È una data importante quella di domani, a Foggia. Torna infatti il cinema d’essai, dopo anni di silenzio, dopo la lunga parentesi dovuta alla chiusura del Falso Movimento. Torna nell’unico posto dov’era possibile farlo – l’auditorium Santa Chiara – e con una formula parecchio originale: un po’ sala, un po’ circolo.
A lanciare l’idea è la Fondazione Apulia Felix, l’istituzione pubblico-privata guidata da Giuliano Volpe, che sta dimostrando come si possa fare una produzione culturale di qualità con intelligenza, anche senza la disponibilità di finanziamenti ingenti, ma con quella materia prima impareggiabile che è la passione.
Questo spazio-progetto si chiamerà Cinemafelix e, come afferma uno dei promotori della iniziativa, Tommaso Compagna, “vuol essere un luogo di confronto, di comprensione della realtà e di riflessione sul passato. Ma soprattutto vuol essere un Bene Comune, non una creatura del singolo o di un gruppo di persone. Ecco la ragione per cui la stessa programmazione può essere decisa da chiunque sia animato da quella passione.”
Bella questa idea della cultura (e del cinema) come bene comune, qualcosa da costruire insieme, tessendo reti e relazioni. Parlando di riflessione sul passato, si comincia con un nome che più rappresentativo non si potrebbe. Fernando Di Leo, prolifico autore foggiano (era nato a San Ferdinando di Puglia) tra i maggior esponenti del cinema di genere (nella fattispecie del genere poliziottesco) , improvvisamente portato a notorietà internazionale, qualche anno fa, da Quentin Tarantino.
In realtà la fortuna postuma arrisa a questo geniale personaggio del cinema italiano è un fenomeno più complesso di quanto non sembri a prima vista, che non riguarda soltanto la rivalutazione dei b-movie operata da Tarantino. Di Leo è una risorsa, un monumento in se stesso.
E che vi sia bisogno di recuperare la memoria di un monumento come Di Leo, all’interno di un più generale progetto di alfabetizzazione cinematografica, lo conferma un incredibile episodio capitato propria nella sua cittadina d’origine.
Qualche anno fa, con colpevole ritardo, la civica amministrazione di San Ferdinando di Puglia pensò bene di dedicargli una strada (che manca del tutto a Foggia, dove pure Di Leo visse e operò dal punto di vista teatrale e culturale,,,)
L’intitolazione avvenne poco prima delle elezioni comunali. La nuova amministrazione cancellò via Fernando Di Leo intestando quella strada al leader missino Giorgio Almirante, con la motivazione, dichiarata pubblicamente durante le polemiche che fecero seguito a quella decisione, che “non si poteva denominare una via della città ad un oscuro sceneggiatore di film western.”
La manifestazione inaugurale di Cinemafelix si terrà alle 19.30 di oggi, lunedì 25 gennaio, presso l’Auditorium Santa Chiara in Piazza Santa Chiara (ingresso gratuito), con la partecipazione di critici ed esperti di grande spicco come Gianni Canova, illustre critico cinematografico divenuto molto conosciuto al grande pubblico per la rubrica ‘Il Cinemaniaco’ su Sky Cinema. Ma Gianni Canova è anche e soprattutto docente di Storia del Cinema e di Filmologia, preside della Facoltà di Comunicazione e Pro Rettore per la Didattica all’Università IULM di Milano, fondatore e direttore del mensile “Duel” (ora “Duellanti”), curatore della Garzantina ‘Cinema’, direttore di una nuova rivista come “8 1/2” e autore di un romanzo, “Palpebre”, intriso di quelle forti emozioni che costituiscono la cifra distintiva di Fernando Di Leo, autore della nostra terra di Capitanata con il quale si apre la programmazione del Cinema felix.
A parlare di analfabetismo filmico nel nostro Paese (al quale Canova ha dedicato il primo numero di “8 1/2”) e di Fernando Di Leo saranno anche Eusebio Ciccotti, docente di storia del cinema all’Università di Foggia, Antonello Centomani, ideatore di Movieday (piattaforma innovativa per la diffusione del cinema di qualità), Roberto Linzalone, responsabile della Puglia e della Basilicata per la Federazione Italiana dei Circoli di Cinema (F.I.C.C.) alla quale aderisce Cinema felix, Maurizio Sciarra, presidente dell’Apulia Film Commission, Gianluca Curti, presidente della Minerva Pictures/Raro Video (che detiene i diritti dei film di Di Leo) e, ovviamente il presidente della Fondazione Apulia felix e di Cinema felix. Giuliano Volpe. A moderare i lavori Tommaso Campagna e Mauro Palma, il fondatore e direttore dell’indimenticato cinema d’essai Falso Movimento, la cui storia e la cui esperienza saranno sicuramente un supporto prezioso per Cinema felix.
