Sant’Antonio, la storia e le foto della chiesa foggiana d’ispirazione lecorbuseriana

La lettera meridiana sulla Chiesa di Sant’Antonio da Padova, suggeritami da Tommaso Palermo, ha suscitato nei lettori commossi ricordi e accorate riflessioni, a conferma di come il social network possa essere uno strumento prezioso di public history.
Richiamandosi alla interpretazione della tenda biblica che il progettista del tempo, l’architetto Davide Pacanowski, allievo di Le Corbusier, infuse nella calotta di copertura, Giuseppe Andrea Nazzaro scrive: “Il concetto di fontana pluviale è bellissimo. Ma chi ne fruisce, ne ha consapevolezza?”
Bella domanda, cui giunge una qualche riposta dalla stimolante testimonianza di Rino Severo che racconta la particolare atmosfera che accompagnò la costruzione della Chiesa, documentata dalle suggestive foto di Vanni Natola che illustrano il post e che mi sono state inviate da Tommaso Palermo. Ringrazio molto entrambi.
“Caro Geppe – mi scrive il mio vecchio amico Rino –  il sottoscritto di questa chiesa ha vissuto attimo per attimo tutte le diverse fasi edificatorie, dai locali adibiti a parrocchia con il parroco don Filippo Coco da San Marco in Lamis, alla posa della prima pietra, fino alla partenza per il Brasile, il giorno dopo la posa della prima pietra di don Filippo. Ricordo anche “i cazziatoni” di Pacanowski quando arrivò davanti alla chiesa e si accorse che la Croce non era quella che aveva disegnato oppure quando vide che il pavimento non era del medesimo colore, dell’acqua che usciva dal pilastro principale che tira e sorregge la copertura. Devo avere anche le fotografie della struttura interna in tubi innocenti che sosteneva la copertura in fase di getto del cemento armato. Il piano interrato è stato dimensionato sull’altezza di mio fratello di 1,97 cm. Quello che è da notare di questo Santuario è la semplicità del disegno, ispirato alla tenda dei nomadi ebrei e all’annuncio biblico: Abramo, alzati e vai nella terra che ti indicherò.”

Nella prima lettera meridiana sulla chiesa di Sant’Antonio da Padova al rione San Lorenzo ho sottolineato come spesso ci sfuggano le molte, inattese bellezze della città in cui viviamo. Finanche in periferia. È della stessa opinione Sabrina De Santis, che scrive: “interessantissimo post che mi spiega come mai quella chiesa mi abbia sempre incuriosito. Una domanda: chi scelse quel progetto? anche a lui va riconosciuta intelligenza.”
Alcuni ulteriori particolari sul progetto si trovano nel sito dell’Arcidiocesi di Foggia-San Marco in Lamis, all’indirizzo web: http://www.diocesifoggiabovino.it/?pag=diocesi&sub_pag=parrocchie&action=view&newsid=25.
L’iniziativa partì da padre Rocco Schiavone, Ministro Provinciale dei Frati Minori, che acquistò dall’Istituto Case Popolari mq. 14.174 di suolo edificatorio per erigervi la Chiesa e il Convento di S. Antonio, grazie ad un prestito della Famiglia Caione di Foggia. Fu lo stesso padre Rocco ad affidare la progettazione del tempio, e successivamente della casa parrocchiale “all’Arch. Davide Pacanowski, ebreo di origine polacca, che conferirà all’opera l’impronta della sua spiccatissima personalità creativa. Un progetto costoso, alla cui realizzazione lo Stato s’impegnava a contribuire per il 60%, mentre il resto era a carico della Provincia monastica, che chiese il concorso degli altri Conventi e dei fedeli del rione.”

Non mancò un braccio di ferro con l’amministrazione comunale di allora. Come si legge ancora nella pagina del sito dell’Arcidiocesi, “il Comune, per attuare il piano regolatore in quella zona periferica della Città, sottrasse, con azione di esproprio, più di mq. 6000 di suolo appartenente ai Frati, per realizzare strade nel quartiere. In questa operazione era prevista una strada che avrebbe diviso il terreno destinato a spazio ricreativo per i ragazzi della Parrocchia, ma i Frati reagirono energicamente, coinvolgendo l’opinione pubblica attraverso stampa e televisione locale, e riuscirono ad impedire che ciò avvenisse.”
Il resto è cronaca.
L’esecuzione del progetto fu affidata all’Impresa Angelo Farinola di Foggia, sotto la direzione dell’Ing. Cesare Casieri. Il 24.6.1972 il Ministro Provinciale, P. Angelo Marracino, benedisse e pose la prima pietra, presenti Autorità civili, Frati, Clero e fedeli.
La costruzione della Chiesa durò cinque anni e il 13.6.1977 il Card. F. Antonelli, concelebrante il vescovo di allora, Mons. Giuseppe Lenotti, benedisse il nuovo tempio, aprendolo ufficialmente al culto.

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Author: Geppe Inserra

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