Il Patto per la Puglia che il presidente del consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, si appresta a sottoscrivere con il governatore regionale pugliese, Michele Emiliano, è destinato a far discutere, e parecchio. E non solo perché i conti non tornano: la spesa prevista dall’elenco di opere ed interventi messo a punto dalla Regione ammontava a circa 5 miliardi e mezzo di euro, ma le risorse assegnate alla Puglia sono di poco inferiori a 2 milioni. Per far quadrare i conti la giunta regionale ha dovuto quindi rimodulare il piano, che pare sia finalmente pronto per la firma.
Quel che desta le maggiori perplessità è però la sostanza, più che la forma e il metodo. Il ricorso allo strumento del Patto dovrebbe vincolare i contraenti, il Governo e la Regione, a modalità certe tanto nella erogazione dei finanziamenti, quanto nella realizzazione degli interventi. E fin qua nulla quaestio, anche se va ricordato che qualche anno fa ci provò anche il governo Berlusconi, attraverso una serie di accordi di programma con le regioni meridionali, ma il risultato fu poco esaltante.
Il problema è, appunto, la sostanza. Per affrontare veramente la questione del divario tra Nord e Sud si vuole ben altro che una razionalizzazione delle procedure di spesa.
E doveva essere ben altro il Masterplan per il Mezzogiorno annunciato in pompa magna del premier l’estate scorsa: doveva rappresentare un punto di svolta e di rilancio della politica meridionalistica del Governo. Svolta che, onestamente, e con tutta la buona volontà, nella bozza del Patto che va profilandosi, si vede poco o nulla.
Una buona notizia tra i diversi interventi previsti dalla bozza che circola in questi giorni però c’è, e conferma la particolare predilezione che il governatore Emiliano nutre verso la parte più debole del territorio pugliese, ovvero i Monti Dauni.
Dopo l’energico piano di interventi per la difesa del suolo messo in campo qualche settimana fa, adesso tocca alla questione più annosa e grave delle aree collinari interne della Capitanata, e cioè le strade.
Il Patto per il Sud prevede la realizzazione di un Piano per la messa in sicurezza e l’infrastrutturazione viaria interna dei Monti Dauni, con una dotazione finanziaria non trascurabile: 30 milioni di euro. L’altra buona notizia è che, diversamente da altre voci del Patto, non vi è differenza tra la spesa prevista e le risorse assegnate: nonostante la riduzione delle risorse, anche nella fase di rimodulazione, la Giunta regionale ha conferma la posta prevista inizialmente: i 30 milioni saranno così effettivamente disponibili. La notizia meno buona, è che il Piano è ancora nella fase embrionale, ovvero a livello di studio di fattibilità, e dunque occorrerà una road map severa per poter fare in modo che gli interventi previsti vengano progettati, appaltati e cantierizzati nel più breve tempo possibile.
La massa finanziaria complessiva che sarà azionata dagli interventi di difesa del suolo e di lotta al dissesto idrogeologico e dal piano per la viabilità si aggira attorno ai 78 milioni di euro.
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