Ha destato un interesse che sinceramente non mi aspettavo l’annuncio del cortometraggio sulla tragica estate del 1943 che sarà prodotto dal Laboratorio di linguaggio audiovisivo dell’Auser. È il segno di una rinnovata e positiva attenzione della città verso la sua storia, anche quella più dolorosa che forse è stata rimossa per troppi anni.
Utilizzando le tecniche dello storytelling digitale, e materiali d’archivio come il bell’opuscolo che venne prodotto dal Comune di Foggia in occasione del deciso anniversario dei bombardamenti, cercheremo di raccontare quella pagina drammatica di storia cittadina, partendo da un punto di vista diverso e finora tentato solo da pochi autori, come Antonio Guerrieri, Tommaso Palermo e Gastone Mazzanti: collocare la tragedia di Foggia nel più generale contesto dello scacchiere bellico nazionale ed internazionale, per comprendere più nitidamente la portata del sacrificio della città, e verificare se questa portata è stata del tutto riconosciuta. Io temo di no.
La recente apertura di archivi americani e la loro disponibilità on line hanno schiuso nuovi orizzonti ai ricercatori, come dimostrano i libri dei già citati Palermo e Mazzanti, che rappresentano naturalmente oggetto di studio e di approfondimento nei seminari che stanno accompagnando il Laboratorio dell’Auser.
I partecipanti al laboratorio stanno lavorando molto alacremente per raccogliere materiali e documenti e questa attività ha permesso di reperire un documento di notevole interesse.
Non so se sia del tutto inedito. Per qual che mi riguarda, non l’avevo mai visto, e con il consenso degli amici che lo hanno reperito, Carmela La Gatta e Luigi La Zazzera (che ringrazio per l’impegno e per la disponibilità) , mi piace metterlo a disposizione dei lettori e degli amici di Lettere Meridiane, come assaggio del cortometraggio.
Si tratta delle fotografie del bombardamento di Foggia del 22 luglio, pubblicate dal New York Times il 25 luglio 1943, tre giorni dopo il micidiale attacco alleato.
Sono immagini tanto raccapriccianti quanto significative, che testimoniano con incontrovertibile evidenza l’impressionante massa di fuoco che i bombardieri americani e inglesi sganciarono quell’infausto giorno sul capoluogo dauno.
Foggia lasciata in una nebbia di fumo, è il titolo del quotidiano newyorkese. Particolare molto interessante, Foggia viene definita “centro ferroviario”. Si legge infatti, nella didascalia: “il centro ferroviario italiano come appariva prima che le Fortezze Volanti scambiassero le loro bombe, giovedì”.
L’altra didascalia recita, invece: “La stessa area dopo che i nostri aviatori raggiunsero l’obiettivo”. In effetti l’intero abitato appare ricoperto da tante nuvole di fumo, a testimonianza dell’enorme numero di ordigni sganciati durante quel raid su Foggia (852, secondo Gastone Mazzanti).
L’enorme nuvolone nero che si protende verso Nord è quello provocato dall’incendio del treno tedesco carico di carburante, che trasformò in un enorme cimitero. il sottopassaggio invaso dalle fiamme e dal fuoco, con la morte di quanti avevano cercato scampo là sotto.
Le fotografie scattate dall’equipaggio di una delle 71 Fortezze Volanti vennero trasmessa alla redazione newyorkese con il sistema delle radiofoto, inaugurato soltanto qualche anno prima.
Per aiutare i lettori a orientarsi nelle foto, ho arricchito quella scattata prima del raid di alcune indicazioni.
Potete invece scaricare il ritaglio del New York Times completo di titolo e didascalie, cliccando qui.
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