di Maurizio De Tullio
Sono un appassionato di sport (oggi,
ahimè, solo passivo) ma confesso di non avere una grande predilezione per il baseball.
Ma ho piacere di occuparmene perché questa terza scheda, dedicata come le
precedenti a sconosciuti personaggi o a pezzi di storia poco nota del nostro
territorio, coinvolge un grande italo-americano, quale fu Fiorello La Guardia.
E il baseball, naturalmente. Ma andiamo con ordine.
Il più amato e celebrato sindaco di New
York, come si sa, fu proprio Fiorello La Guardia (1882-1947) al quale è
intestato anche il primo aeroporto della “Grande Mela”. Le sue origini erano
foggiane, almeno per parte paterna, visto che la madre era invece triestina.
Con l’occasione vorrei sfatare, una volta per tutte, la convinzione secondo la
quale Achille La Guardia, suo padre appunto, fosse nato a Cerignola. L’atto di
nascita sta lì a testimoniare la sua indiscutibile “foggianità”.
York, come si sa, fu proprio Fiorello La Guardia (1882-1947) al quale è
intestato anche il primo aeroporto della “Grande Mela”. Le sue origini erano
foggiane, almeno per parte paterna, visto che la madre era invece triestina.
Con l’occasione vorrei sfatare, una volta per tutte, la convinzione secondo la
quale Achille La Guardia, suo padre appunto, fosse nato a Cerignola. L’atto di
nascita sta lì a testimoniare la sua indiscutibile “foggianità”.
Il repubblicano Fiorello La Guardia
divenne sindaco di New York nel 1933 e mantenne sempre con la città di origine del
padre un buon rapporto, cominciato verso la fine della Prima Guerra Mondiale,
quando, da ufficiale dell’esercito americano, venne mandato proprio a Foggia,
presso la Scuola di Volo che a quel tempo era ospitata nell’attuale aeroporto
civile “Gino Lisa”, allora invece Militare e denominato “Foggia Sud”, che
ospitava la Regia
Scuola Italiana d’Aviazione.
divenne sindaco di New York nel 1933 e mantenne sempre con la città di origine del
padre un buon rapporto, cominciato verso la fine della Prima Guerra Mondiale,
quando, da ufficiale dell’esercito americano, venne mandato proprio a Foggia,
presso la Scuola di Volo che a quel tempo era ospitata nell’attuale aeroporto
civile “Gino Lisa”, allora invece Militare e denominato “Foggia Sud”, che
ospitava la Regia
Scuola Italiana d’Aviazione.
A settembre
del 1917, infatti, il Governo Italiano e quello degli Stati Uniti avevano
sottoscritto un accordo per l’addestramento presso la nostra Scuola d’Aviazione
di alcune centinaia di allievi piloti americani, destinati a reparti operanti
sul fronte bellico europeo.
del 1917, infatti, il Governo Italiano e quello degli Stati Uniti avevano
sottoscritto un accordo per l’addestramento presso la nostra Scuola d’Aviazione
di alcune centinaia di allievi piloti americani, destinati a reparti operanti
sul fronte bellico europeo.
Il 28 settembre
giunse a Foggia il primo gruppo di 46 militari, guidati dal maggiore William O.
Ryan – in seguito nominato comandante del distaccamento americano presso la R.
Scuola) – e appartenenti alla Prima Squadriglia Aerea. Un secondo contingente
di 160 allievi vi giunse due settimane dopo e lo guidava il Cap. Fiorello La
Guardia. A fine novembre arrivarono altri 90 uomini e altri giunsero nelle
settimane successive. In totale furono “brevettati” 457 allievi. Altri 400
giunsero al brevetto preliminare di pilotaggio, ed altri 131 conclusero la loro
attività nel bombardamento notturno: una parte di essi fu destinata al fronte
italiano, altri furono mandati in Francia.
giunse a Foggia il primo gruppo di 46 militari, guidati dal maggiore William O.
Ryan – in seguito nominato comandante del distaccamento americano presso la R.
Scuola) – e appartenenti alla Prima Squadriglia Aerea. Un secondo contingente
di 160 allievi vi giunse due settimane dopo e lo guidava il Cap. Fiorello La
Guardia. A fine novembre arrivarono altri 90 uomini e altri giunsero nelle
settimane successive. In totale furono “brevettati” 457 allievi. Altri 400
giunsero al brevetto preliminare di pilotaggio, ed altri 131 conclusero la loro
attività nel bombardamento notturno: una parte di essi fu destinata al fronte
italiano, altri furono mandati in Francia.
