È murata vicino alla porta d’ingresso di un sottano, ed indica che il locale era stato dichiarato inabitabile dalle pubbliche autorità municipali. Mi ha colpito lo stemma cittadino, posto obliquamente rispetto alla scritta, che consente una datazione sufficientemente precisa della lapide: venne apposta durante il fascismo, e con ogni probabilità dopo il 1938, anno in cui dalla civica amministrazione venne adottato lo stemma che prevedeva l’aggiunta sulle tradizionali tre fiammelle, del simbolo del fascio littorio, come dal bozzetto che vedete, e che ho tratto da una approfondita ricerca di Michele Paglia, di cui nei prossimi giorni mi occuperò con dovizie di particolari.
Lo stato di conservazione della lapide non è eccellente, alcune lettere della scritta sono poco leggibili, però si nota ancora il fascio, stilizzato, circondato da rami di quercia ed alloro.
Quella pubblica dichiarazione di inabitabilità doveva servire probabilmente a scoraggiare il fitto del locale per usi impropri. Di lapidi del genere dovevano essercene parecchie a Foggia. I bombardamenti, la ricostruzione, le ristrutturazioni edilizie dei decenni successivi le hanno però decimate. Che io sappia, quella mostrata in alto è l’unica superstite.
Ne conoscete altre? E dove sta quella di cui vi ho parlato? Giro la domanda agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane a mo’ di test: quanti foggiani guardano la loro città ad altezza d’occhi?
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