Foggia corre il rischio di perdere una parte importante dei documenti custoditi dall’Archivio di Stato, uno dei più antichi e importanti del Mezzogiorno. A lanciare l’allarme è Saverio Russo, presidente della Fondazione Banca del Monte, docente all’Università di Foggia, dove ha diretto il Dipartimento di Studi Umanistici.
Il pericolo che i documenti vengano trasferiti si legge tra le righe del piano di razionalizzazione delle sedi del Ministero dei Beni Culturali, che prevede una drastica riduzione delle spese per i fitti passivi e il concentramento dei materiali attualmente custoditi nelle sedi da chiudere, in un Polo archivistico di deposito che sta sorgendo in una caserma dismessa di Monopoli.
La sede che verrebbe tagliata, a Foggia, è quella di viale Europa dove sono custoditi importanti fondi archivistici come il catasto dei terreni, i protocolli notarili della seconda metà dell’Ottocento, i documenti dell’amministrazione finanziaria preunitaria, della Prefettura e dello stato civile postunitario. Materia prima di straordinaria importanza per gli studiosi che il piano ministeriale prevede vengano trasferiti a Monopoli.
“Prima che intervengano per queste carte le disposizioni ministeriali di trasferimento in una città lontanissima come Monopoli – ha detto il prof. Russo alla Gazzetta del Mezzogiorno – occorre cerare urgentemente soluzioni in primo luogo a Foggia, con il comodato di locali adeguati da parte di un Ente pubblico, Comune o Provincia. Con il trasferimento a 180 chilometri da Foggia di quei fondi archivistici, la consultazione diventerebbe impossibile per studiosi e laureandi (con un pesante danno per la ricerca e per la cultura in generale, n.d.r.). Riusciremo almeno questa volta a muoverci prima che sia troppo tardi?”
Tra le sedi che potrebbero finire sotto la scure della spending review ministeriale c’è anche la sezione dell’archivio di Stato di Lucera, la più antica d’Italia, che custodisce documenti di straordinaria importanza: ma qui pare che siano in corso contatti con l’amministrazione comunale, che si sta muovendo per salvaguardare la permanenza nella cittadina aveva di un patrimonio così importante.
Speriamo che anche a Foggia si faccia qualcosa. Visti i rischi che stanno correndo le strutture culturali della Provincia (la Biblioteca di viale Michelangelo, i tre musei, la Galleria d’arte Moderna e Contemporanea, il Teatro del Fuoco e l’Oda Teatro), con la riforma degli enti intermedi, lo spettro della desertificazione culturale sta diventando, per il capoluogo dauno, sempre più incombente.
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