Ho sempre amato molto Rino Gattuso, nonostante la mia fede interista, e quello che ha combinato domenica a Foggia non incrinerà l’affetto che ho di lui (la stima sportiva, però, sì…).
Nel calcio le manfrine ci possono stare, soprattutto se perdere tempo e inasprire gli animi in campo hanno come posta in palio una promozione che la sua squadra ha conquistato più per demerito dell’avversaria (il Foggia) che non per propri meriti.
Sfottere i perdenti è di cattivo, anzi di pessimo gusto.
Guardatelo, perciò, nella foto durante i festeggiamenti della promozione del Pisa mentre canta: “Ma il foggiano dov’è?” partecipando al coro vagamente razzista cantato dai supporter nerazzurri (a Pisa, per chi non lo sapesse, dire foggiano a qualcuno significa definirlo grezzo, struzzo, tamarro, e se non ci credete leggete questa lettera meridiana Lo sapevate che in certi posti d’Italia dire foggiano è un insulto? )
Cornuti e mazziati, insomma. Consiglio caldamente la visione di questa immagine ai non pochi foggiani snob, che alla fine della partita, si sono affrettati a prendere le distanze, a dare addosso al Foggia e ai suoi tifosi.
Cadere nella provocazione è stato un grave errore, d’accordo. Tirare bottigliette è iun atto autolesionistico, incivile e da grezzi, struzzi, tamarri (tanto più quando a farlo sono i vip della tribuna). Ma autoflagellarsi è da stupidi. E ricalca un comportamento purtroppo particolarmente diffuso a Foggia, quella tendenza all’autocrocifissione che porta i foggiani ad essere i peggiori giudici di se stessi. Autolesionisti, in un caso e nell’altro. E poi ci chidiamo perché Foggia è agli ultimi posti delle classifiche della qualità della vita.
Se volete guardarvi il video dei festeggiamenti, lo trovate qui: https://www.facebook.com/AcPisa1909/videos/1278194042193734/
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