Sta a Foggia e in Capitanata l’aria più pura di Puglia

Attraverso il ricorso a nuovi ed innovativi metodi per la Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario dell’inquinamento atmosferico, il progetto VIAAS ha studiato la qualità dell’aria e mortalità nelle province italiane, in un arco di tempo compreso tra il 2005 e il 2020.
I dati si riferiscono alle sostanze che maggiormente contribuiscono ad avvelenare l’aria che respiriamo: in particolare, sono state definite, attraverso l’uso di modelli, le concentrazioni di particolato fine (PM2,5) e di biossido di azoto (NO2)  all’anno di riferimento 2005, al 2010 e al 2020 (con tre scenari diversi) insieme ai relativi impatti sulla salute a lungo termine. Si tratta dello studio più particolareggiato finora condotto sull’inquinamento atmissferico.
L’NO2 è il principale responsabile dell’inquinamento urbano, e il Progetto VIIAS ha studiato con particolare attenzione i microambienti in prossimità delle strade.
Il Progetto Viias ha stimato anche l’impatto dell’ozono, per fornire scenari chiari nella definizione di mortalità e morbosità. Diversamente dal PM2,5 e dall’NO2, per l’inquinamento da ozono non sono stati definiti degli scenari target perché la soglia di allarme è riferita ai massimi giornalieri. Sono state invece prese in considerazione due ulteriori macroaree: insieme a urbano e non urbano, sono state introdotte le aree “suburbano ad alta densità” e “non urbano a media densità”.
Come abbiamo già detto, l’iniziativa ha così consentito di disegnare la prima mappa dettagliata dell’impatto sanitario dell’inquinamento in Italia. Il divario che tradizionalmente contrappone Nord e Sud è confermato, ma questa volta i termini sono rovesciati. Ad essere in vantaggio è il Mezzogiorno.
Al Nord si concentra il 65% della mortalità. Biomasse e Diesel sono le principali minacce per la salute, mentre il rispetto della legge salverebbe 11.000 vite all’anno.
L’allarme è suscitato dal fatto che mentre nel 2010 si è osservata una forte diminuzione per il PM 2.5 (21.524) e l’NO2 (11.993), soprattutto per le ridotte emissioni dovute alla recessione economica, i modelli e i metodi utilizzati per disegnare gli scenari prossimi venturi hanno evidenziato che per il 2020, nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche adottate, si profila una situazione tutt’altro che migliorata rispetto a dieci anni prima (28.595 morti per PM 2.5, 10.117 per NO2).
Sono stati così previsti due scenari alternativi, sempre al 2020: il primo (2020 t1) ipotizza la completa adesione in tutta Italia ai limiti di legge previsti dalla normativa europea e nazionale, il secondo (2020 t2) prevede una riduzione uniforme del 20% delle concentrazioni di inquinanti sul territorio. 
E per la provincia di Foggia come stanno le cose? Molto bene, anzi benissimo, relativamente all’inquinamento da polveri sottili o da NO2. I dati sono preoccupanti per quanto riguarda invece l’ozono.
Nella infografica che illustra i dati, la Capitanata è sempre bianca, per quanto riguarda i parametri delle polveri sottili e del biossido d’azoto. Vediamo anche i numeri. 

Nel 2005, a fronte di un tasso di mortalità di 268 vittime per 100.000 abitanti messo in evidenza dalla provincia di Milano (che esibiva i peggiori indicatori) la Capitanata era soltanto a 11, dato migliore anche rispetto al resto della Puglia (Bat 39, Bari 46, Taranto 83, Brindisi 40, Lecce  35). 
Situazione ancora migliore nel 2010, con il tasso di mortalità che scende a 9  per la Capitanata, che perde però il primato regionale pugliese (Milano sempre maglia nera, con 208, nel resto della Puglia (Bat 9, Bari 15, Taranto 20, Brindisi 1, Lecce 1).
Le proiezione per il 2020 vedono una ulteriore contrazione per la provincia di Foggia, con i valori che scendono a 6, e permettono alla Capitanata di tornare a detenere la migliore situazione pugliese, mentre a Milano i decessi sono destinati a salire di nuovo (224).
Decisamente più critica la situazione che si profila nel resto della Puglia: Bat 23, Bari 29, Taranto 33, Brindisi 23, Lecce 20.
Se invece dei dati relativi alla mortalità, si prendono quelli che riguardano la concentrazione media annuale (la soglia critica è  25 µg/m3), abbiamo per il 2005 a fronte di 47,9 di Milano, Foggia a 10,85, Bat 15,05, Ba 15,88, Ta, 20,74, Br 14,92, Le 14,15. 
La situazione è decisamente migliorata in Puglia nel 2010. Mentre Milano si ferma al 38,6, i capoluoghi pugliesi restano abbondantemente al di sotto della soglia critica: Fg 9,9, Bat, 10,9, Ba 11,7, Ta 12,3, Br, 9.9, Le 8,9. La situazione migliora ancora nella proiezione per il 2020, con Foggia che riguadagna il primato dell’aria più pura della Puglia: Milano 40,9, Fg 9,8, Bat, 12,9, Ba 13,6, Ta 14, Br, 12.8, Le 12,3. 
Per quanto riguarda i decessi provocati da inquinamento derivante da biossido di azoto si ha più o meno la stessa situazione: questa volta però a colorarsi di bianco è tutto i territorio regionale, mentre il primato negativo viene conteso, si fa per dire, tra Roma e  Milano. Nel 2005, i dati vedevano Milano in cima alla classifica con un tasso di mortalità di 234 decessi per 100.000 abitanti. 
In Puglia, la provincia dall’aria più pura era sempre Foggia, con zero decessi. Il resto delle province pugliese marcava questi indicatori: Bat 9, Bari 13, Taranto 22, Brindisi 11, Lecce 12. 
Situazione drasticamente mutata nel 2010: Milano scende a 174 decessi, ma tutte le province pugliesi esibiscono un tasso di mortalità pari a zero. 
Più o meno tale si mantiene la situazione per il 2020, con Milano a 127, le province di Foggia, Bat e Bari a zero, Taranto 3, Brindisi 1, Lecce 1.
La situazione si conferma se si considerano i dati relativi alla concentrazione media annua, che non dev’essere superiore a 40 µg/m3. Nel 2005, la provincia più colpita era Roma, con 42, 6. La Puglia evidenziava questa situazione: Fg, 7,85; Bat 17,7, Bari 17,12, Taranto 17,98, Brindisi 12,51, Lecce 16,55.
Nel 2010, maglia nera Milano, con 49,8. I dati pugliesi: Fg, 5,4; Bat 7,8, Bari 9, Taranto 8,6, Brindisi 5.7, Lecce 7,4. Ancora migliore per la Capitanana  la situazione che si prospetta per il 2020, con Foggia al 4,4, quindi Bat 10,8, Bari 3,4, Taranto 10,7, Brindisi 8,1, Lecce 8,6.
La situazione è decisamente più critica per quanto riguarda l’ozono. Ma di questo parleremo domani.

  1. continua

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Author: Geppe Inserra

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