Maria Celeste Crostarosa, la grande mistica che a Foggia ha fondato il monastero e l’ordine delle Suore del SS. Redentore, sale agli onori degli altari. Il 18 giugno prossimo a Foggia, città in cui sono custodite le spoglie della venerabile, avrà luogo la cerimonia di beatificazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nata a Napoli il 31 ottobre 1696 e morta nel capoluogo dauno il 14 settembre 1755, suor Maria Celeste venne dichiarata Venerabile da Leone XIII nel 1901. La notizia della beatificazione della monaca era nota già dallo scorso 15 dicembre, quando papa Francesco aveva riconosciuto “il miracolo operato per intercessione della venerabile”, autorizzando la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il relativo Decreto.
Per la chiesa foggiana dunque un momento di grande gioia e di festa, anche se i festeggiamenti sono partiti prima a Scala, cittadina campana dove la Beata visse prima di trasferirsi a Foggia, che non nel capoluogo dauno. Domenica scorsa le campane hanno suonato a festa a lungo, e il sindaco ha annunciato che verrà a Foggia cn una folta delegazione per celebrare degnamente l’evento.
La reazione dei foggiani sembra piuttosto tiepida, ma ci sarà tempo e modo di recuperare, e speriamo che i sei mesi che ci seaprano dalla cerimonia di beatificazione siano utilamente spesi affinchè la città possa in un certo senso ritrovare la memoria di un personaggio straordinario, che tanto ha fatto per la città.
“Per la profondità dei suoi scritti spirituali, per la forza della sua personalità, per l’acutezza della contemplazione – scrive Antonio Borrelli nel sito Santi e Beati – è considerata una delle più grandi mistiche del Settecento italiano.”
Ecco quanto il sito scrive di lei:
“Nacque a Napoli il 31 ottobre 1696 con il nome di Giulia Marcella Crostarosa, figlia di Francesco Crostarosa e Paola Battistini Caldari, discendente da nobile famiglia di abruzzesi, signori dell’Aquila e Pizzoli. “
Entrata in convento giovanissima a soli vent’anni, “il 25 aprile 1725, ancora novizia, ricevette la prima grande rivelazione, cioè quella che per mezzo suo il Signore avrebbe posto nel mondo un nuovo Istituto e le cui Regole erano contenute nella vita del Salvatore, “come un libro aperto”.
In altra visione, Gesù le rivela l’abito del nuovo Istituto e le preannuncia le sofferenze che l’opera comporterà. Per ubbidienza alla maestra delle novizie, redige il testo delle regole, così come il Signore, in forma interiore le dettava, nel contempo pratica un rigoroso digiuno a pane ed acqua; dopo un certo tempo un consiglio di teologi napoletani, sollecitati dal padre Falcoia, approva il testo delle regole, confermando l’ispirazione divina.
Nel settembre 1730 arriva a Scala per riposarsi, s. Alfonso de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, il quale conosciuta la nuova Regola, l’introduce nel monastero il 13 maggio 1731.
Ben presto vennero i momenti bui, padre Falcoia creò difficoltà, rimaneggiando la Regola e imponendo alla madre Maria Celeste di accettare le correzioni, pena l’espulsione dall’Istituto. Nel 1733 la riformatrice Maria Celeste fu costretta a lasciare il monastero di Scala, dove aveva provato le più intense comunicazioni divine. Si ritirò a Nocera Inferiore, dove per incarico del vescovo locale, riformò il monastero di cui era ospite; trascorsi cinque anni incontrò il nuovo padre spirituale don Bernardino Sommantico, questo fatto rinvigorì e rese entusiasmante il nuovo periodo che le si presentava.
Fu chiamata a Foggia per la fondazione di un monastero con la nuova Regola e quindi il 19 marzo 1738 Maria Celeste poté realizzare il sogno della sua vita consacrata, fondando il nuovo ramo delle Redentoriste o Suore del SS. Redentore, dando alle sue figlie, l’abito che Gesù le aveva rivelato, ben 14 anni prima, come divisa della nuova Istituzione.
A Foggia, nei 17 anni della sua conduzione, formò le innumerevoli discepole alla santificazione, dando loro le ricchezze spirituali di cui era dotata e che ancora oggi sono preziosa eredità per le sue figlie (più di mille), sparse per il mondo.
Godette della stima del fondatore s. Alfonso de’ Liguori; s. Gerardo Maiella le si confidava per lunghe ore, considerandola come una madre; dal popolo veniva chiamata la “santa Priora”.
Morì a Foggia il 14 settembre 1755, la Causa per la sua beatificazione fu introdotta l’11 agosto 1901. Il suo pensiero, la sua spiritualità, le esperienze mistiche, sono contenute in numerosi scritti di notevole valore, conservati in ottimo stato; nata per dirigere, dotata di intelligenza non comune, possedeva le capacità per raggiungere quel che voleva, trascinando con la forza della persuasione e dell’esempio. “
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