La prima volta che Foggia conquistò (si fa per dire) la copertina dei giornali fu, manco a dirlo, per un evento tanto tragico quanto spettacolare: un gravissimo incidente ferroviario che provocò la morte di 6 persone ed il ferimento di una quarantina e che fu in pratica il primo grave fatto del genere che si verificò sulla giovane rete ferroviaria italiana.
Il 6 gennaio del 1910, diretto partito da Foggia si scontrò frontalmente con un treno merci che giungeva da Bari, alla stazione ferroviaria di Incoronata.
Alle drammatiche immagini della tragedia La Domenica del Corriere dedicò la copertina disegnata da Achille Beltrami che raccontava la cronaca con il suo efficacissimo tratto.
Il disastro fu provocato da un errore umano. “Fu lasciato partire il diretto, dimenticando ch’era imminente l’arrivo del merci, un caso di amnesia omicida”, si legge all’interno del numero della Domenica del Corriere del 16 gennaio.
La tesi dell’errore umano è sostenuta anche dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il merci avrebbe dovuto trovarsi già nella stazione di Foggia alla partenza del treno diretto 51, ma portava qualche minuto di ritardo. “Evidentemente – scrive la Gazzetta – alla stazione di Foggia si dovette dimenticare l’arrivo del merci, la cui presenza in linea nessuno poteva né doveva ignorare, e si dette il segnale di partenza al diretto, che si mosse con la consueta velocità e senza tema di ostacoli.”
La Gazzetta del 7 gennaio |
Lo scontro, definito dal giornale milanese “uno dei più gravi disastri ferroviari del nostro paese” si verificò quando erano da poco passate le 17. “L’urto – scrivono ancora i cronisti della Domenica – fu violentissimo, le due macchine si accavallarono e in parte s’incendiarono , i tetti dei due tender volarono a grande distanza e l’ambulante postale e parecchi vagoni si sfasciarono completamente.”
A perdere la vita furono tre ferrovieri e tre impiegati postali. I feriti, una quarantina circa tra cui alcuni gravi, tutti tra i passeggeri.
Sul convoglio viaggiava per una fortuita coincidenza il Prefetto di Bari, che rimase lievemente ferito nell’impatto.
“I viaggiatori che riuscirono a saltare giù dai vagoni – si legge ancora sulla Domenica – si dettero a fuggire terrorizzati, mentre altra gente accorsa die opera di estrarre i feriti e i morti di sotto i rottami.”
La copertina di Beltrami che potete scaricare ad alta risoluzione cliccando qui, mostra con drammatica ed efficace evidenza la scena del disastro.
La copertina della Gazzetta dell’8 gennaio |
Anche la Gazzetta del Mezzogiorno pubblicò la notizia con grande risalto: con un articolo nelle pagine interne il giorno successivo al disastro, ma dedicando l’intera prima pagina del numero in edicola l’8 gennaio.
Un commovente particolare sul tragico episodio si legge nel sito di Alberto Mangano che ospita una ricostruzione della vicenda di Tommaso Palermo. L’autore raccoglie la testimonianza dei parenti del macchinista del treno partito da Foggia Grazio Petrosillo, barese.
“Quest’ultimo, nello scorgere il pericolo – racconta Palermo – , rimase fino alla fine al comando del treno, cercando invano di arrestarne la corsa. Morì nell’impatto, nel tentativo di evitare una tragedia di più vaste dimensioni e per questo motivo il Re volle ricevere personalmente un gruppo di parenti per dare il proprio sentito cordoglio.
Assieme a Petrosillo, persero la vita Romano Galano, capoturno postale, Ernesto Ghirizzi, ufficiale postale, Leonardo Stampacchia, anche lui dipendente della Poste e il ferroviere foggiano Giuseppe Cianci.
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