Quando lungo i tratturi scorrevano la civiltà e la cultura

Franco Ferrara (che declama le sue poesie) con Giuseppe Donatacci

L’Università del Crocese sta diventando uno dei più importanti presidi culturali di Foggia: certamente il più importante in una periferia urbana che si segnala più per la disgregazione e il degrado che vi si respirano che non per l’offerta culturale e sociale. Ma l’Università del Crocese è in netta controtendenza. È un presidio vero: di cultura, di aggregazione, di socializzazione e per giunta su un tema nevralgico qual è quello delle radici e dell’identità.
Lo confesso, ne avevo sentito parlare tanto, ma non ci ero mai stato, nonostante i rapporti antichi di amicizia e di stima che mi legano a Giuseppe Donatacci e ad Angelo Capozzi.
La prima volta è stata qualche giorno fa, e per merito di uno che foggiano non è, ma di Apricena: Franco Ferrara, poeta dialettale e non solo (i suoi versi spesso e volentieri debordano nella filosofia).
Franco, le cui poesie sto leggendo per poi presentarle agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane, era ospite di una serata presso l’Università del Crocese e dato che approfitto sempre della opportunità di ascoltare poesia, più che leggerla e basta (è un’altra cosa, soprattutto se a declamarla è l’autore), ho accettato volentieri l’invito, sapendo che ci avrei trovato anche l’amico comune Maurizio De Tullio, che sento spesso, ma non vedo quanto vorrei.

Che bella serata è stata! Ricca, stimolante: grazie ai versi di Franco Ferrara, alla sua capacità di comunicare poesia con rara intensità espressiva, grazie ai tanti amici che ho trovato. L’amore per le radici, l’attenzione all’identità, a Foggia è qualcosa che sta crescendo, sovente senza i riflettori della grande stampa, ma con una partecipazione profonda, insospettabile.
L’apricenese Franco Ferrara, da molti ritenuto l’astro nascente della poesia dialettale di Capitanata, era  ospite d’onore, per la terza volta, nella scuola di tradizioni di viale Candelaro, tra le pochissime del suo genere in Italia e credo la sola che sia avvalga per il suo funzionamento di una importante sinergia tra privato e pubblico: onore al merito del Comune, e alla sensibilità del sindaco Franco Landella, per aver realizzato un esperimento così originale.
Mi ero domandato quale fosse il trait d’union che lega Ferrara all’Università del Crocese, e la risposta è giunta subito da Giuseppe Donatacci, che nel presentare il poeta e nel tesserne le lodi, ha sottolineato l’importanza che nella poesia di Ferrara rivestono la civiltà contadina e il mondo rurale, e come l’antico piccolo mondo di Apricena sia profondamente vicino e assonante alla Foggia dei cosiddetti “terrazzani”. Un mondo, quest’ultimo, fatto sì di miseria, ma anche di saldi valori umanitari, come quello della famiglia, del vicinato e della  comunità di popolo, caratterizzati dalla solidarietà e dall’amore per il prossimo. Una realtà tangibile fino agli anni’50, e ben rappresentata nel canto lirico – popolare di un altro grande apricenese, quale fu Matteo Salvatore.
Com ha puntualizzato Angelo Capozzi conducendo la serata, la riscoperta di questi valori, non solo  è bene accetta, ma costituisce anche uno stimolo per correggere ed affinare il nostro modus vivendi odierno.
Ferrara  ha letto e commentato le sue liriche più accattivanti e significative. Particoilarmente apparezzate quelle tratte dalla silloge  dedicate ai tratturi di Apricena, “Nature pe li Tratture de storije Prucenése” (Natura per i Tratturi di Storia Apricenese). La grande capacità descrittiva dei versi di Franco Ferrara riesce a raccontare l’epopea di una civiltà attraerso le prastiche immagini dei tratturi, che, come ha puntualizzato Capozzi, non erano soltanto gli itinerari su cui si muovevano pastori e greggi transumanti, ma autentici percorsi di civiltà e di cultura.
A trarre le conclusioni è stato Antonio Tannoia, presidente del sodalizio, che  ha messo in luce gli obiettivi perseguiti dall’Università del Crocese, sottolineando che essa rappresenta una delle prime Scuole di Tradizioni italiane e sta progressivamente consolidando i suoi intenti iniziali di  recupero, promozione, conservazione e diffusione della Cultura e delle Tradizioni di Foggia e provincia. Salutando il pubblico che lo ha calorosamente applaudito, Ferrara ha preannunciato che nel prossimo mese di maggio saranno  in libreria i suoi nuovi volumi “Borgo de Procina” e “Vita Filosofando”, di cui ha regalato un interessante e pregnante assaggio.
 Le conclusioni sono state tratte dallo stesso Tannoia, che si è complimentato con gli ospiti per la bella serata trascorsa all’insegna della cultura e delle tradizioni della nostra terra.
N.B. Nella foto: il poeta Franco Ferrara tra i giornalisti Geppe Inserra (sx) e Maurizio De Tullio (dx)

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Quando lungo i tratturi scorrevano la civiltà e la cultura

  1. Hai detto bene, Geppe. E' stata un'ottima serata per quello che chiamerei "l'approvvigionamento culturale" di cui Foggia ha profondamente bisogno.
    E Franco Ferrara – che mi onoro di aver fatto conoscere al pubblico foggiano, proprio attraverso l'Università del Crocese – è certamente una bella figura di primo piano tra i poeti dialettali di Capitanata, che merita di essere conosciuto per la qualità e la varietà del suo stile naiv.
    Ma a lui, se permetti, affiancherei un altro autentico Maestro, che conosci e che ti è forse sfuggito: il foggiano Gianni Ruggiero, autore di bellissime raccolte, al pari dell'apricenese Franco Ferrara.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  2. Ringrazio Maurizio De Tullio per la cortese attenzione nei miei confronti. Devo dire che in passato ho avuto modo, in più occasioni, di tenere degli incontri all'Univ. Croc. sui miei lavori e di aver ricevuto sempre una calorosa accoglienza e apprezzamento per la mia poesia e le mie canzoni. Lo stesso Geppe Inserra, infaticabile divulgatore della cultura e dell'attualità foggiana, già in più occasioni ha voluto gratificarmi della sua attenzione. Gianni Ruggiero

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