Sono sempre più convinto che la discussione attorno al Gino Lisa e al suo futuro rappresenti una delle rare espressioni dell’opinione pubblica foggiana, altrove, e su altri temi, rarefatta se non proprio latitante.
Lo conferma il confronto scaturito dalla intelligente e sotto taluni aspetti provocatoria riflessione di Leonardo Ferrante, giornalista foggiano e referente scientifico nazionale di Riparte Il Futuro, che ha suscitato molte risposte, e tutte di spessore.
Personalmente sono d’accordo in parte con quanto sostiene Ferrante. Condivido assolutamente la tesi sulla centralità – che è purtroppo una centralità smarrita – dell’agroalimentare in Capitanata. Poteva e doveva essere il comparto trainante dell’economia provinciale, ma così non è stato.
Condivido in tutto e per tutto anche la tesi che la risorsa di futuro fondamentale è la legalità, in un territorio che è stato depredato proprio dall’illegalità diffusa, eretta a sistema.
Mi sembra che Leonardo denunci, pur senza dirlo apertamente, il rischio che l’enfasi con cui da parte dell’opinione pubblica si guarda al nodo dell’aeroporto Lisa, possa trasformare la questione in un totem. Ed è evidente che, quand’anche riprendano i voli, quand’anche la pista venga finalmente allungata, tantissimi altri problemi che riguardano l’economia e la società resterebbero tali e quali.
Ma tutto ciò non può portare alla conclusione che sarebbe opportuno disinteressarsi dell’aeroporto e delle sue sorti, che restano un tassello non trascurabile del più ampio e generale mosaico che riguarda il futuro del territorio, anche per quanto riguarda il rilancio del comparto agroalimentare che potrebbe ricevere nuova linfa da un aeroporto funzionale e funzionante.
La lettura del ricco confronto originato dal post di Ferrante lancia un altro interrogativo: perché tanta ricchezza dialettica, perché questa opinione pubblica seppure sfaccettata e non univoca, non riescono a incidere, a produrre risultati concreti?
C’è un limite intrinseco nel pure ricco e articolato dibattito sull’aeroporto, ed è quello di non riuscire a produrre una sintesi. Come dire, si resta ciascuno sulla propria posizione, e questo – che è purtroppo un vizio radicato a Foggia – non giova alla causa. Anzi, non giova a nessuna causa.
L’altro limite è dato dalla distanza tra l’opinione pubblica e la classe politica e dirigente. Si deve soltanto alla tenacia dei cosiddetti fanatici di Facebook, dei gruppi del social network, del Comitato Vola Gino Lisa e dell’Associazione Mondo Gino Lisa, se si discute ancora dell’aeroporto, se anche su questa questione non è calato il sipario com’è invece successo per altri nodi nevralgici che riguardavano il futuro del territorio: per esempio, quell’authority per la sicurezza alimentare, che avrebbe potuto rappresentare un eccellente strumento di sviluppo per il comparto agro-alimentare e di tutela della legalità…
Per questo è importante continuare a discutere, non stancarsi di riflettere. Ecco gli interventi.
Geppe Inserra
Ivan Cincione
Il massimo rispetto Leonardo Ferrante ma trovo la sua analisi francamente incoerente. Il Lisa è il paradigma di uno sviluppo infrastrutturale del settore trasporto carente che se non colmato inficia ogni possibile proposta di valorizzazione dell’agroalimentare. E’ piuttosto ingenuo separare la presenza di infrastrutture di trasporto dallo sviluppo di qualsiasi settore.
Leonardo Ferrante
Non vedo il nesso tra le strutture utili all’agroalimentare e un aeroporto. Così come: quando costruisci una casa, cominci dalle fondamenta o dalle piante in giardino?
Se il Lisa servirà, lo sapremo solamente quando esisteranno le condizioni reali.
Antonio del Vecchio
Condivido il ragionamento del collega Ferrante e le osservazioni fatte sull’argomento da Geppe Inserra. Sta proprio nella “legalità” il nocciolo del problema sul mancato o ritardato sviluppo di Foggia e della sua provincia che ha immense risorse da incanalare e da valorizzare nella direzione giusta, come l’agro-alimentare. Altro che Gino Lisa! Basti pensare al grano duro e alle sue paste, considerate le migliori del mondo Per esempio sul Gargano vi sono gli allevamenti delle mucche podoliche che fruttano il caciocavallo, ritenuto fin dai tempi di Padre M. Manicone uno dei formaggi più gustosi dello Stivale, meglio di quello emiliano. Ed è qui che bisogna lavorare per trasformare le menti e i comportamenti di chi opera, facendo loro capire, in primis, che il mestiere che fanno è nobile e che può diventare una fonte di ricchezza per sé e gli altri.
