Troia, quando l’identità diventa motore di crescita culturale

Docente di storia medievale, ma soprattutto intellettuale gramsciano nel senso più vero del termine, Raffale Licinio ricorda sul suo profilo facebook una pagina importante della storia culturale della Capitanata: i Grandi processi alla storia che si svolsero nella pubblica piazza di Troia (proprio sotto il celeberrimo rosone del Duomo romanico) a partire dal 1995.
La formula era semplice ma spettacolare. C’era un pubblico ministero a sostenere l’accusa, quindi un avvocato difensore. La narrazione drammaturgica era animata dall’Anonima Gr, per la regia di Dante Marmone, che garantiva anche la giusta leggerezza al tutto. Alla fine,  una giuria popolare pronunciava il verdetto. Imparai ad apprezzare le qualità teatrali di Dante, l’incredibile capacità di trascinare il pubblico di Pinuccio Sinisi, la straordinaria professionalità di Tiziana Schiavarelli. Il pubblico apprezzava e gremiva la piazza.
La direzione scientifica e culturale era curata da Licinio ma, come dire, mai ex cathedra. La manifestazione in piazza era in realtà il tassello di una strategia culturale più ampia.
L’avevamo conosciuto un paio d’anni prima Domenico La Bella, sindaco di Troia, ed io, suo assessore alla cultura, letteralmente bussando alla sua porta. Gli dicemmo semplicemente: “Veniamo da Troia, città medievale per elezione ed eccellenza. Siamo convinti che politiche culturali che non siano seriamente agganciare al rilancio dell’identità di un luogo falliscono l’obiettivo, e vogliamo puntare sulla riscoperta della nostra identità e della nostra vocazione medievale.”
Raffaele accettò la sfida. Fu amore e prima vista. Nacque un sodalizio che sarebbe durato anni e che avrebbe prodotto, oltre ai Processi alla Storia, un esperimento di assoluta originalità come la Scuola-Laboratorio  di Medievistica. Riconquistare un’identità non è una cosa semplice, perché si tratta di divulgare conoscenze, diffondere tracce, spargere semi e fermenti. La Scuola svolse questo ruolo egregiamente e noi ci provammo, con entusiasmo e con coraggio. Come osserva Raffaele nel suo post, che condivido con gioia, qualche risultato l’abbiamo ottenuto. E possiamo andarne fieri. (g.i.)

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Vent’anni fa, il secondo “processo storico” in piazza, a fianco della Cattedrale di Troia.
Con l’Anonima GR, me e Gino Bressan, recitarono giovani e meno giovani. Dopo mesi di lezioni, incontri e prove nella Scuola-Laboratorio di Medievistica che era nata nel 1995, grazie all’impegno dell’allora sindaco Mimmo La Bella e dell’assessore Geppe Inserra, e poi di tante e di tanti che sarebbe troppo lungo nominare, ma che ho sempre nel cuore, a partire dalle anziane (e giovani) sarte che confezionarono gli abiti “medievali” modellati sulla base del celebre Exultet di Troia, ma reinventati secondo le più significative tradizioni locali. Erano davvero tanti, a frequentare la Scuola-Laboratorio, fieri di partecipare alle lezioni di storia medievale, fieri di imparare.

Una partecipazione di popolo, un successo straordinario.

Alcuni dei giovani di allora scoprirono grazie a quelle esperienze (in tutto quattro “processi”, dal 1995 al 1998) la passione per il teatro. E ne hanno fatto tesoro, proseguendo nel percorso di recitazione teatrale. Tra questi, Francesco Curci, al quale dobbiamo le foto dello specimen che fu stampato nel 1996.
Quella esperienza, che ho vissuto in quegli anni con Mila e, anche sul palco, con Gino Bressan, Tiziana Schiavarelli, Dante Marmone, Pinuccio Sinisi, Vito Attolini e altri amici non solo pugliesi (ricordo ad esempio una apprezzatissima lezione di Rosa Maria Buccellato Dentici, che venne con entusiasmo dalla Sicilia) mi ha arricchito culturalmente e umanamente.
Non la dimenticherò mai.
Raffaele Licinio

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Author: Geppe Inserra

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