La devastazione del parco archeologico del Monte Devia è purtroppo la tessera di un mosaico assai più ampio e composito. Qualche mese fa, Lettere Meridiane ha raccolto i lgrido di dolore di una imprenditrice che stava sul punto di abbandonare l’attività, vessata da comportamenti di inciviltà e di arroganza. È giunto il momento che i garganici avviino una coraggiosa e consapevole riflessione. Questo l’invito che rivolge a voce alta Giuseppe De Cato, dirigente scolastico, scrittore e intellettuale di Sannicandro Garganico, commentando quanto è successo a Devia, ma anche la più generale atmosfera di rassegnazione che si respira sul promontorio, e che può essere esorcizzata soltanto con una grande mobilitazione civile.
Occorrerebbe lo stesso coraggio raccontato proprio da De Cato nella storia che abbiamo pubblicato ieri, e che narra di quanto la gente di Devia riuscì ad avere la meglio sui feroci pirati turchi.
* * *
È un brutto periodo per San Nicandro Garganico e, più in generale, per l’intero Promontorio. La devastazione del parco attrezzato di Devia è solo l’ultimo avvilente evento.
Tante, troppe tragedie si susseguono, l’una dietro l’altra, senza che la nostra terra riesca a risollevarsi dalla drammatica spirale di disperazione che tende a stritolare, giorno dopo giorno, sogni e aspirazioni di un’intera comunità. Sembra che anche la semplice indignazione sia diventato un sentimento raro.
Anche la vita politica e amministrativa vive un periodo difficile. Fratture profonde e insanabili, frutto di ambizioni degenerate nell’arrivismo, scelte colpevoli e scellerate, di oggi, di ieri e l’altro ieri, hanno profondamente fiaccato la volontà di quanti hanno preferito non saltare al di là di ciò che è lecito e giusto, con il risultato di una debilitazione della difesa immunitaria primigenia di ogni democrazia: la politica, appunto.
Appare ormai ineludibile l’elaborazione di proposte che restituiscano fiducia e tranquillità ai cittadini, speranza in un futuro migliore, ma occorre soprattutto mettere in atto comportamenti e azioni che aiutino a ricomporre l’ethos civico-politico di una comunità che non vuole arrendersi alle tante ombre, angosce e aberrazioni che oggi offuscano le luci della sua cultura, le sue sacrosante speranze, i valori della sua civiltà.
Resta più che mai valido l’assunto di Nicolae Iorga, storico e filosofo rumeno: “Giusto è solo colui che non permette che si commetta del male intorno a lui”. E’ una strada lunga e difficile, che non ammette scorciatoie. Vale la pena di percorrerla, però, per noi, per i nostri figli!
Tante, troppe tragedie si susseguono, l’una dietro l’altra, senza che la nostra terra riesca a risollevarsi dalla drammatica spirale di disperazione che tende a stritolare, giorno dopo giorno, sogni e aspirazioni di un’intera comunità. Sembra che anche la semplice indignazione sia diventato un sentimento raro.
Anche la vita politica e amministrativa vive un periodo difficile. Fratture profonde e insanabili, frutto di ambizioni degenerate nell’arrivismo, scelte colpevoli e scellerate, di oggi, di ieri e l’altro ieri, hanno profondamente fiaccato la volontà di quanti hanno preferito non saltare al di là di ciò che è lecito e giusto, con il risultato di una debilitazione della difesa immunitaria primigenia di ogni democrazia: la politica, appunto.
Appare ormai ineludibile l’elaborazione di proposte che restituiscano fiducia e tranquillità ai cittadini, speranza in un futuro migliore, ma occorre soprattutto mettere in atto comportamenti e azioni che aiutino a ricomporre l’ethos civico-politico di una comunità che non vuole arrendersi alle tante ombre, angosce e aberrazioni che oggi offuscano le luci della sua cultura, le sue sacrosante speranze, i valori della sua civiltà.
Resta più che mai valido l’assunto di Nicolae Iorga, storico e filosofo rumeno: “Giusto è solo colui che non permette che si commetta del male intorno a lui”. E’ una strada lunga e difficile, che non ammette scorciatoie. Vale la pena di percorrerla, però, per noi, per i nostri figli!
Giuseppe De Cato
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giusto.