Mi è successo di rado di registrare una discussione così intensa e consapevole su Lettere Meridiane, come quella che si è sviluppata sulla idea che subito dopo Taranto, Emiliano e il suo governo regionale tengano una seduta nella Puglia settentrionale, a Foggia e a Lucera.
Il dibattito è interessante per la ricchezza e la varietà dei punti di vista, ma anche perché certifica un insospettato interesse della comunità provinciale verso la Regione Puglia, e un diffuso desiderio di un rapporto più solido con questa istituzione.
Ad aprire le danze è stato uno che di Regione Puglia se ne intende, per esservi stato assessore per diversi anni, il lucerino Roberto Paolucci che di primo acchito scrive ironicamente: “Il circo equestre…. in tournée.” Ma subito dopo precisa: “L’idea di Regione non è ancora radicata e fanno di tutto per disperdere quel poco di lavoro che è stato fatto in questa direzione. Nemmeno i baresi amano la loro Bari che è capoluogo della Regione, sede del Consiglio Regionale. Per pura demagogia. Chiacchiere tante, fatti pochi.”
Michele Dell’Edera osserva che “se lo fa a Taranto lo farà anche a Foggia”, mentre Antonio Tulino ricorda che l’eventualità di una seduta del consiglio regionale a Taranto è “perché si discuterà dell’Ilva.”
Rino Severo non è d’accordo: “Ma che sono queste pagliacciate, il consiglio a Taranto, uno a Polignano, un altro a Santa Maria di Leuca, ma lo sapete che poi ci devono chiedere la trasferta e le spese di soggiorno in alberghi a 5 stelle? Amma vedè chi pagherà tutto questo casino.”
Anche Gino Longo manifesta scetticismo, accompagnandolo da un certo sarcasmo: “Magari nell’occasione si potrebbe organizzare una serata di karaoke e balli di gruppo! Più che una seduta in Capitanata,che non serve a nulla se non ad aspetti di facciata. auspico che Emiliano possa tener conto, a differenza dell’uscente pifferaio magico, che la Capitanata è in Puglia e si fare realmente qualcosa per questo territorio lasciato al suo destino.”
Vins Ger riflette sul più generale tema del rapporto tra la Capitanata e la Puglia: “Caro Geppe, è inutile a me pare una battaglia già persa, che dire poi di quando il Sindaco della Puglia, insediatosi a S.Severo come Assessore alla legalità dichiarò di essere letteralmente innamorato della nostra Capitanata.!”
Lucido e provocatorio il commento di Anna Maria Bisciotti: “No, penso ad Anzano di Puglia oppure … mi viene da ridere, si fa una bella sagra e tutto finisce a tarallucci e vino. Nel Salento la Xilella, a Taranto l’Ilva, nel Brindisino la Tap. Sembra proprio che la Capitanata non abbia bisogno di niente. Che viene a fare?”
Antonio Cera, ex consigliere provinciale racconta un gustoso episodio del quale, pur avendo lavorato tanti anni a Palazzo Dogana, onestamente non ero a conoscenza: “Geppe, dipende sempre da noi. Quando ci fece visita, parlo della Provincia di Foggia, il Presidente Ciampi, nell’accoglierlo Vendola gli fece dono di un’immagine di S. Nicola. Me ne lamentai con Filippo Santigliano, e gli feci giungere una mia nota. Scrissi: perché non S. Michele o una stele dauna o un’immagine di Padre Pio o un qualche altro simbolo della Capitanata-Gargano ? Dipese da “noi”, continua a dipendere da “noi”!”
Vittorio Bombino arricchisce la mia idea iniziale, del consiglio regionale a Foggia o a Lucera (per le ragioni che ho esposto in questa lettera meridiana) di una ulteriore opzioni: “Magari qualche volta pure a Cerignola! Dove ci vogliono mettere inceneritori e discariche a tutto spiano. Sono 50 anni che tutta la Capitanata è ignorata e snobbata dai governi regionali. Ci tengono in Puglia solo per i voti e per metterci i rifiuti e gli impianti pericolosi ed inquinanti. Viva la Capitanata libera!”
Roberto Paolucci interviene nuovamente per riflettere sul ruolo complessivo della istituzione regionale e sul rischio che alcune iniziative possano scadere nel localismo: “La Regione deve promuovere opere che abbiano un valore regionale. Ai campanili dovrebbero provvedere i Comuni, con l’aiuto della Regione, se necessario.”
Sono d’accordo. Però il problema di una identità regionale forte e condivisa dall’intera comunità regionale e da tutte le istituzioni che la rappresentano è reale e la volontà di decentrale in qualche modo la Regione, che pare ispirare l’idea di Emiliano, mi pare vada in questa direzione.
Sintetici ma significativi i commenti di Antonio Blasotta (“Non verrà mai”), Eugenio Briglia (“Speriamo che viene”) e Rosalia Gatta (“Si può fare”).
A conferma della ricchezza e dello spessore della discussione, Ciro Mitoli aggiunge alla riflessione un elemento nuovo, ma importante: la bruttura della legge elettorale regionale pugliese. “Certo che avere sette consiglieri eletti come la BAT che ha la metà dei nostri abitanti provinciali – scrive – non depone a favore dell’istituzione regionale pugliese intesa come agglomerato democratico.”
È d’accordo con Mitoli Roberto Paolucci: “La legge è stata fatta con i piedi. Nessuno ha chiesto scusa.”
Ciro Mitoli chiosa: ancor di più per me il consiglio regionale è delegittimato, un carrozzone di spese utili solo a tenere in auge gli stipendi e i vitalizi dei consiglieri eletti oltre alle sedi estere che non funzionano, alle consulenze milionarie, ad alcune provincie che si arricchiscono a danno di altre. Mi sembra che sia venuto il momento, almeno per i nostri eletti (se hanno gli attributi e rispetto per i propri elettori) di alzare la voce per la nostra bistrattata provincia… ma forse è solo pia illusione.”
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