Bari pigliatutto? No. Foggia immobile ed arretrata

Coesione e partecipazione. Frammentazione e individualismo come vincoli pesanti per il futuro. Si infervora la discussione sui temi proposti negli scorsi giorni da Lettere Meridiane e, in particolare, su quanto ha scritto l’altro giorno Gianluigi Cutillo, nella lettera meridiana, Baresi più coesi dei foggiani. Perciò Bari vince.
Particolarmente graditi e significativi, anche perché discusesprimono posizioni diametralmente opposte, quelli di Vincenzo Concilio e Maurizio Marrese.
Concilio commenta la lettera meridiana di Cutillo sulla bacheca di Populus, gruppo social di cui è animatore, scrivendo: “Gianluigi Cutillo, Geppe Inserra, è come se aveste messo il carro davanti ai buoi realizzando il paradosso per ribaltare una situazione normale nella quale dovrebbero essere i buoi a tirare il carro e non il contrario. Voglio dire che, la disgregazione sociale che è il contrario della coesione, è in gran parte frutto del colonialismo regionale baricentrico.

La sottrazione di risorse finanziarie, produce sottosviluppo, emigrazione, decrescita economica, restringimento degli spazi di crescita culturale e disgregazione sociale. La coesione che dovremmo ritrovare? In fisica, la coesione è la forza di attrazione di natura elettrostatica che si crea tra le particelle elementari di una stessa sostanza, tenendole unite e opponendosi alle eventuali forze esterne che invece tendono a separarle.
Ecco quello che ci serve è la compattezza per sbaragliare le forze occupatrici del baricentrismo (colonialismo regionale puro incentrato sull’area metropolitana di Bari) e riprendere un cammino di libertà, crescita economica, culturale e sociale e ridurre anche lo spazio di certi luoghi comuni che finiscono per diventare pseudo verità demoralizzanti.”
Sulla bacheca del blog, Marrese sostiene la tesi opposta: Bari vince perché se lo merita, Foggia perde per suo esclusivo demerito.
“Non sono d’accordo – scrive Marrese– . Bari vince per tanti motivi che non sono questi. Bari vince perché è una città che guarda avanti, investe e crea. Foggia guarda sempre indietro, vive di assistenzialismo e soprattutto ha politici da “prima Repubblica”, spende ma non investe, ha una organizzazione criminale ben radicata e poco combattuta, fa andare avanti solo “gli amici degli amici”. Basta pensare a come siamo immobili ed arretrati nel settore turistico, non valorizziamo assolutamente l’inestimabile patrimonio naturale (basti pensare allo stato di abbandono in cui versa il Parco Nazionale del Gargano), il mondo dell’agricoltura etc.etc.”
E voi, cari amici e lettori di Lettere Meridiane, che ne pensate?

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Author: Geppe Inserra

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