Ha di che essere soddisfatto Giuliano Volpe: “Abbiamo pensato di offrire ai nostri studenti e alla città uno strumento di comprensione della realtà nazionale e internazionale perché se è vero che alle nostre latitudini non esistono casi di evidente compressione della libertà del pensiero cinematografico come quello di Jafar Panahi in Iran, è anche vero che la cultura cinematografica nel nostro Paese è ai minimi livelli come dimostrerà lo stesso Canova nel nostro incontro del 25 gennaio. Mi auguro che i nostri studenti universitari, già investiti grazie allo Student Film Festival della possibilità di essere protagonisti in quest’Arte unica e affascinante, vogliano anche approfondire la conoscenza della Storia del Cinema partecipando alle nostre molteplici attività a partire dalla retrospettiva dedicata a Fernando Di Leo, autore della nostra terra, amato da Quentin Tarantino e accostato a grandi autori del cinema mondiale quali J.P.Melville e Don Siegel. Mi auguro che Cinema felix sia preso di assalto non solo dai cinefili ma da tutti coloro che vogliano avvicinarsi con cognizione di causa all’Arte Cinematografica ricordando che, come disse Fassbinder, ‘i film liberano la testa’ “.
La retrospettiva dedicata a Fernando Di Leo avrà luogo nel mese di febbraio. In programma c’è la trilogia del milieu. Si comincia lunedì 7 febbraio con Milano calibro 9 con Gastone Moschin e Barbara Bouchet; lunedì 15 febbraio sarà la volta de La Mala ordina con Mario Adorf ed Henry Silva; conclusione lunedì 22 febbraio con Il boss, con Henry Silva e Giuanni Garko. Proiezioni alle 18.30 e alle 20.30; ingresso 5 euro. 10 euro l’abbonamento ai tre film (cinque per gli studenti).
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Caro Geppe,
perché non intitolare una strada, una piazza a Fernando Di Leo? A Foggia non le si nega a nessuno, neanche a personaggi poco conosciuti, e perché, dunque, non all’abbastanza noto regista e sceneggiatore Di Leo? Il quale nei suoi pochi anni vissuti a Foggia si prodigò per la diffusione della cultura cinematografica, ed io personalmente gli debbo la prima conoscenza del cinema, avendo partecipato agli inizi degli anni ’50, quando ero ancora uno studentello ginnasiale, al primo cineforum (“La scaletta”) da lui organizzato a Foggia, e avendo molto appreso dalle sue illuminanti presentazioni dei film.
Ed è veramente paradossale la cancellazione del suo nome dalla strada del suo paese di origine.
Detto questo c’è, però, da domandarsi perché non dedicare qualche strada anche a giganti della cinematografia italiana come Rossellini, De Sica, Fellini ecc., e perché non a scienziati, artisti e scrittori del 900? Ci sono voluti parecchi anni, e i miei tre libri sulle prose daunie che hanno fatto conoscere Ungaretti a molta gente, perché passasse la proposta di dedicare una piazza ad Ungaretti, mentre l’altro grandissimo poeta italiano del 900 è ancora privo di tale onore, pur avendo scritto il racconto “Clizia a Foggia”.
Va bene, quindi, l’intitolazione di un luogo cittadino a Di Leo, tenendo comunque presente che non si tratta di un “geniale personaggio”, di un “monumento”, qualificazione metaforica che solo la tua grande generosità gli può attribuire, ma di un discreto (?) regista, a noi caro perché nato nel nostro territorio, ma di cui bisogna, obbiettivamente, ristabilire le dimensioni.
Il nome di Di Leo, comunque, si lega benissimo alla lodevole iniziativa del Cinemafelix, proposto come luogo di incontro, di confronto, di dibattito relativo alle visioni e alle tematiche del cinema, idea che ebbe, come promotore del primo cineforum foggiano, proprio Fernando Di Leo.
Luigi Paglia
Grazie Geppe per le tue parole. Ieri sera ti ho cercato dal palco proprio per farti raccontare al pubblico questa storia incresciosa dell'amministrazione del Comune che ha dato i natali a Ferando Di Leo. Con Canova abbiamo parlato proprio di questo, di come in Francia sia facile trovare 'Rue Renoir' o 'Place Truffaut' anche nei piccoli centri di provincia. La Fondazione Apulia felix sta cercando di creare opportunità culturali, soprattutto per i nostri giovani, mettendo in campo le idee, perchè le risorse sono pochissime e tutte di privati cittadini. Ettore Scola, vero umanista del nostro tempo, amava dire : «Ai miracoli bisogna credere, almeno a quelli fatti dall'uomo». Noi ci crediamo. Il messaggio che vogliamo arrivi forte e chiaro ai nostri concittadini è che Cinemafelix è un bene comune. La stessa programmazione dei film può essere fatta dallo spettatore. Ora che Cinemafelix è nato, teniamolo in vita.
Tommaso Campagna