Pochi
lo sanno o lo ricordano, ma Benedetto Croce soffriva di psoriasi. In una sua celebre
istantanea fotografica, infatti, si possono notare, evidenti, le macchie presenti
sulla sua guancia destra. Ma come curava questa afflizione il grande filosofo
abruzzese, nato nel 1866 e scomparso nel 1952?
Certamente
con qualche soluzione farmacologica alla quale, però, aggiungeva o alternava un
tipo di erba che trovava solo in provincia di Foggia. E la nostra terra, come
si sa, fu per lui una specie di seconda famiglia.
con qualche soluzione farmacologica alla quale, però, aggiungeva o alternava un
tipo di erba che trovava solo in provincia di Foggia. E la nostra terra, come
si sa, fu per lui una specie di seconda famiglia.
Come ricorda Antonio Vitulli, fra
le province e le città italiane, la Capitanata e Foggia furono fra i siti nei quali
la frequentazione di Benedetto Croce fu certamente fra le più assidue ed
intense. E questo non solo per motivi, come dire, economici, avendo qui Croce
le sue proprietà terriere più notevoli, ma per ragioni dovute all’antica
frequentazione da parte della sua famiglia.
le province e le città italiane, la Capitanata e Foggia furono fra i siti nei quali
la frequentazione di Benedetto Croce fu certamente fra le più assidue ed
intense. E questo non solo per motivi, come dire, economici, avendo qui Croce
le sue proprietà terriere più notevoli, ma per ragioni dovute all’antica
frequentazione da parte della sua famiglia.
Escludendo gli interessi economici,
culturali e politici che Croce ebbe con luoghi e persone di Foggia, Lucera e di
altre località di questa provincia, approfondiamo il poco conosciuto aspetto
relativo alle alternative farmacologiche – evidentemente salutari – che il
grande pensatore trovò in terra di Capitanata.
culturali e politici che Croce ebbe con luoghi e persone di Foggia, Lucera e di
altre località di questa provincia, approfondiamo il poco conosciuto aspetto
relativo alle alternative farmacologiche – evidentemente salutari – che il
grande pensatore trovò in terra di Capitanata.
A svelarlo fu Pasquale Soccio, in
un articolo pubblicato sulla terza pagina de “Il Giornale d’Italia” – celebre quotidiano romano, oggi non più in
edicola – in data martedì 6 maggio 1997.
un articolo pubblicato sulla terza pagina de “Il Giornale d’Italia” – celebre quotidiano romano, oggi non più in
edicola – in data martedì 6 maggio 1997.
L’articolo, in verità, celebrava un
illustre figlio di Puglia, una grande autorità del mondo della cultura e delle
biblioteche, il lucerino Giambattista Gifuni, che di Croce era amico.
illustre figlio di Puglia, una grande autorità del mondo della cultura e delle
biblioteche, il lucerino Giambattista Gifuni, che di Croce era amico.
Soccio dedica l’intera pagina del
giornale in occasione del ventennale della scomparsa di Gifuni e ricordando una
serie di aspetti riguardanti l’interesse che Benedetto Croce nutriva per il
territorio di Lucera e per certe sue figure di spicco – tra cui, appunto,
Giambattista Gifuni -, cita un particolare che effettivamente forse i soli
Soccio e Gifuni conoscevano.
giornale in occasione del ventennale della scomparsa di Gifuni e ricordando una
serie di aspetti riguardanti l’interesse che Benedetto Croce nutriva per il
territorio di Lucera e per certe sue figure di spicco – tra cui, appunto,
Giambattista Gifuni -, cita un particolare che effettivamente forse i soli
Soccio e Gifuni conoscevano.
Entrambi, “con devota premura”, si inoltravano oltre Lucera “verso certi prati nei pressi di Biccari,
alla ricerca di un’erba utile contro la psoriasi di cui Croce soffriva e ne
spedivamo accurati pacchi al maestro”.
alla ricerca di un’erba utile contro la psoriasi di cui Croce soffriva e ne
spedivamo accurati pacchi al maestro”.
Non è dato sapere quanto l’utilizzo
di questa – per ora a noi sconosciuta – erba sortisse gli effetti desiderati,
ma se il celebre filosofo abruzzese se ne faceva mandare addirittura interi
pacchi vuol dire che una qualche utilità era garantita.
di questa – per ora a noi sconosciuta – erba sortisse gli effetti desiderati,
ma se il celebre filosofo abruzzese se ne faceva mandare addirittura interi
pacchi vuol dire che una qualche utilità era garantita.
Sarebbe bello scoprire quale
medicamentosa erba lucerino-biccarese facesse uso Croce. Potranno forse
svelarlo omeopati, medici e ristoratori dei Monti Dauni, come Peppe Zullo di
Orsara, che di erbe nostrane hanno fatto virtù, esaltandone sapori e colori in
tante trasmissioni televisive e finanche a Expo Milano.
medicamentosa erba lucerino-biccarese facesse uso Croce. Potranno forse
svelarlo omeopati, medici e ristoratori dei Monti Dauni, come Peppe Zullo di
Orsara, che di erbe nostrane hanno fatto virtù, esaltandone sapori e colori in
tante trasmissioni televisive e finanche a Expo Milano.
Il mistero resta. Lo lanciamo, in
primis, al giovane e dinamico sindaco di Biccari, Gianfilippo Mignogna, perché
possa farlo svelare ai tanti cultori di storia locale.
primis, al giovane e dinamico sindaco di Biccari, Gianfilippo Mignogna, perché
possa farlo svelare ai tanti cultori di storia locale.
Maurizio De Tullio
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Il Farfaraccio e la Bardana sono usate per curare la psoriasi.
Ringrazio per la tempestività e la competenza il Sig. Marrese, che Geppe mi assicura essere grande esperto della materia.
Mi resta però l'altro dubbio: ma le citate erbe crescono effettivamente nel territorio che ho citato nell'articolo?
Cordialmente (Maurizio De Tullio)