qualcosa di complementare. Oggi, invece, ogni componente primaria si deve integrare molto più profondamente con gli altri aspetti dello sviluppo globalmente considerato. Altrimenti la “marginalità generica” diventa “mono-marginalità”. Una cultura assolutamente “totale”, inizialmente astratta, che solo successivamente deve costruire le reali “culture specializzate” del luogo e dell’uomo che vi vive.
Questo passaggio non è poi effettivamente avvenuto nel caso della Provincia di Foggia. Con una più debole incisività sulla troppo grande e variegata Capitanata.
Come dire : “dai Piani/Programmi generali a quelli territoriali tematici” sempre più ristretti ed ampliabili al tempo stesso. Che sanno anche invertire l’ordine degli addendi. Una specie di soffione che aspira e respira.
Il passaggio “necessario e non sufficiente” della nuova pianificazione territoriale guarda, quindi, ai “progetti di territorio”, che sono, in effetti lo strumento di mediano tra il “lungo, il medio, il breve”.
il recente PTCP della Provincia di Foggia ha districato, ma non chiarito del tutto, questo passaggio dalla generalità alla specificità territoriale interscambiabile. Una serie di quadri analitici molto precisi, e ricchi. Per questo relativamente indicativi per gli eventuali e successivi “progetti di territorio” interscalari.

