Giornalista free lance, con l’occhio sempre vigile sulla città capoluogo, sui suoi problemi e le sue potenzialità, Nico Baratta ha uno sguardo che mi piace sulla realtà che ogni giorno raccontiamo, come cronisti. Ha la capacità di guardare alle cose ad altezza d’occhi, e nello stesso tempo di non lasciarsi schiacciare dal peso a volte soverchiante dell’attualità. Giudicare e raccontare in prospettiva.
Il buon Nico ha voluto convidere con amici e lettori di Lettere Meridiane (e lo ringrazio per questo) l’interessante puntata dedicata dalla sua rubrica #puntidisvista al parco acquatico di prossima costruzione a Foggia, iniziativa di natura privata che sta suscitando tante aspettative e tanti commenti. L’analisi di Baratta è suggestiva e interessante, proprio per il suo valore prospettico: sullo sfondo le complesse vicende urbanistiche che hanno interessato la città di Foggia negli ultimi decenni, determinandone, nel bene e nel male, la storia.
di Foggia e più chiedo a me stesso dove son finite tutte quelle promesse fatte
da 20 anni a oggi dai vari politici locali che si sono succeduti al Comune,
alla Provincia, alla Regione, in Parlamento, a Bruxelles.
“promessa”, dovevano sorgere campi polisportivi, piste ciclabili, abitazioni
per l’housing sociale, case d’accoglienza e di recupero, giardini con parchi,
fontane varie tra cui quelle da ristrutturare per uso comune con acqua potabile
(come c’erano fino a 20 anni fa, dove il cittadino si rinfrescava con le decine
e decine di fontane sparse per Foggia). E con essi il lavoro non doveva e poteva
mancare, se l’economia si basa sul circolo della moneta. Fino a poco tempo fa,
sempre quei politici dalle promesse facili, dovevano sistemare l’area urbana
dei Quartieri Settecenteschi, purtroppo una periferia in pieno centro dal
valore storico, e costruire i parcheggi di scambio ai vari ingressi della
città, iniziando da quella con direzione Bari.
puntiamo il dito e poi la corteggiamo per nostre personalissime esigenze.
Quella città, meglio dire, i politici e imprenditori baresi, che ci hanno tolto
tanto e ci tengono in bilico su altrettanti sviluppi economici.
discariche, cemento su cemento, quasi a sotterrare l’urbe dei sogni e con essa
le loro “promesse” che definisco “fatue”.
parcheggi di scambio, quelli direzione Bari (guarda caso…), ora sorgono
costruzioni industriali e edifici abitativi a tre piani, rigorosamente privati.
Altro che housing sociale e un aiuto all’ambiente e alla salubrità della nostra
aria cittadina.
PIRP, etc… acronimi che prendono senso se la promessa da fatua diventa utile al
cittadino e non al costruttore, all’imprenditore e politico di turno. Mah….
Tuttavia tutti e tutto hanno un prezzo!!!
mare a Foggia. Bella questa….
quella che faranno arrivare a Foggia nel Park appena varato, sperando che non
sia intrisa con quella di fogna. Certo è che in quella di mare il pericolo
medusa era probabile, ma naturale; in quella varata dal Comune di Foggia, la
Medusa potrebbe scomparire, finanche sotterrata, a fronte di altre distrazioni
meno culturali ma più proficue per le tasche di pochi.
Anzi, il parco, i suoi 1200 posti di lavoro (esagerati, temporanei, ma
possibili) previsti e speriamo non “promessi”, l’indotto storico-culturale e
suoi benefici, siano proficui per tutta la Capitanata e non per i soliti noti
dalle Fatue Promesse.
Mazzei, erano mazzate per tutti.
Maiora!
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