Addio Maestro, quanti sogni finiscono…

La morte di Ettore Scola mette fine ai sogni di tanti italiani. E al mio sogno personale, di poterlo avere come Presidente di giuria od ospite al Festival del Cinema Indipendente di Foggia. Ci siamo andati vicini diverse volte, grazie ai buoni uffici di Micky De Finis, che col Maestro vantava un rapporto antico, e ai tentativi di Fabio Prencipe. Non ce l’abbiamo fatta, e il sogno non si avvererà mai.
Con la scomparsa di Ettore Scola si chiude davvero un’epoca, per il cinema italiano e per quella commedia all’italiana che lo ha reso famoso nel mondo.
Mi piace ricordarlo e piangerlo, assieme agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane con il disegno e le parole di due uomini di cinema, amici miei, che lo hanno conosciuto, uno (Ferruccio Castronuovo) direttamente, per averci lavorato, l’altro (Lorenzo Sepalone) per averlo soltanto sfiorato, ma in modo particolarmente intenso e significativo.
Da tempo Ferruccio Castronuovo ha smesso di stupirmi, e  pur avendolo  presentato in pubblico ormai tante volte, non riesco mai a tenere a mente il suo sterminato curriculum. Dunque non ricordavo che Ferruccio ha lavorato con Ettore Scola in Splendor, il film a me più caro del regista di Trevico. 
Bravo disegnatore e vignettista, Ferruccio dedica all’amico e maestro il disegno che illustra questo post, e così lo  saluta: “Ettore Scola ci ha lasciati… un regista, un autore, un maestro, un amico. Con lui ho lavorato varie volte, dal suo primo film come regista a Splendor dove mi fece fare l’attore, una bella parte accanto a Mastroianni, Troisi e Marina Vlady. un saluto… e con l’armonica suonerò per te il Valzer delle candele come nel film Splendor.”

Particolarmente intensa la testimonianza del regista foggiana Lorenzo Sepalone: “Ho iniziato ad amare follemente il cinema da bambino, guardando i capolavori della commedia all’italiana. La prima volta che vidi “C’eravamo tanto amati” mi ritrovai, alla fine del film, con le lacrime agli occhi e con il sorriso sulle labbra. “Una giornata particolare” dovrebbe essere materia di studio sin dalle scuole elementari. Tutti gli aspiranti sceneggiatori dovrebbero guardare e riguardare “La terrazza” ed alcuni cineasti buonisti e stucchevoli dovrebbero imparare da “Brutti, sporchi e cattivi“. Ho incontrato il Maestro Scola qualche anno fa, durante un festival. Ero davanti al bancone di un bar e Scola era accanto a me, alla mia sinistra. Avrei voluto dirgli tante cose ma avevo il timore di essere retorico e ridondante. Così mi limitai ad osservarlo, senza dire una parola, con quella silente devozione con cui si guardano i grandi maestri.”
Addio, Maestro.

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Author: Geppe Inserra

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