Pazza Roma amala

In serie A, dopo l’Inter, ho sempre amato la Roma. Un po’ per quell’inno stupendo composto da Antonello Venditti, un po’ perché trovo che la Magica abbia alcuni tratti – di poesia, di follia – che ricordano molto la mia Inter. E poi, per quella Champions che sembrava già vinta col Liverpool, per mister Zeman…
Tra i tratti di genio e sregolatezza che mi hanno fatto amare la Roma, c’è Francesco Totti. Uno che ha punito l’Inter tante volte, ma che come fai a non amare, ricordando che coi piedi ha composto poesie come quelle dei più grandi poeti (no, le geometrie non c’entrano, quelle sono cosa da mediani…).
Proprio stamattina, prima di apprendere della cacciata di Totti dal ritiro giallorosso ad opera di Spalletti. mi chiedevo perché noi (intendo noi dell’Inter, ovviamente) abbiamo nel cuore, nella storia, nella memoria e nel dna persone e campioni come Giacinto Facchetti e Javier Zanetti, e loro (intendo quelli della J**entus,  ovviamente), non sono riusciti a far restare nel cuore e nella memoria del club (in quelli dei tifosi bianconeri voglio invece sperare che ci restino…) belle persone e grandi campioni come Gaetano Scirea e Alessandro Del Piero. Per non parlare dei cugini dell’altra sponda milanese, che hanno bruciato simboli del calibro di Gianni Rivera e Paolo Maldini…
Un campione diventa una bandiera grazie ad alchimie complesse, che chiamano in causa lo stile, la storia, l’identità profonda. Ci vogliono società di calcio, e non aziende.

Dopo questo strappo la Roma potrebbe perdere la sua bandiera. Non me ne meraviglierei, ma mi dispiacerebbe assai. 
Sarebbe l’ennesimo dazio da pagare a questo calcio triste, dove le persone contano sempre meno e vincono sempre più i ragionieri.

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Author: Geppe Inserra

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