Ritrovato un “trionfo” della statua di Lanza

Si pensava fossero stati tutti distrutti dai bombardamenti, i trofei che una volta adornavano la statua di Vincenzo Lanza. Invece, non è così: almeno uno è sopravvisuto alla furia devastatrice delle bombe; è custodito al Museo Civico di Foggia, e soltanto da poco si è risaliti alla sua esatta origine. A ricostruire l’intricata vicenda è stato Tommaso Palermo, infaticabile ricercatore delle tracce di memoria del genius loci.
Ringrazio Tommaso per averne messo a parte  me e i lettori di Lettere Meridiane, e per avermi  consentito di assistere praticamente in tempo reale alla soluzione dell’enigma.
Il piedistallo del monumento – scrive Palermo – era anticamente circondato da quattro trofei rappresentanti la filosofia, la medicina, la politica e la beneficienza. Originariamente. il complesso scultoreo era ubicato nell’attuale piazza Giordano (che si chiamava invece piazza Lanza). Venne trasferito nella villa comunale nel 1928, e i trofei erano ancora esistenti, a differenza della cancellata e delle sfingi. 
La statua è opera dello scultore Cav. Beniamino Calì e venne deliberata dal Consiglio Municipale il 12 novembre 1867. Per l’erezione del monumento, il poeta Giuseppe Boali (docente al liceo Lanza nell’anno scolastico1868-1869) scrisse un componimento poetico dal titolo:“Quando l’illustre municipio della città di Foggia per nobilissimo incitamento di amore nazionale a perenne commemorazione di Vincenzo Lanza medico insigne e cittadino operoso un pubblico monumento sé onorando e la patria splendidamente eregeva”. 

Ecco il monumento in villa, con i quattro trofei in una cartolina di Marco Scarpiello.
Ma adesso viene il bello. Girovagando in rete, Tommaso Palermo scova delle foto della Soprintendenza che mostrano alcune opere d’arte e reperti lapidei del museo. Fra questi nota e riconosce quello che gli sembra subito uno dei trofei del monumento andati smarriti, probabilmente l’unico sopravvissuto alle devastazioni dei bombardamenti.
Basta mettere la foto d’epoca a fianco a quella della scheda e confrontarle, per accorgersi che è proprio così. Senonché la scheda di catalogazione dell’elemento marmoreo, copilata dai tecnici della Soprintendenza ai Beni Culturali, lo identifica quale “monumento funebre”. Probabilmente, chi si è occupato della catalogazione, è stato tratto in errore dall’alfa e dall’omega, rappresentati dallo scultore, simboli della nascita e della morte.
Considerato che il monumento è interessato da interventi di restauro, Palermo pensa bene di informare della cosa un po’ di addetti ai lavori. Non si fa attendere la risposta della dott.ssa Gloria Fazia, gloriosa direttrice del Museo Civico di Foggia, che non soltanto conferma l’ipotesi formulata da Palermo, ma vi aggiunge un’altra intrigante possibilità: che nei trofei che una volta adornavano il monumento a Lanza vi siano simboli massonici.
Ecco, comunque, quanto ha risposto la direttrice a Palermo: “Si tratta effettivamente di un elemento del monumento a Lanza. Lo abbiamo capito proprio dalle foto d’epoca. Ha destato l’attenzione alcuni anni fa di persone che si interessano agli studi sulla massoneria per via di alcuni simboli”.
Insomma, il frammento depositato presso il museo civico è stato già riconosciuto come frammento proveniente dal monumento in questione. Sarebbe il caso, però, di riflettere sulla possibilità che torni alla pubblica fruizione, con l’esatta indicazione della sua natura. Trionfale, e non funebre.

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Author: Geppe Inserra

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