Noi che non conoscevamo la nebbia

Print Friendly, PDF & Email

Michele Sepalone ed io apparteniamo ad una generazione che non conosceva cosa fosse la nebbia, nemmeno per sentito dire, visto che a quei tempi, la televisione era in bianco nero, e la visione era annebbiata di suo, era come averci le cataratte.
D’estate e non solo, a Foggia faceva sempre un caldo da spaccare le pietre. Un clima secco e asciutto che faceva la gioia delle lavandaie, che come spannevano il bucato dopo un quarto d’ora era già bell’e asciutto. Non come adesso che i termosifoni di tutta la casa sono precettati per far asciugare i panni, se no ci vogliono giorni.
La nebbia è venuta quando hanno fatto le dighe e gli invasi. E’ cambiato il clima e pure la salute pubblica: dalle parti di Carlantino e Celenza Valfortore non sapevano cosa fosse un reumatismo. Adesso ne soffre quasi tutta la popolazione.
La prima volta che ho visto la nebbia mi sembrò di essere finito dritto dritto nella scena di un film di alieni. Invece ero soltanto tra la Madonnina e San Michele che sembravano finiti sulla luna. C’era questa cosa lieve e grigia che scendeva e ti avvolgeva e tutto si faceva più attutito e avevi l’impressione di guardare le cose con  uno sguardo diverso.
Sarà per questo che a Michele Sepalone e a chi scrive –  come credo a tutti quelli della nostra generazione – la nebbia incuriosisce e intriga e non manca, talvolta, di provoca intrecci curiosi, Stamattina Michele ha pubblicato la foto che vedete sopra sul suo profilo facebook e qualcuno (che evidentemente si è alzato tardi…) gli ha chiesto quando l’avesse scattata.
Ho testimoniato a favore di Sepalone, postando a mia volta la foto che avevo scattato alla nebbia di questa mattina, alle 6.45, dal balcone di casa mia.
Non avendo l’ardire di competere con Michele quanto a fotografia, non la pubblico, però mi piace farvi vedere (sotto) quella che ho scattato una decina di giorni fa a Parco San Felice, mentre facevo la mia camminata veloce di buon mattino, per dare ritmo e ossigeno al mio cuore bizzarro.
E l’intreccio dove sta? Dimenticavo. Ero in piedi stamattina presto e scattavo foto alla nebbia in quanto sto preparando il calendario Foggia 2016 con le fotografie di Michele Sepalone, che Lettere Meridiane regalerà ad amici e lettori. Quando?
State in campana, non c’è bisogno di prenotarvi, ma salvate la data: domani è il gran giorno.

Facebook Comments

Hits: 8

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *