Un foggiano alla guida della Nazionale e primo arbitro di serie A

di Maurizio De Tullio
In tema di microstoria sportiva, non sono pochi gli eventi e i personaggi della nostra provincia mai saliti alla ribalta delle nostre cronache, come avrebbero meritato. Da un lato perché tuttora ignoti, dall’altro perché ignorati, dalla grancassa del calcio di oggi.
Premessa necessaria per introdurre un altro grande uomo di sport del passato, dopo il tremitese Antonio Amato, olimpionico del canottaggio. Anzi, il riferimento è addirittura agli albori dello sport italiano che non per questa ragione merita l’oblio, anzi; altrove miei colleghi giornalisti – meno abbagliati dai tormenti della squadra di calcio locale – se ne sarebbero occupati affondando a piene mani tra gli annali dell’epoca o comunque alla ricerca di testimonianze, fonti, dettagli e curiosità. Ma tant’è… Se, come sostengo da troppi anni, la ‘cultura ultras’ ha attecchito in campi diversi dallo sport, figuriamoci i guasti (culturali) che ha prodotto in àmbito calcistico.
La prima di queste nuove belle figure dello sport dell’altrieri era in realtà un foggiano di origini modenesi, nato nella nostra città il 19 luglio 1887. Si chiamava Luigi Saverio Bertazzoni e prima di darvi conto del suo specifico professionale in campo sportivo, aggiungo che fu farmacista, tenente dell’Esercito italiano e giornalista. In questa veste, dalla Somalia fu collaboratore del “Corriere della Sera” e in quel lembo d’Africa diresse il “Corriere della Somalia”, un piccolo quotidiano edito presso quella colonia, divenuta italiana dal 1905, dopo un periodo di Protettorato. In Patria, invece, Bertazzoni si era precedentemente messo in luce firmando articoli per il quotidiano modenese “Il Panaro”, per la “Gazzetta dello Sport” e per il supplemento bisettimanale “Lo Sport Illustrato”.
La sua vera professione fu quella di farmacista, che svolse alternandola a quella di grande appassionato di calcio e di militare del Regio Esercito, prima in Italia e poi, per 11 anni, in Africa Orientale Italiana. Fu la moglie Adriana Montanari nel 1936 a chiedere una raccomandazione all’allora Governatore della Somalia perché il marito, in qualità di farmacista, potesse ottenere un posto con la sua qualifica a Mogadiscio. Cosa che poi avvenne. Ma, ovviamente, sono altri gli aspetti per cui vi parlo di questo nostro personaggio. 

