È un autentico boom, che sta in un certo senso riscrivendo la mappa del turismo culturale in Puglia. Nello scorso week end di Pasqua, la ricostruzione della basilica paleocristiana di Siponto è stato il luogo culturale più visitato in Puglia, facendo registrare più visitatori perfino di Castel del Monte, che è il monumento pugliese più gettonato.
“La resurrezione di Siponto miracolo turistico” è il titolo di un bell’articolo di fondo che sull’argomento ha scritto Bianca Tragni, nelle pagine della edizione nazionale della Gazzetta del Mezzogiorno.
La metafora della resurrezione è azzeccata, e non priva di suggestione: “Oggi Siponto, restaurata e aperta al culto la chiesetta di S.Maria per il resto è un luogo morto. Quest’opera strana e straordinaria la sta risuscitando.”
Bianca Tragni definisce la ricostruzione dell’antica basilica di Edoardo Tresoldi un monumento e nello stesso tempo un’opera d’arte moderna. “La sua particolarità è che la materia di cui è fatto non sono pietre e mattoni, bensì reti d’acciaio. Insomma fili di ferro che si ergono e s’intrecciano fino a costruire colonne e pilastri, capitelli e archi, cupole e capriate. Ed ecco la Basilica Paleocristiana che riemerge come un fantasma. Ma non è un fantasma evanescente, bensì perfettamente strutturato in quei pilastri, colonne, capitelli, capriate, archi, semicupole absidali, tutti a grandezza reala. È un’opera d’arte che il giovane artista Edoardo Tresoldi ha realizzato per la Soprindentenza Archeologica di Puglia.”
“La resurrezione di Siponto miracolo turistico” è il titolo di un bell’articolo di fondo che sull’argomento ha scritto Bianca Tragni, nelle pagine della edizione nazionale della Gazzetta del Mezzogiorno.
La metafora della resurrezione è azzeccata, e non priva di suggestione: “Oggi Siponto, restaurata e aperta al culto la chiesetta di S.Maria per il resto è un luogo morto. Quest’opera strana e straordinaria la sta risuscitando.”
Bianca Tragni definisce la ricostruzione dell’antica basilica di Edoardo Tresoldi un monumento e nello stesso tempo un’opera d’arte moderna. “La sua particolarità è che la materia di cui è fatto non sono pietre e mattoni, bensì reti d’acciaio. Insomma fili di ferro che si ergono e s’intrecciano fino a costruire colonne e pilastri, capitelli e archi, cupole e capriate. Ed ecco la Basilica Paleocristiana che riemerge come un fantasma. Ma non è un fantasma evanescente, bensì perfettamente strutturato in quei pilastri, colonne, capitelli, capriate, archi, semicupole absidali, tutti a grandezza reala. È un’opera d’arte che il giovane artista Edoardo Tresoldi ha realizzato per la Soprindentenza Archeologica di Puglia.”
L’opinionista del quotidiano regionale pugliese racconta le lunghe file dei visitatori che si mettono in coda per poter ammirare lo spettacolo: “si vedono file interminabili di auto e pullman parcheggiati malamente ai cigli della strada (gli archeologi non hanno pensato ai parcheggi), si vedono migliaia di persone che si aggirano nel monumento col naso all’insù e a bocca aperta.”
Se nessuno ha pensato di dotare la zona di parcheggi, è perché veramente nessuno poteva immaginare un exploit tanto clamoroso. Manfredonia può guardare al proprio futuro con maggiore ottimismo, se non verrà fatta cadere questa opportunità.
La ricostruzione della Basilica Paleocristiana è una tessera di un mosaico che, ciascuno per suo conto, la Soprintendenza e il Comune stanno componendo, con l’obiettivo di fare della città sipontina una meta culturale d’eccellenza: se è in fase di restauro il Museo nazionale del Castello Svevo, con la sua incredibile di steledaunie unica al mondo, l’offerta culturale della città sipontinas è cresciuta negli ultimi anni, con l’esposizione permanente di vasi dauni ospitata nella sede comunale di Palazzo Celestini, con la recente inaugurazione del monumento a Re Manfredi (proprio tra i castello e il mare) e con la riapertura degli Ipogei Capparelli, purtroppo fatti oggetto di atti vandalici.
L’area possiede un suo fascino profondo, ed è nota anche con il nome di Catacombe di Siponto: Lettere Meridiane ha regalato qualche tempo fa una riproduzione d’epoca delle catacombe, ad alta risoluzione. Potete leggere il post e scaricare la riporuzione cliccando qui.
Il Comune sta studiando la possibilità, in collaborazione con la famiglia, di rendere disponibili alla fruizione pubblica le opere sipontine del grande artista tedesco Wolfgang Lettl, argomento cui ho dedicato diverse lettere meridiane che potete leggere cliccando qui.
La ricostruzione della Basilica Paleocristiana è una tessera di un mosaico che, ciascuno per suo conto, la Soprintendenza e il Comune stanno componendo, con l’obiettivo di fare della città sipontina una meta culturale d’eccellenza: se è in fase di restauro il Museo nazionale del Castello Svevo, con la sua incredibile di steledaunie unica al mondo, l’offerta culturale della città sipontinas è cresciuta negli ultimi anni, con l’esposizione permanente di vasi dauni ospitata nella sede comunale di Palazzo Celestini, con la recente inaugurazione del monumento a Re Manfredi (proprio tra i castello e il mare) e con la riapertura degli Ipogei Capparelli, purtroppo fatti oggetto di atti vandalici.
L’area possiede un suo fascino profondo, ed è nota anche con il nome di Catacombe di Siponto: Lettere Meridiane ha regalato qualche tempo fa una riproduzione d’epoca delle catacombe, ad alta risoluzione. Potete leggere il post e scaricare la riporuzione cliccando qui.
Il Comune sta studiando la possibilità, in collaborazione con la famiglia, di rendere disponibili alla fruizione pubblica le opere sipontine del grande artista tedesco Wolfgang Lettl, argomento cui ho dedicato diverse lettere meridiane che potete leggere cliccando qui.
Dopo anni di lacrime e di rimpianti sul sacrificio della vocazione turistica della città, immolata sull’altare del petrolchimico, per Manfredonia si apreadesso la concreta opportunità di scrivere un capitolo nuovo del suo sviluppo.
[La foto che illustra il post è tratta da un bel filmato realizzato da Flavio Ferrari che potete vedere sulla pagina facebook di Lettere Meridiane]
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