Tra gli accorati e affettuosi addii a Leone Rossetti, non potevano mancare quelli di due grandi storyteller della leggenda rossonera come Giovanni Cataleta e Alberto Mangano.
Cataleta, autore del libro “Che si dice du Fogge?”, ha pubblicato sul suo profilo Facebook il capitolo dell’opera dedicato al simpatico e vulcanico personaggio, che ha allietato le domeniche di migliaia di tifosi. “Si tratta di un episodio che molti ricorderanno relativo ai suoi acrobatici salti nel vecchio fossato della gradinata. Ciao Leone!”
Tra i personaggi che gravitano intorno al Foggia, un particolare spazio spetta a Enrico Rossetti, detto Leone, ma conosciuto nell’ambiente rossonero solo con il cognome: per tutti è Rossetti. Negli ultimi anni staziona stabilmente lungo la balaustra della tribuna centrale, correndo su e giù per seguire le azioni di gioco. Vestito sempre con la maglietta rossonera, spesso con tre o quattro maglie, una sull’altra, da utilizzare all’occorrenza in occasione del gol del Foggia. Negli anni della gestione Fesce, Leone era sempre di servizio in campo, recuperava i palloni e durante l’intervallo dava sfoggio delle sue non comuni doti tecniche. Autentico giocoliere con il pallone, era uno spettacolo nello spettacolo. Tra gli episodi divertenti legati a Rossetti, uno avvenuto in un Foggia-Sambenedettese in serie B. Il Foggia vinceva per 1-0, e pochi minuti dal termine, e cercava di guadagnare tempo per conquistare i due punti. Il pallone finì nel fossato sotto la gradinata, e Rossetti, come al solito, con un atletico balzo, ma senza fretta, andò a recuperare il pallone. Per perdere ancora tempo, si mise però a palleggiare nel fossato, non contento del palleggio con i piedi, passò a quello con la testa contro il muretto del fossato. L’arbitro insospettito dal ritardo per il recupero del pallone, si affacciò sul fossato e lo vide intento a giocherellare con il pallone. Cartellino rosso! Rossetti attraversò il campo tra gli applausi dei tifosi della gradinata, che avevano assistito alla gustosa scenetta.
Alberto Mangano scova nel suo inesauribile archivio una vecchia e bella foto (che vediamo sopra) comparsa su un giornale sportivo locale, che ritrae Leone Rossetti, giovanissimo, con Vittorio Cosimo Nocera, protagonista dei festeggiamenti che il popolo rossonero tributò al bomber, di ritorno a Foggia dopo l’esordio (con rete) nella nazionale azzurra, l’1 maggio del 1965, nella partita Italia-Galles, conclusasi 4 a 1 per l’Italia, con rete al 90′ del centravanti foggiano.
Lo conoscevano tutti – scrive Alberto nel suo sito dedicato alla storia cittadina Manganofoggia.It – , ma soprattutto lo adoravano tutti i calciatori rossoneri degli ultimi 50-60 anni e non ce n’è uno che non gli abbia regalato la propria maglia, i propri pantaloncini o che non gli abbia offerto almeno una volta un caffè al bar vicino allo stadio.
Tante erano anche le leggende che circolavano intorno alla sua persona come quella che era solito raccontare spesso e che riguardava la famosa partita Foggia Inter del 1965 nella quale, essendo a bordo campo, riuscì a velocizzare la ripresa del gioco e a favorire uno dei gol rossoneri.
Leone era tutto questo, una persona che nella sua genuina semplicità seppe gridare sempre e solo “Forza Foggia”, avendo vissuto nel calcio momenti di fasto, altri di sofferenza e di delusione, ma senza mai una parola fuori posto o che non fosse indirizzata e finalizzata al sostegno della sua amata squadra.
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