Domani saranno settantatré anni dall’inizio di quella tragica estate foggiana, che nel 1943 costò la vita a migliaia di cittadini e provocò la distruzione di buona parte della città. Il 28 maggio del 1943, per la prima volta i foggiani capirono che non sarebbero rimasti immuni dai raid aerei degli alleati, così come qualcuno aveva ritenuto, sperando nella intercessione del sindaco di New York, Fiorello La Guardia, di origine foggiane.
Quell’assolato venerdì cominciò un incubo: per la prima volta, vennero sganciate bombe vere, assieme a volantini propagandistici che preannunciarono in modo sinistro anche la valenza strategica dei bombardamenti. “Avviso! Caduta Tunisi, ecco quello che i tedeschi faranno dell’Italia: il campo di battaglia del fronte meridionale della Germania… Ora tocca all’Italia, perché morire per Hitler?”, così recitavano i volantini propagandistici che gli equipaggi dei Liberator del 367° Bomb Group lanciarono sulla città, assieme al micidiale carico di bombe.
Apparve subito chiaro che quelle micidiali incursioni non avevano soltanto lo scopo di annientare gli obiettivi strategici come l’aeroporto Gino Lisa (su cui si accanì in modo particolare il raid del 28 maggio) e la stazione ferroviaria, e di spianare la strada alla conquista di Foggia.
Lo scopo era anche quello di terrorizzare la popolazione civile.
Quel giorno, a Foggia faceva caldo. La sera al Teatro Flagella avrebbe dovuto avere inizio la stagione lirica con la rappresentazione del Rigoletto. L’allarme suonò alle 11.20 e non ci fu molto tempo per mettersi al riparo nei rifugi. L’attacco, praticamente incontrastato dai reparti della contraerea italo-tedesca, provocò seri danni all’aeroporto e allo stadio comunale.
Il bilancio fu pesante: 45 vittime civili, 11 soldati tedeschi uccisi e 61 feriti a Foggia. Morirono anche diversi prigionieri di guerra, che si trovavano in un campo nei pressi di Lucera. Le autorità del IX Corpo d’Armata che si occupavano della conta dei morti, indicarono in 300 il numero delle vittime di quella prima giornata.
Molto opportunamente, l’amministrazione comunale ha varato quest’anno un programma di iniziative per commemorare la ricorrenza, che era rimasta sempre sullo sfondo. Le vittime dei bombardamenti vengono commemorate tradizionalmente il 22 luglio, data in cui si registrarono le incursioni più violente, assieme a quella del 19 agosto che provocò il maggior numero di vittime: date coincidenti con le vacanze estive che complicano il “far memoria” soprattutto verso i giovani e la scuola, sicché l’esperimento intrapreso o da quest’anno dall’amministrazione guidata da Franco Landella, è particolarmente apprezzabile.
Come ha sottolineato il primo cittadino presentando l’iniziativa, “le giovani generazioni non sono mai state davvero coinvolte in modo massiccio nelle commemorazioni che –proprio per il fatto di non essere raccontate ai ragazzi- rischiano di trasformarsi lentamente, con la scomparsa anche dei testimoni oculari di quei giorni terribili, in una memoria vuota, asettica, priva del necessario coinvolgimento emotivo.”
Le politiche culturali della città imboccano sempre più convintamente la direzione del recupero e del consolidamento dell’identità locale. Anna Paola Giuliani, assessore alla cultura, ne è convinta: “Non dobbiamo pensare a quegli eventi che segnarono la storia di Foggia solo in occasione di date prestabilite. Occorrono iniziative ripetute e continuate, proprio mirate alla conoscenza dei ragazzi che ancora frequentano le scuole, per far conoscere meglio la storia del territorio, anche nei momenti più tristi che, però, hanno dato una spinta forte alla volontà di rinascere della comunità foggiana.”
All’appello della civica amministrazione hanno risposto entusiasticamente il mondo della scuola e della associazioni che sarà anche protagonista della serata in programma al Teatro Giordano. C’è il Comitato per il monumento alle vittime presieduto da Alberto Mangano, che presenterà un documentario, c’è ScenAperta, che presenterà la fortunata piece teatrale Coriandoli per la regia di Tonio Sereno e per l’interpretazione di Luigi Schiavone.
La serata prevede anche l’esibizione degli studenti degli Istituti Lanza e Perugini, con la rappresentazione dello spettacolo allestito dalla compagnia degli “In… Certi” del “Lanza”, guidata da Michele D’Errico, e il concerto del coro del “Lanza-Perugini”, composto da studenti e docenti degli istituti, e diretto da Giulia Panettieri.
Anche Lettere Meridiane celebrerà la ricorrenza, con due iniziative speciali. Sarà visibile da domani sabato su YouTube Foggia madre terra, il video realizzato dal Laboratorio di linguaggio cinematografico e audiovisivo L’Immagine Militante dell’Auser di Foggia, su versi di Antonio Basta e nella interpretazione di Tonio Sereno.
