Renzi antipatico. Ma sulla grammatica ha ragione.

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Il post di ieri, sul presunto errore commesso dal premier Matteo Renzi mentre illustrava in un video i contenuti della riforma della scuola (aveva scritto sulla lavagna cultura umanista e non – come secondo alcuni sarebbe stato corretto – cultura umanistica) ha suscitato un nugolo di reazioni.
Alcune carine ed appassionate, altre meno(c’è stato perfino chi ha chiesto di cancellare il post da un gruppo, in quanto sarebbe stato off topic, cioè fuori argomento).
Dalla discussione mi sono reso conto che il confine che separa l’ideologia dai dati di fatto a volte è labile. Anche quando tali dati di fatto attengono a questioni per definizione sottoposte a regole, come la grammatica.
Ribadisco che il mio post non intendeva entrare in alcun modo nel merito della riforma. Da tempo il presidente del consiglio non mi sta più simpatico come agli inizi, e per quel che può valere ho raccontato la mia opinione in questa lettera meridiana intitolata non casualmente Perché Renzi mi piace sempre meno.
Ma è il caso anche di ribadire che l’ideologia non può sovvertire la grammatica e alle autorevoli fonti citate nel post di ieri aggiungo una che credo nessuno possa mettere in discussione. Il Grande dizionario dell’uso della UTET. Vedete nell’immagine di apertura del post la voce del dizionario relativa alla parola umanista che viene definita sia come sostantivo maschile o femminile, sia come aggettivo. I simboli CO e TS a fianco al 4, che declina l’uso del termine come aggettivo, sta a significare che si tratta di uso sia comune che tecnico-specialistico.
Ne consegue che l’uso dei termini cultura umanista è corretto.

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Author: Geppe Inserra

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