Il 20
giugno 1918 il 1° distaccamento di aviatori statunitensi, tra i quali una
ventina comandati dal Cap. La Guardia, viene inviato sul nostro fronte, dopo la
preparazione tecnica effettuata a Foggia in due gruppi da bombardamento su
trimotori Caproni (l’attuale Centro
Commerciale ‘Molgolfiera’ sorge nell’area a quel tempo occupata dallo
stabilimento Caproni per la manutenzione dei velivoli – ndr).
giugno 1918 il 1° distaccamento di aviatori statunitensi, tra i quali una
ventina comandati dal Cap. La Guardia, viene inviato sul nostro fronte, dopo la
preparazione tecnica effettuata a Foggia in due gruppi da bombardamento su
trimotori Caproni (l’attuale Centro
Commerciale ‘Molgolfiera’ sorge nell’area a quel tempo occupata dallo
stabilimento Caproni per la manutenzione dei velivoli – ndr).
Ad agosto
del 1918 Fiorello La Guardia viene promosso Maggiore e con questo grado guida
l’attività dei piloti americani sul fronte italiano, assistito dal Maggiore
Robert Glendenning. Un mese prima della fine delle ostilità, La Guardia viene
richiamato negli Stati Uniti, sostituito dal luogotenente John W. Lowmann. L’11
novembre 1918 la Grande Guerra termina, con la firma dell’armistizio con la
Germania, e la R. Scuola di Foggia cessa la sua attività. Una settimana dopo,
l’ultimo distaccamento statunitense viene trasferito in Francia.
del 1918 Fiorello La Guardia viene promosso Maggiore e con questo grado guida
l’attività dei piloti americani sul fronte italiano, assistito dal Maggiore
Robert Glendenning. Un mese prima della fine delle ostilità, La Guardia viene
richiamato negli Stati Uniti, sostituito dal luogotenente John W. Lowmann. L’11
novembre 1918 la Grande Guerra termina, con la firma dell’armistizio con la
Germania, e la R. Scuola di Foggia cessa la sua attività. Una settimana dopo,
l’ultimo distaccamento statunitense viene trasferito in Francia.
Come detto,
a più riprese furono “brevettati” 457 allievi. La permanenza a Foggia di quei
piloti fu scandita da vari momenti di svago, tra cui un minimo di attività
sportiva. Pur in assenza di una struttura attrezzata e adeguata agli standard
richiesti, molti allievi e vari ufficiali non smentirono la passione nazionale
americana e praticarono qui il loro sport nazionale: il baseball. In un certo
qual modo possiamo dire che quegli uomini lo introdussero in Italia.
a più riprese furono “brevettati” 457 allievi. La permanenza a Foggia di quei
piloti fu scandita da vari momenti di svago, tra cui un minimo di attività
sportiva. Pur in assenza di una struttura attrezzata e adeguata agli standard
richiesti, molti allievi e vari ufficiali non smentirono la passione nazionale
americana e praticarono qui il loro sport nazionale: il baseball. In un certo
qual modo possiamo dire che quegli uomini lo introdussero in Italia.
Infatti, come ricorda Vincenzo Di Gesù nell’Enciclopedia dello Sport della Treccani,
il baseball fece la sua prima comparsa in Italia a Torino, nella primavera del
1919, per iniziativa di Mario Ottino, che, nella zona di Valsalice, insegnò
agli amici le regole che aveva appreso negli Stati Uniti. Il gioco venne
praticato anche a Roma all’Accademia di educazione fisica, ma si diffuse solo
dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla massiccia presenza degli americani
nelle nostre città.
il baseball fece la sua prima comparsa in Italia a Torino, nella primavera del
1919, per iniziativa di Mario Ottino, che, nella zona di Valsalice, insegnò
agli amici le regole che aveva appreso negli Stati Uniti. Il gioco venne
praticato anche a Roma all’Accademia di educazione fisica, ma si diffuse solo
dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla massiccia presenza degli americani
nelle nostre città.
Secondo Di Gesù e altri storici, la data
ufficiale della nascita del baseball italiano, quale sport organizzato, è
quella del 12 marzo 1948 quando, a Milano, si tenne una riunione nel corso
della quale le varie società decisero di preferire il baseball al softball. Tre
mesi dopo, il 27 giugno 1948, di fronte a 2.000 spettatori, si disputò allo
stadio “Giuriati” di Milano la prima partita ufficiale.
ufficiale della nascita del baseball italiano, quale sport organizzato, è
quella del 12 marzo 1948 quando, a Milano, si tenne una riunione nel corso
della quale le varie società decisero di preferire il baseball al softball. Tre
mesi dopo, il 27 giugno 1948, di fronte a 2.000 spettatori, si disputò allo
stadio “Giuriati” di Milano la prima partita ufficiale.
