Sembrava tingersi ancora più di giallo il mistero delle carte gemelle della Capitanata, di cui ho parlato in una recente lettera meridiana. Ma come succede in ogni giallo che si rispetti, ecco giungere il colpo di scena offre anche la soluzione al mistero.
Dopo le mappe di Blaeu e di Jansson è spuntata una terza mappa, che con ogni probabilità risolve anche il problema su chi abbia copiato l’altro, tra Blaeu e Jannson. I due cartografi non si sono imitati l’uno con l’altro, ma entrambi hanno tratto ispirazione dalla terza mappa, la più antica, che si trova per giunta a Foggia.
Ancora una volta la soluzione dell’enigma è stata possibile grazie al social, che consente la condivisione di archivi e di informazioni, mettendo rapidamente in comune la conoscenza.
Quando pubblicai la prima mappa di Willem Blaeu, resa di dominio pubblico, dall’antiquario newyorkese Geographicus Rare Antique Maps e da Wikimedia Commons, Gioacchino Rosa Rosa condivise il post, e raccolse il commento di un comune amico, Gino Di Pietro, che informò la comunità facebook di avere nella sua stanza, alla Camera di Commercio, una carta molto simile a quella di Blaeu.
Sono stato da Gino Di Pietro per poterla guardare. Si tratta di un originale, diverso sia dalla mappa di Blaeu sia da quella di Jan Jansson, segnalata da Lino Zicca sul gruppo Foto di Lucera com’era una volta, di cui ho parlato in un recente post.
Le informazioni cartografiche ed i toponimi in essa contenuti sono praticamente simili a quelli delle altre due mappe più note. Identico il titolo (Capitanata olim Mesapia et Iapygia Pars). Cambiano in sostanza solo i motivi ornamentali e i colori.
Sulle prime, il mistero sembrava diventare ancora più fitto di prima. Ma Di Pietro mi ha regalato un pregevole libro che illustra il patrimonio artistico della Camera di Commercio, pubblicato dallo stesso ente camerale, e scritto del 1998 da Vittorio Marchesiello, artista e storico dell’arte foggiano, che l’anno prima aveva compiuto la stessa operazione catalogando e recensendo il patrimonio artistico della Provincia.
Le informazioni contenute nel bel volume offrono la chiave dell’enigma. La carta (che come mi ha raccontato Gino venne da lui fortunatamente rinvenuta in un ripostiglio della Camera, dove correva i rischio di andare perduta) è certamente più antica della altre due.
Ne è autore un personaggio di prim’ordine della scienza del XVI secolo, Giovanni Antonio Magini, astronomo, matematico e geografo nato a Padova, che fu in corsa con Galilei per la cattedra di matematica a Bologna, e intrattenne rapporti con i maggiori scienziati del suo tempo, come Keplero e Copernico.
Come astronomo osservava una posizione tradizionalista: sosteneva il sistema geocentrico (il sole che gira attorno alla terra…) e non quello eliocentrico promosso da Copernico e sostenuto da Galilei. Fu però un cartografo e un geografo di prim’ordine. A Magini si deve l’Atlante geografico d’Italia che uscì postumo. L’opera si distingue in quanto contiene le mappe di ogni regione italiana con la nomenclatura esatta e le note storiche.
La mappa fortunatamente riportata alla luce da Gino Di Pietro e così tenacemente custodita per tanti anni viene così commentata da Marchesiello: “la cartina geografica di Giovanni Antonio Magini rappresenta la Capitanata nei modi di alcuni altri autori posteriori.”
Una circostanza questa confermata anche da Wikipedia. Nella voce dedicata a Magini si legge, infatti, che “le sue mappe delle aree italiane furono utilizzate come base per la produzione cartografica di Jodocus Hondius e Joan Blaeu.”
I conti tornano. Magini morì nel 1617, e dunque la sua cartina della Capitanata dev’essere per forza di cose anteriore a questa data. Le cartine di Blaeu e di Jansson risalgono invece al 1630-37.
Gino Di Pietro non ha tuttavia il marito di aver salvato soltanto la preziosa mappa della Capitanata di Magini. Nella sua stanza campagna infatti una carta ancora più antica e ancora più preziosa: il Regno di Napoli di Pyrro Logorio. Ma questa è un’altra storia, che vi racconto un’altra volta.
L’immagine della cartina di Magini è tratta dal libro di Marchesiello, la riproduzione tipografica purtroppo non è eccellente e non rende giustizia all’originale, che presenta tratti molto più ricchi e definiti. Con tali limitazioni, la cartina è disponibile ad alta risoluzione cliccando qui.
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