Il Pd è la forza politica che sta vivendo nel modo più tormentato la vigilia referendaria, diviso com’è tra quelli che voteranno sì, quelli che voteranno no e quelli che a votare non ci andranno affatto, affinché il quesito referendario non ottenga il quorum.
La tavola rotonda promossa da Capitanata Futura ha consentito alle diverse anime del Pd di confrontarsi e a tutti di farsi un’opinione più approfondita su un referendum che, pur partendo da una questione piccola piccola (riguarda soltanto le concessioni per l’estrazione di petrolio e di gas già in atto, e la possibilità che vengano prorogate oltre la scadenza), nell’immaginario collettivo coinvolge scenari assai più ampi. E non a torto, vista l’assenza di una riflessione partecipata sui temi del futuro e dello saviluppo.
Bene ha fatto Capitanata Futura ad offrire alla città un’opportunità per saperne di più sull’argomento.
Introdotti e moderati da Tiziana Zappatore, gli intervenuti hanno esposto le loro ragioni: per il sì si sono pronunciate Antonella Caruso, docente e giornalista, protagonista di un’autentica lectio magistralis,sui temi referendarie e sulle trivelle, e Marialuisa d’Ippolito, vicepresidente regionale del Fai, né l’una né l’altra iscritte al Pd. Le ragioni del no sono state illustrate da Alfonso de Pellegrino, capogruppo del Pd al Comune di Foggia, e da Lorenzo Frattarolo, renziano di ferro. Il primo andrà comunque a votare (optando per il no) domenica prossima, mentre il secondo si asterrà.
Per il sì anche il consigliere regionale Pino Lonigro, mentre un no ragionato è giunto dal segretario regionale della Cisl, Giulio Colecchia, che ha sottolineato l’assenza di una vision sul tema delicatissimo delle politiche energetiche.
Il dibattito è stato sereno e pacato, caratterizzato più dalla voglia di confrontarsi e di capire, che non dal muro contro muro. È diffusa la consapevolezza che il voto referendario in Puglia, come lo si volti e come lo si giri, ha un significato in più: il duello tra il governatore Michele Emiliano, fino all’altro giorno segretario regionale del Pd, e renziano, e il premier Matteo Renzi.
Tra i diversi interventi che hanno punteggiato il dibattito, quello di Pasquale Bonnì, ha più di altri interpretato il sentimento che serpeggiava nell’affollata sala di Parco San Felice. Il preside ha lamentato come il decisionismo e il leaderismo di Renzi stiano mortificando la discussione e il confronto all’interno di un Pd che vuole invece discutere, partecipare, confrontarsi. Come ha dimostrato la bella serata proposta da Capitanata Futura.
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