Ivan Cincione
Allora se non vede il nesso è inutile parlare e scrivere … mancano i presupposti. Mi sembra un incontro tra sordi …laddove uno dice aeroporto l’altro risponde legalità. Forse troppo influenzato e concettualmente intriso del ruolo di referente scientifico nazionale della campagna anticorruzione … nei fatti una inutile gara di priorità .. insomma la solita guerra ai mulini a vento … bisognerebbe invece lavorare non per primati solitari ma per equilibri di priorità concorrenti e parimenti importanti da perseguire……insomma in definitiva un modo decisamente molto, troppo limitante di pensare . Per le condizioni reali del Lisa bisogna lavorare come si sta facendo e non sperare che arrivino dal cielo. Ps: per intenderci il Lisa sono le fondamenta della casa e sa perché ? Perché se si attivano e si sviluppano collegamenti di export fuori italia di derrate agro-alimentari trasformate ma soprattutto da trasformarsi, i.e. come decanta Antonio del Vecchio, per solidarietà professionale, ” il caciocavallo, ritenuto fin dai tempi di Padre M. Manicone uno dei formaggi più gustosi dello Stivale, meglio di quello emiliano” come pensa che giunga il caciocavallo alias le merci entro 24 H o meno?
Girolamo Arciuolo
Sul tema mi sono già espresso e non insisto. Rilevo però una costante. L’approccio dipende molto dalla prospettiva più o meno “divergente”, più o meno “periferica”.
Vincenzo Concilio
Semplicemente disarmante, Ferrante. Se a Bari avessero ragionato come Lei, oggi la città non avrebbe l’aeroporto che si ritrova e magari i baresi non si sarebbero impegnati nel bloccare ad ogni costo l’affermazione del nostro. Non riesco a capire come si possa affermare che la pista del Gino Lisa, contribuisca alla cementificazione del territorio… Certo la superficie dell’intero aeroporto potrà essere di una ventina di ettari ma, di aeroporto ne abbiamo uno mentre di campi occupati da pannelli solari… Eppoi, come si fa a vantare la vocazione turistica del territorio se manca l’aeroporto che è invece indispensabile al suo sviluppo. E le “ingenti risorse da monitorare”? Ingenti saranno gli investimenti fatti su Bari per oltre 300 milioni e non quelli su Foggia che saranno stati una ventina, meno del 10%. O a Brindisi, quasi 200. Se accettassimo questa teoria, non investiremmo in nessun settore. Fortunatamente abbiamo altri pensieri. Ancora: “… l’agroalimentare. Fatichiamo a raccogliere quell’innovazione del settore che altrove genera ricchezza e turismo”. E’ un discorso tiramolla perché da una parte chiede lo sviluppo di uno o più settori come agroalimentare e turismo e dall’altro, nega la necessità di infrastrutture. “Il tavolo, … il poker”. Che c’entrano? Mica stiamo barando? Quì stiamo lottando che è cosa diversa. E le discariche? Mi sembra proprio un discorso illogico, confuso e disordinato.
Francesco Accarrino
A volte bisogna guardarle da lontano per capire le cose…
Adiconsum Foggia
Posto che tutte le infrastrutture hanno costi elevati per la collettività, ma pur sempre fonte di sviluppo e posto che l’ipotesi di un aeroporto a Borgo Mezzanone non si e’ mai realizzata, a Voi fa proprio così schifo che venga utilizzato un aeroporto già esistente da potenziare con finanziamento europeo già stanziato? Perché sarebbe meglio non averlo un aeroporto, che averlo?
Massimiliano Perrone
Sono d accordo….il Gino Lisa è situato in città e non avrà mai l autorizzazione a volare….ospedali,cliniche,centri commerciali,abitazioni civili….quindi stare qui a insistere su quell aeroporto,è come se si desse la carne in bocca al lupo….attorno a Foggia ci sono siti migliori e attrezzabilissimi per un aeroporto…Poggio Imperiale, Borgo Mezzanone, Amendola….insomma io non sono in disaccordo…..
Antonio Dembech
Concordo su tutto.
Valter Rizzi
Ancora un classico dell’inconcludenza tutta foggiana nei commenti!
Certamente non sbaglia il giornalista nella sua riflessione.. si riparte solo quando verrà annientato il potere locale corrotto e complice con quella dirigenza che ha lautamente espresso tutta la ferocia regionale barese.
Massimo Troisi insegna…
ricomincio da 3!!!!
Se a Foggia le cose non decollano….le cause non sono imputabili al territorio o alle sue infrastrutture.. ma solo all’inettitudine degli uomini…..
