Bisognerebbe farlo vedere nelle scuole. Nei cinematografi. Nei bar e nei pub. Nelle televisioni private e nella sale cinematografiche. Bisognerebbe farlo vedere dappertutto, l’omaggio a Foggia di Michele Sepalone. Per far ritrovare a tutti i concittadini l’orgoglio di essere foggiani. Perché una città si ama se si percepisce la sua bellezza.
Foggia non è una città bellissima, e su Lettere Meridiane ne abbiamo parlato spesso. La sua bellezza è spesso riposta, se non nascosta. A volte sta soltanto nella luce. Altre volte sta nei dettagli. Nei particolari. Sepalone ha il merito di coglierli e raccontarli tutti.
I love Foggia sembrerebbe sulle prime un titolo campanilistico, invece Michele professa il suo amore per la città che ci ha dato i natali sul filo forse più complicato: svelando, attraverso le immagini, senza effetti speciali, la bellezza che tutti i giorni ci circonda, ma di cui siamo immemori. Una bellezza che a volte affiora perfino da quella che convenzionalmente viene intesa come bruttezza: in una buca sulla strada, che ha però la forma di cuore. A trasformare il brutto in bello, è appunto la poesia.
Sepaloneriesce sempre ad emozionarsi, dietro la macchina fotografica, e a trasmettere quell’emozione nei suoi scatti. La bellezza ritrovata della città passa per i suoi angoli meno noti, ma anche in certi dettagli che ogni giorno ci circondano e che “vediamo senza guardare.”
Avvertenza per l’uso: I love Foggia è contagioso. Visione sconsigliata a quanti pensano che Foggia sia irrimediabilmente brutta. Anzi no, la suggeriamo anche a loro: chissà che tra le cento foto che Michele infila in una sequenza che parla non solo agli occhi ma anche al cuore, non trovino occasioni per stupirsi e dire: “Ma quanto è bella, Foggia.”
Ecco il video di Michele Sepalone. Guardatelo. Amatelo. Condividetelo.
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Sfidando l'invito di Geppe Inserra a "non" guardare questo (bellissimo) quadro d'insieme realizzato dall'ottimo Michele Sepalone, ho potuto apprezzare, ancora una volta, la bravura dell'artista nel cogliere dettagli che appaiono distanti dall'osservatore distratto o negligente. Ho ammirato aspetti, angoli o semplicemente sguardi intimi colti da Sepalone che ci restituiscono la città che lui ama, Foggia, emergere per una decina di minuti dalla mediocrità quotidiana. Spiccano i colori, le sfumature, ci fa sentire tutti più buoni, come a Natale.
Ma, caro Geppe, da quando delle belle foto coincidono con una bella città?
Sotto la candida neve, appena sciolta al sole, resta l'indecenza di strade malfatte e mai rifatte (e solo rattopate); di fianco al bellissimo dettaglio di un palazzo c'è la vergogna di rifiuti abbandonati; qualche metro oltre i calciatori giubilanti in campo ci sono centinaia di codardi che fanno dello sport un pretesto per esibire fascisticamente la loro fede; a pochi centimetri dalla bellezza di una statua ci sono decine di auto che ignorano i diritti dei più deboli (diversamente abili e bimbi nelle carrozzine)…
Nonostante l'amore (più che comprensibile e giustificato) di Michele Sepalone, e di altri come lui, per la nostra città, c'è una realtà fattuale e apodittica: Foggia è brutta per colpa di amministratori incapaci, per colpa di cittadini egoisti e insensibili, per assenza quasi totale di una classe (quella che abbiamo sempre chiamato 'borghesia illuminata') che una volta c'era e, tra tante colpe, almeno qualcosa lasciava a questa città.
Oggi non solo quella borghesia non c'è più (ce lo ha ricordato, mestamente, Saverio Russo) ma quelli che asseriscono di appartenervi non fanno altro che spogliare, distruggere, impoverire questa città.
Nonostante le splendide foto di Michele Sepalone.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)