Domenica sarà invece la volta del video – anche questo realizzato da L’immagine militante – versione musicata e cantata della poesia di Basta, nella interpretazione di Bruno Caravella.
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Va tutto bene, tranne due cose: non fate dare più numeri al Sindaco Landella. Nell'intervista rilasciata oggi ad una TV locale ha già fatto lievitare il numero delle vittime dell'estate '43 portandole a ben 27.000, cioè ben 7.000 in più di quelle 20.000 che già rappresentano un inaudito falso storico. Nessuno era arrivato a tanto finora.
E per quanto riguarda il monumento che sarà installato fuori dalla nuova Stazione intermodale di Foggia, mai visto nulla di più banale, elementare, insignificante.
Ho visto solo le foto del plastico ma credo che l'opera non migliorerà certo una volta che l'artista l'avrà realizzata nelle misure preannunciate.
Credo che un concorso d'idee – anche solo fra gli studenti delle scuole superiori – avrebbe dato risultati di gran lunga più lusinghieri.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)
Caro Maurizio innanzitutto porta rispetto al prof. Baisci che ha un curriculum di tutto rispetto e la sua opera è assolutamente suggestiva e ha saputo tradurre in chiave contemporanea l'idea di celebrazione della memoria. Puntualmente arrivano critiche che nulla aggiungono di costruttivo ma sembrano essere rilievi di invidia da parte di chi, ormai, occupa posti marginali nella dialettica culturale della città! Non mi sembra di avere visto te, Campanaro e Inserra alla splendida manifestazione di ieri sera al Giordano o alla conferenza stampa di presentazione del monumento. Così le critiche le facevate di persona anzichè fare i leoni da tastiera. E basta, non vi segue più nessuno. Foggia non aveva un monumento che celebrasse la memoria di una, mille o ventimila vittime di quella tragica estate, entro la prossima estate l'avrà e sicuramente sarà l'opera meno imposta e più civicamente partecipata tra le tante presenti im Città. Ad maiora. Renato Imbriani
Caro Renato, solo ora leggo il tuo commento. Avevo, però, già lasciato una risposta all'amico Mangano in altra parte di LM.
Non solo scrivi idiozie che non ti fanno onore ma sputi veleno proprio contro chi – Inserra per esempio – sta dando un grande contributo per diffondere e difendere la memoria storica di Foggia e della Capitanata. E vengo nel merito:
1. siamo arrivati già al punto che se non si è d'accordo con un'opera si parla di mancare di rispetto ad un artista? Ho solo scritto che Baisci ha fatto cose egregie e questa sua opera mi sembra poco in linea con i MIEI gusti: potrò averne o devo chiedere permesso a te o al Comitato?
2. Opera suggestiva? Suggestivo significa "capace di suscitare uno stato di commossa partecipazione o di prospettare idee nuove, vaghe ma attraenti" e a me non ha suscitato nulla di tutto ciò. Cosa prevede il programma ora: olio di ricino?
3. Alla serata al 'Giordano' non c'ero perché già precedentemente impegnato altrimenti sarei venuto volentieri e della conferenza stampa non ne sapevo nulla se non dopo aver ricevuto da Salvatore il vostro comunicato.
4. Non ho mai pensato di rivestire posti di rilievo nella dialettica culturale della città perché non ne sono mai stato all'altezza. Mi sforzo di dare contributi per la crescita della memoria storica di questa città e lascio di tanto in tanto qualche intervento o commento su 'Lettere Meridiane' ma nulla più.
5. "E basta, non vi segue più nessuno": non so davvero a quale cricca tu ti riferisca. Io ho sempre ragionato con la mia testa, andando spesso controcorrente. Come nel caso del conteggio delle vittime del '43. Non ne ho mai fatto una questione di tipo contabile fine a se stessa ma un dovere della ricerca storica e una necessaria correzione ad un abuso fatto a suo tempo per "suggestionare" i primi governi del dopoguerra perché concedessero presto i tanti fondi richiesti. Che vennero concessi al rallentatore e non nelle modalità richieste…
6. Ho sempre caldeggiato, finanziandolo con 20 euro, il progetto di un Monumento per le vittime dei bombardamenti del '43 e ho dato merito all'impegno di Alberto Mangano che, dopo 70 anni, è riuscito nell'intento.
Avevo espresso solo un giudizio sull'opera di un artista che in carriera ha certamente espresso di meglio. E ho anche dato un contributo costruttivo suggerendo l'idea alternativa e più "civicamente partecipata" che si poteva lanciare per tempo (avendo avuto 70 anni a disposizione…) un concorso d'idee tra gli studenti delle scuole superiori.
Trovo invece incomprensibile il livore con cui ti scagli, questo sì tipico dei "leoni da tastiera".
Cordialmente (Maurizio De Tullio)