Foggia riflette sul suo futuro, e serra i ranghi in vista di un confronto ormai non più procrastinabile con Rete Ferroviaria Italiana, da cui dipende una fetta non trascurabile delle possibilità di rilancio di un territorio che sembra piombato in una crisi irreversibile.
L’assemblea indetta ieri dal Comitato “Un baffo ferroviario a Foggia” presieduto da Luigi Augelli ha registrato una partecipazione attenta, attiva, intensa. Ve ne riferirò compiutamente nei prossimi giorni, perché quella del bypass è una storia articolata, lunga, che merita di essere raccontata nei dettagli.
Per il momento, voglio però sottoporvi due particolari emersi durante l’assemblea, due illuminanti indizi sulla considerazione in cui i vertici di Rfi tengono Foggia (e su quanto sarà difficile spuntare risultati positivi per la città).
Il primo è che nei prossimi anni la stazione di Foggia chiuderà ogni attività ferroviaria. Secondo la road map di RFI, infatti, l’anno prossimo andrà in appalto il progetto che farà diventare tutte le attività della stazione di Foggia, telecomandate dal posto centrale di Bari Lamasinata. Potete leggere tutti i particolari in questo post, nel sito del Comitato.
La seconda storia riguarda proprio il bypass, andato in esercizio il 5 luglio scorso. La riattivazione del collegamento, che era in uso già negli anni Cinquanta, ha comportato la costruzione di un “portale”, che, com’è stato spiegato dai tecnici, serve a delimitare e a gestire i diversi tratta della linea dell’alta tensione elettrica.
E sapete dov’è stato costruito? Come documenta la foto, proprio a ridosso del ponte di via Bari, recentemente chiuso per presunti problemi statici. L’ingombrante manufatto non presenta rischi per le persone, ma pone una seria ipoteca sul futuro del ponte stesso. Cosa accadrebbe se infatti si volesse raddoppiarlo o allargarlo? Non si può più farlo, visto che il portale sorge veramente a pochi centimetri.
Vien fatto di chiedersi se Rfi ha chiesto ed ottenuto le dovute autorizzazione per realizzare un’opera così ingombrante. Naturalmente sì. Ma chi gliel’ha concesse non è stato particolarmente lungimirante.
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