Francesco Paolo Gentile, dal suo canale Foggia Video Reporter, recentemente inaugurato su Facebook, rilancia la questione della bonifica del sito dove sorgeva, nei pressi dell’Istituto Poligrafico dello Stato, la fabbrica segreta di armi chimiche che probabilmente incrementò il valore strategico di Foggia nello scacchiere bellico e di conseguenza la ferocia dei bombardamenti alleati.
La fabbrica ebbe vita breve. Come ricorda Gentile, lo stabilimento “fu realizzato nel 1941 dai fascisti sotto la guida di esperti tedeschi spacciandola per fabbrica di birra. Entrò in funzione nel 1943 e nello stesso anno fu distrutto dagli stessi tedeschi in ritirata quando le truppe americane erano prossime ad occupare Foggia.”
Il punto è che da allora, nulla è stato fatto non solo per bonificare il sito ma anche per capire se i ruderi possano rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Gentile ha trovato presso l’Archivio di Stato di Foggia un interessante carteggio che risale al 1948, e contiene una corrispondenza tra il Prefetto dell’epoca e il Ministero della difesa.
“Il Prefetto – racconta Gentile – chiese l’autorizzazione di poter bonificare il sito utilizzando il personale che lavorava nella fabbrica, tra i documenti c’è anche l’elenco con le generalità delle persone che voleva impiegare. Il ministero rispose che i lavori di bonifica e sgombero macerie e materiali degli ex impianti di aggressivi chimici di Foggia, non possono essere eseguiti che da personale specializzato, in quanto il personale stesso, durante il lavoro, deve essere munito di maschere antigas, guanti e indumenti protettivi, dato che esistono ancora sotto le macerie apparecchi contenenti quantità considerevoli di iprite e di fosgene.”
Dalla risposta del Ministro della Difesa, che all’epoca era Randolfo Pacciardi, si capisce che secondo il ministero la bonifica era necessaria.
Gentile esprime così il timore che “a distanza di più di 70 anni, sotto quelle macerie ci possano essere ancora contenitori contenenti il materiale per uso bellico che produceva armi oggi vietate dalla convenzione sulle armi chimiche del 1993.”
Il Consigliere Comunale di Foggia, Vincenzo Rizzi, e il Senatore della Repubblica Italiana, Bartolomeo Pepe, hanno presentato sulla questione due interrogazioni con le quali hanno chiesto di verificare se nel sito siano ancora presenti resti di lavorazione e armamenti pericolosi per la salute, e in caso di riscontro positivo provvedere alla bonifica.
“Ad oggi – conclude Gentile – non mi risulta che ci siano state delle risposte dai ministeri interessati dal Senatore Pepe e dal Sindaco interessato dal Consigliere Comunale Rizzi.
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