Il Ghetto di Foggia approda al festival di Nuova Delhi (e sul Google Cultural Institute)

Print Friendly, PDF & Email
Grazie al Ghetto (si fa per dire, ovviamente) Foggia sbarca al Dehli Photo Festival e la foto dell’immigrato dal volto volutamente oscurato ed assente, finisce sulla galleria Art Project del Google Cultural Insitute
L’immagine, che nell’autunno del 20125 è stata esposta assieme ad una serie di altre foto scattate in quello che viene definito il “Grand Ghetto” del capoluogo dauno, nel prestigioso festival indiano, uno dei più importanti del mondo, è provocatoriamente intitolata On the Identity of a Tomato Picker “Sull’identità di un raccoglitori di pomodori”. 
Ma è proprio l’identità quella che manca: il bracciante immigrato è fotografato senza volto, in un provocatorio tentativo di rivelarne l’identità più vera e profonda.
L’autore è Dario Bosio, giovane fotografo genovese, laureato in Giornalismo e media all’Università di Firenze.
“Questa serie di fotografie è stata scattata  presso il ‘Grand ghetto‘ di Foggia, dove migliaia di immigrati africani lavorano nei campi raccogliendo pomodori in condizioni di semi-schiavitù – dice Bosio raccontando la sua esperienza foggiana -. Mentre mi trovavo lì ho iniziato a confrontarmi con quei lavoratori circa il mio diritto a scattare quelle foto Molti altri erano stati lì prima di me, mi hanno detto, ma i loro scatti e quanto ne era venuto fuori erano rimasti del tutto estranei alla immagine che le persone ritratte avevano di se stesse. “Io non sono quello che sembro , ” è stato il concetto chiave che ho sentito ripetere in queste lunghe conversazioni, mentre stavo cercando di capire perché queste persone erano così riluttanti a farsi fotografare.
Tuttavia, sono rimasto affascinato dalla vasta gamma di umanità che ho incontrato durante il mio soggiorno. Alcune di queste persone avevano messo da parte i soldi per anni, al fine di permettersi il viaggio in Italia. Nella loro idea, era un posto dove potevano trovare un lavoro ben pagato e ottenere un futuro più luminoso nella “terra promessa” dell’Europa . Queste stesse persone ora vivono in rifugi di cartone, senza acqua o elettricità, lavorando dieci ore al giorno per meno di quattro euro all’ora . Queste persone hanno dovuto perdere la loro identità e diventare raccoglitori di pomodori.”

Il progetto On the Identity of a Tomato Picker è stato anche finalista alla rassegna Lensculture Exposure: potete vederlo integralmente proprio sul sito i questa manifestazione, all’indirizzo web, https://www.lensculture.com/articles/dario-bosio-on-the-identity-of-a-tomato-picker .

Views: 5

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *