Premuroso come sempre, l’amico Tommaso Palermo ha raccolto la mia sollecitazione a saperne di più su quel 451° Bomb Group che operava nell’aeroporto di Castelluccio dei Sauri, e che aveva il suo comando operativo nella Masseria Nannarone, di cui ho parlato in una recente lettera meridiana, grazie alle belle fotografie inviatemi dall’amico Enzo Garofalo.
Palermo è riuscito prima di tutto a scovare, nel suo ricchissimo archivio, con la collaborazione dei reduci con cui ha stretto proficui rapporti di collaborazione, una immagine di com’era la masseria durante l’occupazione alleata (la vedete a destra), quando venne appunto utilizzata quale base del comando strategico del reparto dell’aviazione americana.
Palermo aggiunge un particolare importante. Quell’aeroporto e quel gruppo, il 451°, sono tristemente noti per essere stati protagonisti di una delle stragi più gravi e nefande della seconda guerra mondiale, passata alla storia come strage di Gorla, dal nome del quartiere popolare milaese su cui si abbatté la violenza omicida dei bombardieri americani.
Sono gli agghiaccianti paradossi della storia: dopo essere stata vittima della campagna aerea più virulenta da parte degli alleati, con l’uccisione di migliaia di inermi civili, Foggia e i suoi aeroporti occupati dagli americani diventarono, a loro volta, la base di partenza per missioni aeree che provocarono altre stragi. Ed ecco la storia.
Sono le 7.58 del 20 ottobre 1944 quando dal Castelluccio Field partono 36 bombardieri, alla volta di Milano. La squadriglia fa parte di un contingente più ampio il cui obiettivo è la distruzione di tre fabbriche ubicate nel capoluogo lombardo, la Isotta Fraschini, la Breda e l’Alfa Romeo, controllate dai tedeschi.
Il 451º Bomb Group, guidato del colonnello James B. Knapp, ha il compito di distruggere gli stabilimenti della Breda a Sesto San Giovanni.
La scuola elementare colpita dalla bomba. |
Ma una delle squadriglie sbaglia rotta e quando il comandante si accorge dell’errore è troppo tardi per cercare di allinearsi e tornare alla rotta prevista.
Non sa che fare. Dovrebbe cercare un obiettivo secondario, oppure tornare indietro cercando di sganciare in campagna o in mare le bombe, ormai innescate e di cui deve perciò disfarsi. Ma non trova di meglio che ordinare ai piloti dei bombardieri facenti parte della squadriglia di liberarsi del micidiale carico, all’istante.
Gli ordigni cadono sul quartiere popolare di Gorla: una delle bombe dall’elevato potenziale esplosivo finisce sulla scuola elementare, sfondando il tetto e precipitando nella tromba delle scale, proprio mentre gli scolari stanno cercando di mettersi in salvo, correndo verso il rifugio antiaereo.
Il bilancio è agghiacciante: muoiono 184 bambini e 19 maestre. Sono passati alla storia come i piccoli martiri di Gorla.
E sarebbe forse ora che qualcuno promuova un gemellaggio tra le due popolazioni, quella foggiana e quella milanese, entrambe così’ duramente colpite dai cosiddetti bombardamenti strategici, che avevano lo scopo di terrorizzare la popolazione civile.
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