L’amico Michele Lauriola, ingegnere, fondatore ed animatore della rete Pro Capitanata, nonché memoria storia delle vicende urbanistiche foggiane (ha diretto per anni l’Ufficio Tecnico Comunale) mi ha invitato alcune riflessioni parecchio interessante sul nuovo terminal bus realizzato presso la stazione ferroviaria e più in generale sull’assetto dei servizi e delle opere pubbliche nella città di Foggia.
Lo pubblico molto volentieri, sollecitando amici e lettori di Lettere Meridiane a dire la loro, attraverso osservazioni e commenti.
Il terminal bus è una improvvida opera che si sovrappone in modo casuale alla Stazione di Foggia, quasi la offusca, e la comprime in uno spazio circoscritto a tacitazione della grandezza di quella stazione, che ha fatto la storia di Foggia.
Certe opere non si costruiscono per spendere i soldi, ma si dovrebbero spendere soldi per realizzare opere che recuperino la storia o che facciano storia.
A Manfredonia un artista giovane è riuscito a fare l’uno e l’altra riuscendo a coniugare con un’opera assolutamente trasparente il passato con la modernità. Ha trasposto una visione virtuale in una visione reale lasciando intatte le realtà storiche di quei luoghi, anzi li esalta. Così quei luoghi saranno metà di tanti turisti e questo vuol dire sviluppo, economia. La Sovrintendenza ha visto lungo. A Foggia, purtroppo non vediamo lungo vediamo corto.. Questo significa avere lungimiranza, significa sviluppo, economia. L’emblema in negativo di questa stazione è l’omino solitario posto in piazza, e l’indifferenza totale di chi lo vede.
Eppure a Foggia non è stato sempre così. Negli anni novanta, anche se in pochi se ne sono resi conto, a Foggia si sono realizzate opere nel segno della modernità e del recupero e riqualificazione di quelle esistenti, si sono avviati processi di digitalizzazione primi in Italia, si è dato l’avvio ad una nuova cultura di pianificazione e programmazione strategica, sostenibile e integrata.
Partiamo dalle opere più significative come il nuovo Palazzo di Giustizia, la nave della Giustizia, il recupero del Vecchio Tribunale e la sua riqualificazione a prima sede dell’Università di Foggia, la nuova Questura di Foggia e il recupero della Caserma Miale, interventi di edilizia residenziale pubblica, di edilizia scolastica con la costruzione di nuovi plessi e il recupero di quelli esistenti, come la scuola elementare Pascoli e Santa Chiara.
Foggia avrebbe bisogno di tornare ad una politica delle opere pubbliche che ne riqualifichi l’identità e la rilanci come città. E’ possibile, e Pro Capitanata vuole essere una rete aperta alla costruzione di un’impegno comune, per raccogliere tutti quanti vogliano fare squadra nell’interesse della città.
Michele Lauriola
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