Cortesemente, siamo coerenti!
Daniela Marcone
Il nostro bravissimo Leonardo Ferrante!
Giovanni Rinaldi
Condivido, bravissimo Ferrante.
Nicola Lo Muzio
E già…
Rosalia Gatta
Sono pienamente d’accordo.
Cla Refound
Non stiamo dicendo di cementificare il Gargano, ma solo di allungare una pista gia esistente di 200 metri e che questo allungamento gioverebbe all’economia provinciale e non sarebbe di certo in contrasto con uno sviluppo armonico e lontano dalle mafie.
Nunzio Lops
Molte le ovvietà espresse da Leonardo Ferrante ma singolare il suo punto di vista, secondo il quale puntando a tutelare e valorizzare il territorio e le sue produzioni l’aeroporto sarebbe solo una conseguenza logica (perché è questo che dice tra le righe quando parla di contrasto alla illegalità come condizione preliminare). Ovviamente non condivido questa impostazione, per un semplice motivo: è tutto il contrario! Se in questa provincia non si investe in infrastrutture, materiali e immateriali, c’è ben poco da valorizzare. I nostri giacimenti turistici, agricoli, culturali, per essere fruiti hanno bisogno di agibilità e collegamenti efficienti. Ma lo vedete voi un turista europeo che viene sulle nostre coste, tra le splendide valli dei Monti Dauni o in visita ai nostri siti archeologici senza la possibilità di una buona connessione telefonica o internet e isolato dal mondo a causa delle difficoltà a raggiungere fisicamente il nostro territorio? E’ solo un esempio ma possiamo parlare anche delle difficoltà dei produttori agricoli a percorrere semplicemente le strade dell’entroterra, delle nostre aziende che non hanno ancora la banda larga internet, dei cittadini che hanno difficoltà ad accedere al mondo. Mi fermo solo per dire che è comunque bello poter leggere altri punti di vista. Sono fortunato ad avere facile accesso alla rete internet.
Leonardo Ferrante
Nunzio, ahimè so bene che le mie sono ovvietà, e proprio per quello mi chiedo come sia possibile non perseguirle. Al tempo stesso, dice bene delle infrastrutture, ma che attengano a un piano di sviluppo organico, che non vedo e che potrebbe avere, a meta, un aeroporto. Il turista europeo, se decidesse di venire a Foggia, non ha problemi a muoversi da aeroporti poco lontani, affittando mezzi o quant’altro. Internet infatti è una cosa, un aeroporto è tutt’altra.
Gillian Wilson
Foggia come meta turistica non esiste…è il pappone del bellissimo Gargano. Una Citta` che permette i cani randagi nella Stazione e i viali principali occupati da vagabondi non merita considerazione
Pasquale Detto Lino d’Onofrio
Aeroporti poco distanti? Quali? I più vicini sono Pescara e Bari a due ore di auto.
Vincenzo D’Errico
Leonardo Ferrante attento: percorri sentieri impervi. Guai a manifestare perplessità sul Gino Lisa. La maggioranza dei foggiani vuole la riattivazione dei voli, punto e basta. E qualsiasi obiezione, o riflessione, viene presa come lesa maestà, come mancanza di reale attenzione al territorio.
Marco Carella
Perché mette insieme aeroporto e cementificazione? lo sviluppo dell’agroalimentare può esserci solo senza aeroporto? e le discariche? è ovvio che c’è tanto da fare, intanto, i soldi (14 milioni di euro) stanziati per allungare la pista, è giusto che vengano spesi e bene!
Nunzio Lops
Leonardo Ferrante, per chi mi conosce sa che non ho scritto la parola “ovvietà” in tono offensivo ma solo per sottolineare che la sua analisi parte da fatti che dovrebbero essere conosciuti da tutti Nel merito voglio precisare che non sono di quelli che vuole a tutti i costi l’aeroporto. Credo anch’io che occorra, come dice lei, un “piano di sviluppo organico”, ma, aggiungerei, che contempli ogni sforzo di ammodernamento per avvicinare sul piano tecnologico e delle infrastrutture la Capitanata al resto del mondo. Riguardo al turista che arriva in Puglia, non concordo sul fatto che non abbia problemi a raggiungere i Monti Dauni o la costa garganica con facilità. Resta, infine, la considerazione che l’aeroporto non serve solo al turismo.
Carmine Villani
Ma il Signor Ferrante sa almeno che nella tratta Lesina Termoli abbiamo il binario unico, ma di cosa parliamo, ma se la linea adriatica è stata abbandonata in favore della tirrenica!!!
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