L’amico Luigi Zelano mi scrive:
Siamo Amici su Fb ed ho letto la notizia dei Fondi Regionali predisposti per la Puglia e soprattutto per la prov. di Foggia e per i Monti Dauni relativi al dissesto idrogeologico. Sono un dottore commercialista e dopo 50 anni trascorsi a Foggia dove ho anche insegnato oltre a svolgere la professione di commercialista, sono rientrato nel mio paese di origine (Accadia).
Sono coordinatore della UNITRE di Accadia ed abbiamo organizzato un convegno il giorno 16 Aprile scorso sulla Storia del Territorio. Dopo il relatore, è toccato a me chiudere il convegno, registrato con un video dall’Associazione Santagatesi nel mondo che si può ancora vedere. Ebbene nel mio breve intervento dicevo proprio questo: il Territorio è ridotto allo stremo anche per l’esodo dei giovani verso terre che offrono più opportunità di lavoro (Germania-Inghilterra-Canada) soprattutto perché qui non si sfruttano le risorse messe a disposizione come i Fondi Europei e Regionali, che molte volte tornano indietro.
Allora, per lo sviluppo del territorio e un incremento di lavoro che possa frenare l’esodo dei giovani, chiedo a Lei come si possa fare per sensibilizzare le Amministrazioni per spendere questi Fondi messi a disposizione e non farli andare indietro inutilizzati? Si può creare un Comitato di Sorveglianza che stimoli le Amministrazioni? E a chi rivolgersi? Tutto questo per il bene dei giovani disoccupati giacché queste opere, se realizzate, creano posti di lavoro e frenano l’esodo.
Grazie, attendo una risposta
Luigi Zelano
L’immagine che illustra il post rappresenta la distribuzione territoriale, suddivisa per comune, della spesa (accertata al 2015) derivante da finanziamenti comunitari. I dati, tratti dal sito Opencoesione, sono parziali, in quanto si riferiscono alla massa finanziaria effettivamente monitorata fino ad oggi: 1,4 miliardi di euro, rispetto ai 2,9 miliardi di euro, che rappresentano il totale degli investimenti comunitari.
Questo non significa che la Capitanata abbia speso meno della metà dei finanziamenti disponibili, ma soltanto che le operazioni di rendicontazione sono ancora ancora in corso. Le spese andavano rigorosamente effettuate entro il 31 dicembre scorso: di quei quasi tre miliardi disponibili la Capitanata dovrebbe aver speso, stando alle stime dei tecnici, tra i 2,4 e i 2,5 miliardi.
Come li ha spesi? Bene? Male? La mappa di sopra offre una prima risposta, restituendo un attendibile indizio sulla ricaduta territoriale della spesa: più che mai a macchia di leopardo.
I comuni più scuri sono quelli che hanno maggiormente intercettato e speso i finanziamenti Ue. La mappa disegna un cuneo, che attraversa longitudinalmente la parte centro meridionale della provincia di Foggia.
A far la parte del leone è la città capoluogo: ma presentano un’ottima performance anche i comuni di Ordona, Ascoli Satriano, Candela e Rocchetta Sant’Antonio.
Con 103.429 euro, Rocchetta Sant’Antonio è anche il comune dauno e pugliese che ha registrato il più elevato finanziamento pro capite.
Risultati apprezzabili sono giunti anche da altri due comuni della Pentapoli (Manfredonia e San Severo), e da Lesina e Orsara di Puglia.
Insoddisfacente la performance restanti comuni della Pentapoli (Cerignola e Lucera). calma piatta e coloritura decisamente tendente al chiaro negli altri comuni dauni.
Il vertice della classifica pugliese dei comuni che hanno ottenuto i maggiori finanziamenti pro-capite è popolato dai comuni della provincia di Foggia. Abbiamo già detto di Rocchetta Sant’Antonio, seguono Panni (77.664 euro pro-capite), Candela (76.681 euro), Ordona (75.028 euro) e Celle di San Vito (41.573 euro).
