La Fiera del Levante che apre i battenti dopodomani, ha fatto registrare il tutto esaurito. Non c’è neanche più uno spazio libero. La Fiera di Foggia versa ormai da anni in una crisi gravissima, le rassegne sono sempre più deserte, e i dipendenti percepiscono lo stipendio irregolarmente.
A Lecce, l’annuncio di Trenitalia che il Frecciarossa Puglia-Milano in partenza dal 20 settembre escluderà il Salento, ha provocato una mobilitazione popolare, che si è risolta con l’assicurazione da parte del governatore pugliese Michele Emiliano, che la Regione si farà carico degli oneri finanziari necessari perché il Frecciarossa possa arrivare fino a Lecce e, giacché ci siamo, che si farà tutto il possibile per prolungare fino al capoluogo salentino l’autostrada adriatica.
A Foggia non siamo riusciti ad avviare con Rfi neanche un minimo confronto per evitare il temuto bypass della stazione del capoluogo dauno nella linea ad alta capacità Napoli-Bari e per proporre all’azienda ferroviaria soluzione alternative, come la costruzione di una nuova stazione. Hanno realizzato il baffo senza neanche degnarsi di informare l’opinione pubblica, utilizzando un binario già esistente. Idem con patate in riferimento all’aeroporto: il declassamento del Lisa è passato nel silenzio della classe dirigente e nelle rancorose polemiche di un’opinione pubblica che riesce a dividersi perfino su infrastrutture strategiche, come lo scalo. Intanto il Gargano ha perso da tempo il primato turistico regionale, a vantaggio di aree più dinamiche e soprattutto più facilmente raggiungibili.
Per quanto riguarda la grande viabilità, mentre a sud della Puglia ci si mobilita per la costruzione dell’autostrada fino a Lecce, sono rimaste del tutto isolate le voci di quanti hanno sollecitato l’inserimento del completamento della superstrada del Gargano nel piano straordinario per il Mezzogiorno che il Governo dovrebbe licenziare nei prossimi giorni. A dirla tutta, la stessa notizia del piano, che in altre aree meridionali ha suscitato vivaci discussioni, in provincia di Foggia è passata tra l’indifferenza generale.
E poi ci lamentiamo? Ma di che ci lamentiamo?
Intendiamoci, una volta per tutte. Bari fa benissimo ad ostentare la Fiera del Levante come un fiore all’occhiello strategico per l’intero Mezzogiorno, e Lecce fa altrettanto bene a battersi per non venire penalizzata nel trasporto ferroviario e per avere arterie stradali degne di questo nome. Anzi dovrebbe essere tutta la Puglia e tutti i pugliesi a dover sostenere questi obiettivi.
E la provincia di Foggia che fa male, anzi malissimo quando non riesce a trovare un minimo di unità per non farsi mettere i piedi sulla testa.
Il problema non è solo politico, e la classe dirigente c’entra, ma fino ad un certo punto. La scarsa qualità della politica e dei politici non può essere un alibi per sottrarsi all’impegno civile. Il problema è anche, e forse soprattutto, culturale e morale. Dove sono gli intellettuali, dov’è la borghesia più o meno illuminata, dov’è l’opinione pubblica?
Dovremmo imparare a fare autocritica. Tutti.
Tanto per fare un altro paragone: quest’estate il Salento ha sperimentato per la prima volta sulla propria pelle il triste fenomeno del caporalato, che rappresenta per il Tavoliere una piaga antica, e mai sanata che trova la sua espressione più amara ed inquietante nel Ghetto tra Foggia e San Severo.. Mentre noi non siamo riusciti a chiudere quell’orrenda bruttura che è il Ghetto, nel Salento, artisti ed intellettuali hanno fatto immediatamente fronte comune contro lo schiavismo e lo sfruttamento dando vita ad un movimento che il 20 settembre sarà protagonista di una straordinaria kermesse intitolata Schiavitù Schiavoio (per saperne di più vi suggerisco di consultare il gruppo facebook Siamo uomini o caporali? che si occupa del fenomeno, veramente un bell’esempio di social di alto spessore civile).
Siamo bravissimi a fare una sola cosa: lamentarci, e gettare la croce addosso agli altri.
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