Raramente, o forse mai, mi era successo che tre parole in fila a formare una didascalia mi facessero venire la pelle d’oca. Accade se e quando la didascalia non è mero commento o descrizione, ma produce un significato che evoca e ti fa scoprire inaspettati scorci dell’anima, territori emotivi inesplorati e profondi.
Profezie d’artista, titola e commenta Raffaele Giampietro componendo e postando sul suo profilo faebook l’immagine che vedete qui a fianco.
Lo scatto di sopra è dell’Ansa, e mostra quanto sta accadendo in questi giorni in Grecia: profughi in cerca di salvezza, che non riescono a guardare dritto davanti loro. Colpisce il loro sguardo obliquo, di sbieco come il loro futuro. Sguardi che si perdono chissà dove, in una speranza che ha tutta l’aria di essere vana.
L’artista profetico ricordato da Giempietro con la riproduzione di una sua opera è Lorenzo Scarpiello, genio purissimo e nonm ancora conosciuto ed apprezzato quanto avrebbe meritato, uno dei pittori più grandi del Novecento pugliese.
Il quadro credo risalga agli anni Settanta, o forse Sessanta. Gli sguardi rappresentati da Scarpiello, mezzo secolo prima, sono gli stessi del protagonisti di un mondo incerto che minaccia di rovesciarsi come i tanti barconi e scafi che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero che insulta l’umanità. I colori stinti, slavati, volgenti al grigio, hanno la stessa desolata tristezza dei profughi fotografati dall’Ansa.
Siamo tutti profughi. E ha ragione Raffaele Giampietro: Lorenzo Scarpiello lo intuisce profondamente, lo rappresenta parlandoci all’anima e al cuore. La sua arte è veramente profetica, come quella di tutti i grandi artisti. E La Puglia, Foggia, dovrebbe far qualcosa per rendere onore alla memoria di questo grande dell’arte del Novecento.
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