L’amico Zelano ha quindi ragione nel richiamare le civiche amministrazioni a svolgere una funzione più incisiva in materia di sviluppo economico. Ed è parecchio stimolante l’idea del Comitato di sorveglianza per stimolare le amministrazioni a non perdere le rilevanti opportunità offerte dai fondi comunitari. L’attenzione civica e civile che traspare dalle riflessioni dell’amico Zelano è certamente un eccellente viatico.
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Indubbiamente è una riflessione indispensabile quella da fare sulla capacità del nostro territorio di impiegare adeguatamente le risorse europee. Come pure interessante ed eloquente appare il report di Opencoesione su come è distribuita per Comuni la capacità di spesa. Mi permetto di integrare le valutazioni espresse da Zelano e da Geppe con la necessità di una più analitica ricerca rispetto a come e su cosa si sono utilizzati in Capitanata i fondi europei delle 2 programmazioni ormai concluse, sia quelli diretti che indiretti. Su questo percorso di ricerca anticipo che si stanno muovendo le Associazioni Capitanata Futura e Lavoro&Welfare di Capitanata con la promozione di alcune borse di studio per laureati del territorio finalizzate allo scopo. Forse avrebbe dovuto essere una attività di indagine assolta in rete dalle Istituzioni locali. È auspicabile che almeno Provincia, Camera di Commercio ed Università sostengano l'iniziativa di ricerca.
Tornando alla capacità di spesa, credo che il nodo verta sulla qualità e sulle ricadute di quanto si realizza, nonché su chi indica e governa realmente i processi e i progetti attivati dai finanziamenti ottenuti. Talvolta il nostro territorio si limita o viene "costretto" a seguire linee di investimenti e progettualita' calate dall'alto ed in particolare dal Governo e dalle tecnostrutture della Regione Puglia. Perciò negli anni della pianificazione strategica e di Capitanata 2020 ho particolarmente sostenuto la creazione di un Organismo Intermedio costituito dall'insieme degli Enti Locali e con l'affiancamento (non gestionale ma di indirizzo e controllo dei risultati) del partenariato presente già nella Cabina di Regia, in grado di essere il nuovo soggetto stabile deputato anche dopo a progettare e governare con visione di sistema le risorse europee richieste e rese disponibili per la Capitanata. Non entro nel merito delle priorità, in verità adeguatamente presenti già nel Piano di Capitanata 2020, sicuramente da integrare in parte. Penso però che quell'Organismo Intermedio allora lasciato in sospeso per la mancata quadratura del "peso" e del ruolo da affidare alle componenti delle diverse istituzioni locali, ovvero l'Agenzia di sviluppo territoriale, sempre auspicata e mai realizzata, sia tuttora una imprescindibile necessità.
Anche io ritengo stimolante la riflessione aperta dal dott. Zelano, come altrettanto chiare, puntuali e ricche sono le osservazioni e le analisi di Geppe e Salvatore.
Come infatti già anticipato da Salvatore, le Associazioni Capitanata Futura e Lavoro&Welfare di Capitanata, si stanno muovendo, credo in maniera innovativa, sulla promozione di un percorso di indagine e studio di tali investimenti e delle loro ricadute, in un momento in cui ci approciamo ad utilizzare le risorse della nuova programmazione, MasterPlan per il Sud compreso. Lo scorso dicembre le due Associazioni sono state promotrici di una iniziativa, sul MasterPlan per il Mezzoggiorno, da cui sono emersi diversi spunti tra cui anche l'idea di un organismo locale con capacità e funzioni sopra delineate. Al di là del nome, credo un tale Organismo sia certamente uno strumento utile oltre che a monitorare la capacita e la qualità della spesa, a provare a fornire, in una visione territoriale, un elemento complessivo di trasparenza e tracciabilità degli investimenti.