Tutto questo giustifica oggi la ripresa di una “ideazione innovativa” totalizzante, alla fine per la creazione di un vero e proprio Snodo territoriale “complesso” di Capitanata (multidisciplinare e multi-soggettuale dal basso). Con l’apporto dell’esperienza di tutti, generazione matura e giovani.
Occorre avviare ogni confronto, non senza l’iniziativa del Sistema politico, che continua, invece, a guardare le eventuali evoluzioni a distanza, illudendosi di raccogliere i frutti senza fatica.
Dovrà emergere la ricchezza multi-strato della Capitanata, concretamente e completamente  valorizzata. Risorse naturali, vocazioni, Infrastrutture, città, reti, potendo sconfiggere il nemico forse di sempre. La “assenza non giustificata” (antica e nuova).
Uno “Snodo territoriale di Capitanata”, che si inserisca nello schema regionale, che sembra navigare da solo, senza la Capitanata. Quindi negli interconnessi schemi meridionali, nazionali, comunitari. In continuità ed insospettata eccellenza.
IL MASTERPLAN DEL SUD. IL MASTERPLAN DELLA PUGLIA
Evidentemente tutto qua esposto si inserisce a fagiolo nell’attuale dibattito sul “Masterplan del Sud – versione Puglia -, dove, a prescindere dalle recentissime ed apparenti aperture del Governatore della Puglia Emiliano e della Giunta regionale tenuta a Foggia, che non hanno dissolto le nubi.
In tale occasione, le sensazioni pervenute sono quelle di un solito atteggiamento di rappresentazione disorganica, sporadica, polverizzata di richieste singole, pervenute dagli intervenuti locali, da una parte, e di superiorità sorniona dall’altre.
Il Governatore Emiliano ha avuto una risposta facilissima, che è quella di un generico invito alla predisposizione di “progetti condivisi”. Un modo per guadagnare tempo sine die. Ben sapendo che è veramente difficile mettere d’accordo chi da troppo tempo e disimpegnato o in eterna competizione.
Emerge l’antico difetto foggiano che è meglio non fare nulla, per bloccare gli altri.
Ha ragione il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, quando dice di temere il “Foggia-Centrismo”, come noi, a scala esterna abbiamo paura del “Bari-centrismo” il “Salento-centrismo” (Turismo in competizione vincente con il Gargano), etc. E così fanno paura tutti gli altri reciproci “poli-centrismi” di tutti i tipi.
Al proposito occorre riconoscere che la conquista da parte della città di Foggia di una sua legittima funzione di “Capoluogo provinciale”, non può più seguire la precedente logica di “verticalità provinciale”, secondo obsolete azioni centripete, che ingolfano Foggia ed impoveriscono il restante territorio. La città di Foggia deve invece porsi all’interno di un nuovo modello territoriale sinergico, viceversa con una “figura centrifuga” a largo raggio ed induzione.
Con attivazione massima dei flussi delle dinamiche ed attività territoriali circolanti a spirale, secondo schemi unitari di moltiplicazione degli effetti.
Sorprende anche che nessuno abbia fatto notare al Governatore Emiliano che esiste un “Piano strategico della Capitanata 2020”, approvato dalla stessa Regione, che dovrebbe contenere tutte le logiche di sviluppo territoriale “con adeguamenti”.
Riconsiderando noi stessi una logica di “aggiornamento continuo” del nostro Piano strategico di qualche anno, facendolo diventare il nostro “vademecum giornaliero”, che ci “rappresenti” in ogni momento della nostra vita.
Spesso lo abbiamo considerato Come un Quadro “conformativo”  da mettere al muro come i vecchi Piani Regolatori urbanistici. Anche quelli sono cambiati, modificando il loro vestito “conformativo” in quello  dinamico “evoluzionista”.
Il Piano strategico è un processo di “evoluzione strategica” del territorio in parallelo (perfetto) alle nostre evoluzioni umane. Per tale motivo deve essere continuamente verificato ed adeguato alle esigenze emergenti.
Il Piano strategico Capitanata 2020 deve essere ripreso in mano dai suoi Comitati organizzatori e gestionali, e reso continuamente “vivo” rispetto alle nuove situazioni. Anche ri-costruendo gli Organismi di partecipazione e condivisione (non avrebbero mai dovuto fermarsi). Con velocità analoghe degli scenari reali e le nuove opzioni progettuali.
Riconsiderando la “tuttologia” del Piano strategico del tempo, che, sulla scia dei vecchio Piani e Programmi di intervento complesso, si limitavano alla ricomposizione (non selezione intelligente) di tutte le Richieste provenienti “a pioggia” da qualsiasi parte.
In questo chi si prodigava a rappresentare le molteplici situazioni emergenziali, non trovava riscontro di sensibilità nel Sistema politico che, anche in questo caso, latitava, lavandosene le mani, visto che il Piano strategico si presumeva dovesse risolvere tutto da solo.
Una efficace pianificazione strategica non è veramente tale, se non ideata e indirizzata dal Sistema politico territoriale essenziale, deputato alla gestione politica successiva (ideazione e gestione successiva)
È un sostanziale passo in aventi della politica in generale, dovendosi trasformare in “Governance strategica territoriale”, innovativa rispetto alla tradizionale politica desueta.
D’altra parte il Governatore della Puglia si è anche dimenticato di osservare che la stessa Regione Puglia è dotata di Piani regionali tematici di grande rilevanza, dove comunque la Capitanata ha i suoi ruoli, anche se sbiaditi e nessuno anche allora non si era molto attivato a favore.
Ancora. Il Piano regionale dei Trasporti prevede che il Porto di Manfredonia, anche se, allo stato, ridimensionato rispetto alle sue effettive potenzialità rispetto agli Porti pugliesi, è stato comunque riconosciuto come il “Casello regionale delle Autostrade del mare”. Di questo nulla si è visto, a meno che non si tratti di una lontana analogia con l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Eppure questa semplice e particolare configurazione portuale si aggiunge alla prossima prospettiva dell’Alta Capacità ferroviaria Napoli Bari, che fa il giro per lo Scalo Lotras di ASI Incoronata. In questo stava il senso del grande progetto ASI degli anni 2010 sulla “Interconnessione strategica Polo logistico Incoronata e Polo portuale industriale di Manfredonia”.
Questo progetto è stato inserito nel “Piano strategico Capitanata 2020”, in effetti come uno dei tanti progetti ivi presenti. Invece la sua portata era, ed è ancora di più oggi, ben maggiore, in quanto si configurava come il primo “Schema territoriale integrato” (Territorio Snodo di Capitanata ). Sia pure lontano parente del  famoso “Triangolo strategico territoriale”, discusso in uno storico Convegno di Confindustria del 2007. (Triangolo Polo Incoronata, Polo Porto Manfredonia, Polo Interporto Cerignola).    
“Puglia Corsara” non è altro che una ulteriore “aggiunta di fantasia” rispetto alla grande ipotesi di “Piattaforma strategica pugliese”. In ciò la Capitanata come “Cerniera strategica nord regionale”.
Ancora. Il Governatore Emiliano ha dimenticato che il Piano del Paesaggio pugliese ha posto la Capitanata in una posizione assolutamente rilevante. Eppure alcuni recenti progetti di valorizzazione turistica regionale si sono fermati al sud ed al centro interno della Regione, completamente dimenticando la Capitanata, come se il Gargano non esistesse più.
È assurdo che, alla fine, si debba sperare ora che alcuni finanziamenti promessi alla terra leccese ed oltre possano essere rifiutati e dirottati, come contentino postumo alla Capitanata.
Per recuperare comunque una nostra autonomia e non dare scese agli altri dobbiamo fare uno sforzo comune per individuare un definitivo “progetto di territorio” credibile ed inattaccabile.
Per cominciare a farci rispettare di più.
Basta con gli atteggiamenti interni in competizione. Chi dovrà farsi carico di tutto questo?
È anche inutile rivendicare ruoli istituzionali o associativi, senza poi dare risultati, se, nel frattempo, una “Rete di Imprese” (Rete SPAC), attraverso il suo blog progettuale “Pro Capitanata”, si propone per le elaborazione e co-pianificazione di un prodromo progettuale territoriale organico. Ostacolare tali iniziative senza proporre azioni efficaci in cambio, significa ritornare ai vecchi modelli verticali pubblici, con relativa condivisione.
Rete SPAC e “Pro Capitanata”, al proposito, pensano ad una propria partecipazione a Urbanpromo dell’autunno prossimo, dove è possibile presentare idee di “strutturazione territoriale”, congruente con gli altri Schemi a grandi Piattaforme strategiche nazionali e comunitarie.
È un modo semplice, non impegnativo, per iniziare ad occupare qualche timida precedenza, prr delineare pian piano le vere potenzialità della “Grande Capitanata”
Eustacchiofranco Antonucci. 29.06.2016

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Author: Franco Eustacchio Antonucci

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