Luigi Saverio Bertazzoni fu arbitro di serie A e, per soli sei mesi, Commissario Tecnico (seppure in team) preparatore della Nazionale Italiana di calcio per le Olimpiadi di Anversa del 1920. Agli albori del calcio italiano, infatti, non si parlava di singoli allenatori ma di Commissione Tecnica. La prima risale al 1910 ed era formata dal quintetto Meazza (Umberto e non il campionissimo Giuseppe), Recalcati, Camperio, Crivelli e Gama. Il primo ad avere, per così dire, la qualifica di allenatore fu nel giugno 1912 il grande Vittorio Pozzo, futuro campione del mondo con la Nazionale azzurra nel 1934 e 1938. Ma si trattò di una eccezione visto che solo dal 1924, e ancora con Pozzo, si assiste all’inizio delle gestioni al singolare.
Bertazzoni viene quindi chiamato a dirigere la nostra Nazionale insieme ad altri quattro tecnici: Meazza, Milano, Minoli e Calì. In quei sei mesi l’Italia è impegnata nelle selezioni per partecipare ai Giochi Olimpici di Anversa. Le statistiche riportano un totale di quattro partite giocate, con due vittorie e altrettante sconfitte, con cinque goal all’attivo e sette subiti. Non proprio una bella “striscia”.
Ma il “nostro” deve essere ricordato anche come il primo arbitro foggiano ad aver diretto gare di serie A. Eliminiamo, quindi, dai nostri annali di calcio il nome di Francesco Paolo Schena (che, poi, era nativo della Ciociaria) quale primo arbitro foggiano di serie A. Se, invece, parliamo di calcio moderno o di appartenenti alla Sezione arbitrale di Foggia, certamente fu Schena il primo “fischietto” ad aver diretto, alla fine degli anni ’50, gare del campionato di serie A, al quale seguirono due foggiani d.o.c. come Antonio Di Tonno e Giancarlo Pirandola, quest’ultimo rimasto nella storia del calcio italiano per aver convalidato un goal di mano del grande Diego Armando Maradona, in un turbolento Napoli-Udinese del 1985, finito 2-2. 
Entriamo ora nel dettaglio delle altre esperienze calcistiche di Luigi Saverio Bertazzoni, quando però già si era trasferito a Modena, della cui squadra fu socio e dirigente sin dalla sua fondazione, nel 1912. 
Il “nostro” venne eletto nel Consiglio Federale il 2 ottobre 1920, in conseguenza del tentativo di “secessione” messo in atto con la proposta della L.I.G.C. (Lega Italiana Giuoco Calcio), divenne Consigliere della C.C.I. (Confederazione Calcistica Italiana) nel 1921-22 ed arbitro ad honorem nel 1927.
Bertazzoni, tra le numerose gare dirette in serie A, fu protagonista anche dell’assegnazione del titolo di Campione d’Italia andato al Genoa nella stagione 1922-23. La fase finale nazionale – così si chiamava il torneo, che era anche diversamente strutturato rispetto ad oggi – vide impegnate nello scontro decisivo, di andata e ritorno, Genoa e Lazio. Diresse quella di andata, nel glorioso stadio “Marassi” di Genova, nella caldissima giornata del 15 luglio 1923, non senza polemiche per l’assegnazione di ben tre rigori ai padroni di casa, che si affermarono per 4-1. I liguri vinsero poi il titolo, battendo la Lazio a Roma per 2-0.
Bertazzoni unì alla passione per il calcio giocato (anche se, ovviamente, non da calciatore) quella di amante dei dati. A lui si deve, infatti, il primo e più accreditato “Annuario del Giuoco del Calcio” – edito nel 1927 e uscito in quattro edizioni, conservate come una reliquia presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena – antesignano del più moderno “Almanacco del calcio italiano”. 
Da giornalista appassionato di sport, nel 1928 diede alle stampe anche un altro testo considerato di rilevanza storica in Italia e dedicato ad una disciplina decisamente insolita a quei tempi: il volo a vela. Si trattò di uno dei rari studi italiani sugli alianti e il volo a vela senza motore, ed ebbe cura di corredare il volume con numerose fotografie dei primissimi alianti italiani.
Partito per l’Africa Orientale Italiana, nel 1930 sarà il primo Commissario della F.I.G.C. a Mogadiscio. Allora, infatti, il Campionato di calcio italiano era esteso anche agli italiani presenti nelle Colonie, e nel 1933 diverrà Presidente del nuovo Direttorio XXIIa Zona (Somalia). Nei campionati disputati in quelle regioni rispolverò l’amato fischietto e, vestendo la duplice… ‘camicia nera’, diresse molte gare, dando vita, nel 1937, al Gruppo Arbitri di Mogadiscio, presieduto per due anni.
In Africa Orientale ebbe anche modo di operare nell’àmbito delle attività del Touring Club Italiano, del cui ente fu Console ufficiale per la Somalia.
Saverio Bertazzoni muore a soli 53 anni il 23 marzo 1940, a poche settimane dall’infausto ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Ufficialmente la sua morte sarebbe avvenuta in seguito ad una grave malattia contratta l’anno prima. (m.d.t.)

(2- continua. Il primo profilo è stato dedicato al canottiere delle Isole Tremiti, Antonio Amato)

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Author: Geppe Inserra

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