Il pulpito del Battistero di Pisa |
I pisani sono la popolazione più simpatica e civile d’Italia. Per qualche astrusa e mai del tutto chiarita ragione, però, nel linguaggio domestico pisano, il termine “foggiano” equivale a dire grezzo, turzo, e non si tratta di una cosa proprio carina nei confronti dei cittadini del capoluogo dauno.
Lettere Meridiane ha affrontato dettagliatamente la questione. Chi fosse interessato a saperne di più può leggere l’articolo in cui ce ne siamo occupati, cliccando qui.
Pare che alla base di questa strana usanza linguistica (che accomuna la città della Torre Pendente, con Livorno e Lucca, dove l’epiteto foggiano significa la stessa cosa) vi siano esperienze non propriamente positive tra i residenti toscani ed gruppi di foggiani emigrati da quelle parti.
Chissà dunque come la prenderanno i pisani apprendendo che Nicola Pisano, “il Giotto della scultura”, onore e vanto della città, ed autore di alcuni tra i più importanti monumenti, come il pulpito del Battistero di Piazza dei Miracoli, non era affatto pisano ma, sentite sentite, foggiano.
Non certamente, ma molto verosimilmente.
La presunta foggianità di Nicola Pisano rappresenta uno degli enigmi più intriganti della storia dell’arte medievale, ed è colpa dei foggiani e della loro corta memoria se della questione, a Foggia, si parli poco o nulla.
Chi ne ha fatto un cavallo di battaglia è l’indomabile Ciro Inicorbaf, presepista per diletto, concentrato straordinario di passione culturale, amore per l’arte e impegno civile. Vi prometto di tornare sull’argomento con un’analisi più dettagliata.
Mi limiterà in questo post a riassumere i termini dell’enigma.
Inizialmente, chi negava la toscanità di Nicola Pisano veniva preso per pazzo o quasi. Poi il rinvenimento di un documento a Siena, presso il cui Duomo Nicola realizzò un altro Pulpito, ritenuto come quello di Pisa, tra i più belli di tutta la scultura medievale, certificò senza ombra di dubbio che Nicola è figlio di Petrus de Apulia, confermando le sue origine extratoscane, e precisamente pugliesi.
Origini che oggi più nessuno mette più in dubbio (ma dappertutto se ne parla fuorché a Foggia), e la tenace azione pro veritate di Ciro Inicorbaf sembra su punto di avere successo.
La ragione è presto detta.
Se Nicola Pisano è pugliese, e come ormai si ritiene comunemente, si è formato in Puglia, non poteva che farlo a Foggia, dov’era presente la più grande scuole di scultura dell’Italia meridionale e forse d’Europa, i cui epigoni Inicorbaf elenca dettagliatamente e caparbiamente: Bartolomeo da Foggia, Nicola di Bartolomeo, Petrus Marmorario da Fogiae (ovvero il padre di Nicola Pisano…), Bernardo, Eustachio di Bernardo, Gualtiero da Foggia, Paolo da Foggia, Rogerius, Rogerio pictoris, Riccardo da Foggia, Pietro de Apulia, Giordano da Monte, Jacopo da Salpi, Marando da Monte, Salenus da Monte, Acceptus, Rogiero Apuliese.
Ripeto, tornerò sull’argomento, che ho voluto anticipare visto anche l’ormai imminente incontro tra le due città, le cui squadre di calcio si affronteranno nella finale dei play off di Lega Pro.
Non sarebbe bello seppellire la questione del foggiano-truzzo, gemellandosi oltre che calcisticamente, anche culturalmente e artisticamente. nel nome di Nicola Pisano, il Foggiano?
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