Per il Gargano colpito dalla disastrosa alluvione di
settembre, è scattato il conto alla rovescia. La stagione turistica 2015 si
approssima, e la ricostruzione è ancora tutta di là da venire. Con il rischio,
che sta diventando sempre più concreto, che al danno si aggiunga la beffa.
settembre, è scattato il conto alla rovescia. La stagione turistica 2015 si
approssima, e la ricostruzione è ancora tutta di là da venire. Con il rischio,
che sta diventando sempre più concreto, che al danno si aggiunga la beffa.
Le
fotografie inviate a Lettere Meridiane dall’amica Silvana Silva appartengono ad
un album pubblicato su facebook da Pietro Carnevale, con l’emblematico titolo I
danni dell’alluvione continuano.
fotografie inviate a Lettere Meridiane dall’amica Silvana Silva appartengono ad
un album pubblicato su facebook da Pietro Carnevale, con l’emblematico titolo I
danni dell’alluvione continuano.
La ritardata messa in sicurezza dei siti, infatti, non solo
allunga i tempi della normalizzazione, ma potrebbe produrre ulteriori danni,
aggravando il già drammatico bilancio del disastro. L’ampio servizio
fotografico riguarda il sito in località Guardiola, tra Ripa e Pantanello a
Rodi Garganico, utilizzato per quello che doveva essere lo “stoccaggio
provvisorio” di terreno, fango, detriti rimossi dalle zone colpite dall’alluvione.
allunga i tempi della normalizzazione, ma potrebbe produrre ulteriori danni,
aggravando il già drammatico bilancio del disastro. L’ampio servizio
fotografico riguarda il sito in località Guardiola, tra Ripa e Pantanello a
Rodi Garganico, utilizzato per quello che doveva essere lo “stoccaggio
provvisorio” di terreno, fango, detriti rimossi dalle zone colpite dall’alluvione.
“Le foto parlano chiaro – rileva Carnevale – . Disastro su
disastro. Il mare in quella zona è ancora di colore marrone per il terreno
riversato dal vicino torrente Romondato e le spiagge e battigie ricolme di
rifiuti di ogni genere.” Il problema è che il mare ha restituito al litorale
buona parte dei detriti sversati dalla piena del torrente, vanificando parzialmente
le operazioni di bonifica. “La situazione – scrive ancora Carnevale – si aggrava sempre più ad
ogni mareggiata che erode ed inghiotte i cumuli di detriti.
E la
cosa che inorridisce di più è che qualcuno ha pensato bene di spingere,
con ruspe, quel materiale verso il mare, come si evince da alcuni
fotogrammi nei quali si vedono le tracce del mezzo meccanico.”
disastro. Il mare in quella zona è ancora di colore marrone per il terreno
riversato dal vicino torrente Romondato e le spiagge e battigie ricolme di
rifiuti di ogni genere.” Il problema è che il mare ha restituito al litorale
buona parte dei detriti sversati dalla piena del torrente, vanificando parzialmente
le operazioni di bonifica. “La situazione – scrive ancora Carnevale – si aggrava sempre più ad
ogni mareggiata che erode ed inghiotte i cumuli di detriti.
E la
cosa che inorridisce di più è che qualcuno ha pensato bene di spingere,
con ruspe, quel materiale verso il mare, come si evince da alcuni
fotogrammi nei quali si vedono le tracce del mezzo meccanico.”
E non è tutto. La cosa che maggiormente preoccupa è il ritardo con cui si sta procedendo nel cantierizzare gli interventi per la bonifica e la ricostruzione.
A Rodi è ancora tutto
come a settembre, almeno per quanto riguarda gli interventi pubblici. La
rimozione del materiale nel sito di stoccaggio provvisorio non è avvenuta e i
cittadini cominciano a temere che possa non avvenire mai. La zona del porto,
nei pressi della caserma della Guardia di Finanza, dove i detriti hanno rotto
la strada sopra il canalone è ancora tutta uno scavo a cielo aperto. Quel che è
stato fatto finora è stato fatto soltanto dai privati.
come a settembre, almeno per quanto riguarda gli interventi pubblici. La
rimozione del materiale nel sito di stoccaggio provvisorio non è avvenuta e i
cittadini cominciano a temere che possa non avvenire mai. La zona del porto,
nei pressi della caserma della Guardia di Finanza, dove i detriti hanno rotto
la strada sopra il canalone è ancora tutta uno scavo a cielo aperto. Quel che è
stato fatto finora è stato fatto soltanto dai privati.
Intanto, si avvicina la stagione turistica 2015: ai problemi
di sempre si aggiungono quelli provocati dai ritardi con cui stanno procedendo
gli interventi per la ricostruzione. C’è veramente poco di che stare allegri.
di sempre si aggiungono quelli provocati dai ritardi con cui stanno procedendo
gli interventi per la ricostruzione. C’è veramente poco di che stare allegri.
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