Non si sono lasciati pregare, gli amici e i lettori di Lettere Meridiane, a prendere parte al gioco che ho proposto qualche settimana fa, in una precedente lettera meridiana, invitandoli a raccogliere ricordi e memorie dell’alluvione che colpì Foggia negli anni Sessanta, a causa dell’esondazione del Torrente Celone.
Come succede spesso, tra i gruppi più ricettivi nel raccogliere l’invito è stato Foto di Lucera com’era una volta, che ha offerto diversi contributi, a cominciare dall’apprezzamento di Giuseppe Gramazio che ha scritto: “Molto bella questa iniziativa; tempo fa avevo sollecitato, forse in un altro gruppo, quanti fossero in possesso di foto riguardanti l’alluvione di Foggia avvenuta alla fine degli anni ’60, però con scarso successo. Spero che questa volta riscuota più successo.”
Non sono purtroppo giunte foto, ma ricordi interessanti sì, e tanto da permettere di pervenire ad una prima conclusione: in passato Foggia è stata spesso oggetto di inondazioni. Con pesanti danni alle cose, come ricorda, sempre sulla bacheca del gruppo lucerino, Tina Bonante: “Brutto ricordo, noi avevamo 50 macchine usate, vendevamo auto ed erano parcheggiate in un garage sotterraneo che si trovava proprio sulla via del deflusso delle acque, potete immaginare cosa venne fuori
tutto da buttare in discarica. Avevo delle foto ma le ho distrutte.” Peccato, se qualcuno conserva fotografie di questi eventi sarebbe veramente bello poterle condividere.
La parte della città più colpita era naturalmente quella orientale (Camporeale-Candelaro), come racconta Lucia Anna Rita Finamore: “Negli anni passati il Celone esondava spesso e l’acqua arrivava in via Lucera e i quattro palazzi (nella foto a fianco) ne subivano le conseguenze!I pompieri erano di casa.”
Le fa eco Bruno Caravella, anche lui residente nella zona: “Sì. Incredibile. Ricordo che l’acqua arrivò fino a Piazza Sacro Cuore, in via Lucera.”
Sulla bacheca di Veraci Foggiani, è Gino Mucchetti ad offrire la sua testimonianza: “Tanti anni fa come pioveva un poco si allagava la zona di via Lucera, e i quattro palazzi non ne parliamo, si riempivano con un metro d’acqua. Dal povero fiume non bonificato fuori usciva tanta acqua che allagava la zona., compresa via san Severo, e succedeva spesso. E si sentiva il rumore delle sirene dei pompieri che correvano a dare manforte.”
Michele Stranieri ricorda, invece: “Mi pare fosse nel ’65 o ’66 abitavo vicino san Ciro, uscendo dal portone, io e mia madre sprofondammo nell’acqua fino alle ginocchia, in una strada non ancora asfaltata.”
Ad essere colpito, una volta, fu perfino il quartiere ferroviario, come afferma Fernando Faleo: “Ricordo che l’acqua arrivò anche alla stazione di Foggia ove sommerse i binari.”
Il ricordo di Faleo è confermato da Enzo Garofalo: “Il torrente Celone, alla fine degli anni Sessanta, in piena estate straripò, creando un laghetto in fondo a via S.Antonio di fianco alla ferrovia.”
Gino Longo non ha ricordi diretti ma – scrive – “ho sentito dire che le acque giunsero in città sino a Piazza Villani.
Franco Onorati offre una testimonianza molto viva: “Avevo circa otto anni l’acqua costeggiava la ferrovia Foggia-Lucera, sembrava seguirne il percorso, arrivò fino al casello ferroviario di via San Severo inondando le baracche li vicine. Ogni volta che percorro la strada per Lucera cerco di capire da dove iniziò l’esondazione. Ne ho il ricordo ancora vivo.”
La foto in alto è la sola testimonianza fotografica che esista di un’esondazione del Celone. Intitolata Un lago? no, un aeroporto è custodita nell’Imperial War Museum. Mostra un aviatore, che si chiamava R.Stuart, di stanza nell’aeroporto che sorgeva appunto sul Celone, mentre tenta di recuperare alcuni utensili, dopo lo straripamento del torrente.
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