Stanchi di parlare al muro, alcuni foggiani fanno parlare i muri. Da qualche giorno, sono comparsi in alcuni angoli strategici del centro storico alcuni manifestini, stampati artigianalmente, con una grafica austera,affissi al muro con nastro adesivo.
Se la forma è un po’ naif, non si può dire lo stesso della sostanza. Le foto che illustrano questa lettera meridiana sono state scattate alla piazzetta e nei pressi del Teatro Giordano. “Nelle città civili e nei centri storici – si legge nel primo – si produce solo cultura e non degrado! I nostri amministratori tutto questo lo sanno, ma sono sordi alle richieste di noi residenti e di tutte le persone civili.”
Più laconico, ma non meno efficace, il contenuto del secondo manifestino: “Basta con il degrado notturno; fino alle ore 5 del mattino c’è una legge sul degrado e la quiete pubblica. Spero che le autorità lo tengano presente.”
Una protesta sommessa e civile, che però dà il segno preciso del malessere che serpeggia nelle strade e nelle piazze del centro storico, che guadagnerebbe tanto in termini di vivibilità, se soltanto quanti lo frequentano mantenessero un comportamento più civile, decoroso e rispettoso degli altri, e prima di tutto dei residenti.
La prosa dell’ignoto (o degli ignoti) autore(i) dei due manifestini è semplice, ma mette il dito nella piaga: il centro storico dovrebbe essere un motore di cultura. Invece si limita ad essere un divertimentificio, spesso sgangherato, in cui predominano l’inciviltà e spesso purtroppo il teppismo.
Certo è singolare che nell’epoca del social network, di facebook e di twitter, si ricorra a forme di protesta e di sensibilizzazione come i tazebao di una volta. Ma è il segno che c’è un pezzo di società civile, di opinione pubblica che non si arrende al degrado, e che sogna una città culturalmente e civilmente viva.
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