C’è un rimpianto più insidioso di quello normale, convenzionale, che ti spinge a desiderare che il passato non sia passato, e ritorni ancora, soltanto per un attimo. È quella speciale nostalgia, un po’ disperata, che ti prende quando conosci una persona… ma soltanto dopo che questa persona ha percorso il sentiero della sua esistenza terrena.
Non ho conosciuto Gianni Cataleta personalmente, e ne sono profondamente rattristato.
Credo che se avessi avuto questo piacere e questo onore, Gianni, sarei rimasto semplicemente a sentirti e guardarti suonare, attonito e ammirato e commosso come adesso, che ti ho conosciuto grazie alle testimonianze di amici comuni come Bruno Caravella, Annamaria Longo e Angelo Palazzo, o di musicisti che hanno suonato con te, come Angelo Di Gioia.
Un giorno Bruno ha pubblicato sul mio profilo del social network una poesia profonda che parla della sua amicizia con Gianni, delle notti trascorse a sorseggiare vino e a parlare della vita e di tutto il resto, e soprattutto di come il jazz sia tutt’uno alla notte, in certe notti foggiane che hanno una dolcezza speciale che sembra quasi non siano notte, rischiarate da silenzi pieni di pace, e da note e pensieri densi di amicizia, che Bruno Caravella – eccellente fotografo, oltre che poeta e musico – riesce a raccontare attraverso versi ed immagini. E ho avvertito quel rimpianto di cui dicevo prima. Ne ho ricomposto i pezzi nel video che vedete qui sotto. Guardatelo, amatelo, condividetelo.
Views: 22
Bellissime le parole di Bruno Caravella, scritte col cuore e il cui battito è il ritmo stesso della musica, che s'accomoda nell'anima. Bellissime immagini che non esaltano Foggia in maniera gratuita (come spesso accade di vedere) ma che si conciliano con l'atmosfera del racconto, nato da un'amicizia forte e vera.
Il tocco vellutato e sapiente della chitarra di Gianni ha ridestato in me ricordi mai spenti di un padre eccezionale (a breve ricorderò pubblicamente l'estro e il virtuosismo di Filiberto De Tullio, a nome dei tanti che me lo hanno chiesto in questi 25 anni), una autentica colonna sonora continua, diffusa con massicce dosi di bossa nova, jazz, blues, classica, leggera internazionale. Solo chi ha mangiato "pane e musica" può capirlo, come si evince dall'afflato di Bruno Caravella.
Riascoltare Gianni Cataleta, la magia della sua chitarra incastonata fra testo, immagini e scorrere filmico (bravo Geppe!), mi ha commosso profondamente e mi è dispiaciuto molto non poter esserci stato "con lui", domenica, per motivi di salute, ma il delicato ed elegante video di Geppe Inserra e Bruno Caravella ha parzialmente lenito questa ferita.
Non rispondo sempre agli accorati appelli finali di Geppe sui video che propone, ma davvero guardatelo, amatelo e diffondetelo. Gianni Cataleta lo merita.
(Maurizio De Tullio)