Rocco Frascaria e Nazario Bizzarri sono due tra i molti amici di Sannicandro Garganico con cui negli ultimi decenni ho avuto modo di condividere iniziative e momenti culturali nella loro città.
Di Rocco ricordo in modo particolare il grande impegno che profuse per la tappa sannicandrese del viaggio in provincia di Foggia del grande regista Luciano Emmer, per il suo docu-film Foggia non dirle mai addio, che là girò spettacolari riprese nelle imprese artigiane che lavorano i fiori secchi, un’eccellenza del territorio, tra le tante.
Di Nazario Bizzarri ricordo invece l’intelligente ed attenta partecipazione a tante serate, e gli splendidi disegni con cui ha illustrato e impreziosito un libro che amo molto… Paraul, le fiabe garganiche di Giuseppe De Cato che Lettere Meridiane sta pubblicando a puntate, nell’ambito dell’Archivio delle storie. (Per illustrare questo post, “rubo” dalla sua bacheca fb, sicuro che non se ne avrà a male, un suo splendido acquerello dedicato a Santa Maria di Devia).
Dopo l’intervento accorato di Giuseppe De Cato, non potevano mancare le voci di Rocco e di Nazario, nella riflessione collettiva che il blog sta cercando di avviare sul destino degli affreschi di Santa Maria di Devia e del vicino parco archeologico (i primi a rischio per l’accumularsi di salnitro, il secondo quasi distrutto dai vandali.)
Mi scrive Rocco Frascaria, sulla bacheca dei commenti del blog di Lettere Meridiane
Caro Geppe, è sempre un piacere leggere le tue analisi lucide e profonde sul nostro territorio di Capitanata, sulle cause e sui rimedi da porre in essere per garantire sviluppo e benessere alle sue genti. Hai ragione: San Nicandro Garganico ha tutte le potenzialità e tutte le risorse per emergere e dare un futuro migliore ai suoi cittadini, specialmente quelli più giovani. Del resto lo avevi già affermato in passato nelle diecine di iniziative che abbiamo tenuto insieme, in un momento storico fra i più belli ed esaltanti per la nostra Provincia, guidata da quella straordinaria personalità che era il Presidente, mai compianto abbastanza, Antonio Pellegrino. La tua denuncia sul sito di Devia ha avuto ( e avrà) il merito di accendere i riflettori su uno dei tanti preziosi scrigni di cui è ricca la nostra terra e mi auguro davvero che si possano trovare da subito le idee e le risorse per un suo rilancio. Vedi caro Geppe, questa città ha avuto nel passato personalità politiche di grande valore, che tu del resto conosci bene, il nostro grande limite (forse un po di tutto il Mezzogiorno)e stato però quello di non essere mai riusciti a fare squadra attorno ad un sano municipalismo, che significa fondamentalmente condivisione e promozione unitaria delle cose più importanti e significative che il territorio esprime. Con la stima e l’affetto di sempre.
Rocco Frascaria
Concordo assolutamente: ci sono troppi solisti qui al Sud, soprattutto per quanto riguarda la classe politica (ma lo stesso limite viene spesso palesato anche dalla società civile).
Si dovrebbe invece, come dice Rocco, fare squadra, fare rete. Il social network potrebbe essere uno strumento importante: ma troppo spesso viene utilizzato per l’esatto contrario, come arma impropria, come clava per offendere e per distruggere, e non come occasione per costruire.
Nazario Bizzarri è invece moderatamente ottimista: “ …a quanto pare la goccia ha fatto traboccare il vaso! dopo tanti anni e tante battaglie silenziose e caparbie, gli interessati alle sorti del parco e della chiesa di S.Maria di Monte d’Elio sono aumentati! ben vengano, anche se piuttosto in ritardo, tutte le iniziative per dare la giusta visibilità di luoghi unici del Nord Gargano!”
Luoghi unici, luoghi d’incanto e di passione, Santa Maria di Devia così come Santa Maria di Kalena, di cui mi chiede notizie Raffaele De Seneen intervenendo nella discussione. Un altro gioiello che i garganici, in questo caso i peschiciani, non riescono a restituire al suo antico splendore, l’Abbazia di Santa Maria di Kalena di Peschici, al cui recupero da anni sta dedicando ogni energia Teresa Maria Rauzino.
Che risponderti, caro Raffaele?
Alla mia età ho perso un po’ di ottimismo. Lo sviluppo della nostra terra mi sembra una gigantesca tela di Penelope: quel che si fa un giorno, viene disfatto all’indomani. Ma forse dobbiamo imparare proprio da Penelope. Resistere. Resistere. Non perdere mai la speranza che un giorno o l’altro, Ulisse ritorni.
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