Ma se la presenza a Foggia, come abbiamo
scritto, era attestata tra il 1917 e il 1918, va da sé che il baseball in
Italia fa la sua prima apparizione proprio a Foggia – prima di sbarcare a
Torino – e per merito di un oriundo foggiano, Fiorello La Guardia per
l’appunto.
scritto, era attestata tra il 1917 e il 1918, va da sé che il baseball in
Italia fa la sua prima apparizione proprio a Foggia – prima di sbarcare a
Torino – e per merito di un oriundo foggiano, Fiorello La Guardia per
l’appunto.
A testimonianza di quei
giorni, su un tratto di area sottratta all’operatività del campo di volo
foggiano, ci sono alcune foto, datate ottobre 1917, tratte dal bellissimo
libro “Dear Bert, An American
Pilot flying in WWI Italy” edito in Italia da
LoGisma in collaborazione con il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, e
opportunamente ancora in commercio.
giorni, su un tratto di area sottratta all’operatività del campo di volo
foggiano, ci sono alcune foto, datate ottobre 1917, tratte dal bellissimo
libro “Dear Bert, An American
Pilot flying in WWI Italy” edito in Italia da
LoGisma in collaborazione con il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, e
opportunamente ancora in commercio.
Si vedono due squadre americane
affrontarsi in una partita diretta da due ufficiali: una allenata dal Ten.
Frost, l’altra dal “nostro” Cap. Fiorello La Guardia che, in uno degli scatti
fotografici, è impegnato nel compilare il cosiddetto ‘line up’ (l’ordine di
battuta della sua formazione).
affrontarsi in una partita diretta da due ufficiali: una allenata dal Ten.
Frost, l’altra dal “nostro” Cap. Fiorello La Guardia che, in uno degli scatti
fotografici, è impegnato nel compilare il cosiddetto ‘line up’ (l’ordine di
battuta della sua formazione).
Per decenni questo sport a Foggia non
venne mai più praticato, se non in forma spartana e dilettantistica. Oggi,
invece, la nostra città annovera una società – il Baseball Club Foggia – che in
pochi anni è assurto quasi alla massima serie (alla faccia del calcio
milionario!), raggiungendo nell’estate di quest’anno la semifinale scudetto.
venne mai più praticato, se non in forma spartana e dilettantistica. Oggi,
invece, la nostra città annovera una società – il Baseball Club Foggia – che in
pochi anni è assurto quasi alla massima serie (alla faccia del calcio
milionario!), raggiungendo nell’estate di quest’anno la semifinale scudetto.
Ma gli annali di questo sport
annoverano, tra i campioni del passato, anche un atleta della nostra provincia.
Si tratta di Francesco Petruzzelli, nato a Cerignola il 24 ottobre 1962, che
con la Nazionale italiana fu addirittura olimpionico ai Giochi di Barcellona
del 1992.
annoverano, tra i campioni del passato, anche un atleta della nostra provincia.
Si tratta di Francesco Petruzzelli, nato a Cerignola il 24 ottobre 1962, che
con la Nazionale italiana fu addirittura olimpionico ai Giochi di Barcellona
del 1992.
È un altro dei tasselli mancanti nel
grande mosaico dello sport di Capitanata che il bravo Vincenzo Veneziano, in
qualità di Presidente dell’Associazione “Azzurri d’Italia”, dovrà prima o poi
provvedere a inserire, insieme all’altro Olimpionico da me recuperato
dall’oblio del passato e cioè il tremitese Antonio Amato, che partecipò con la
Nazionale italiana alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 e del quale ho scritto
nella prima delle “Lettere Meridiane” dedicate ai grandi ma sconosciuti
personaggi dello sport di Foggia e della sua provincia. (m.d.t.)
grande mosaico dello sport di Capitanata che il bravo Vincenzo Veneziano, in
qualità di Presidente dell’Associazione “Azzurri d’Italia”, dovrà prima o poi
provvedere a inserire, insieme all’altro Olimpionico da me recuperato
dall’oblio del passato e cioè il tremitese Antonio Amato, che partecipò con la
Nazionale italiana alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 e del quale ho scritto
nella prima delle “Lettere Meridiane” dedicate ai grandi ma sconosciuti
personaggi dello sport di Foggia e della sua provincia. (m.d.t.)
(3- continua. Il primo profilo è stato dedicato ad Antonio Amato, canottiere delle Isole Tremiti, che fu olimpionico a Melbourne nel 1956; il
secondo all’allenatore della Nazionale italiana di calcio del 1920 e primo
arbitro foggiano di serie A, Luigi Saverio Bertazzoni)
secondo all’allenatore della Nazionale italiana di calcio del 1920 e primo
arbitro foggiano di serie A, Luigi Saverio Bertazzoni)
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