Raffaele De Seneen e Romeo Brescia regalano agli appassionati della storia di Foggia un altro bel pezzo di memoria, raccontato dalla viva voce dei protagonisti: la seconda guerra mondiale e l’occupazione americana, ma da una location insolita e per fortuna risparmiata dai bombardamenti che rasero al suolo la città: quella di Borgo Incoronata e del vicino bosco.
Protagonisti del filmato sono Alfredo e Luciano Ciavarella, nati rispettivamente nel 1928 e nel 1932, componenti di una famiglia di coloni della borgata, che negli anni del conflitto bellico muoveva i suoi primi passi, dopo essere stata fondata nell’ambito dell’appoderamento del Tavoliere voluto dal fascismo.
Luciano racconta un episodio poco noto della seconda guerra mondiale, di cui è stato testimone oculare: l’ultimo scontro armato tra truppe tedesche e gli alleati, poco prima prima che questi arrivassero a Foggia. L’anziano contadino, molto lucido, ricorda che i soldati tedeschi si mimetizzavano tra gli alberi del bosco, quando arrivarono i caccia inglesi che aprirono il fuoco, mitragliandoli e venendo ostacolati da un violento fuoco di sbarramento antiaereo. Lo scontro si risolse ben presto a favore degli Alleati. I Tedeschi si dettero alla fuga e poco dopo, da Orta Nova, giunsero le truppe alleate, comandate dagli inglesi.
La memoria dei fratelli Ciavarella è viva, e il loro racconto accattivante: “un vissuto intenso da cui hanno tratto la forza e l’insegnamento per risalire dal baratro in cui la guerra aveva fatto sprofondare il nostro paese” annota Raffaele De Seneen.
Mentre Luciano trova la forza di cantare con la sua bella voce una canzone napoletana, ricordando le feste nel bosco, che vedevano gli americani ballare con le donne foggiane, Alfredo, che all’epoca aveva 14 anni, ricorda quando vide i negri per la prima volta alla guida dei trattori utilizzati per spinare le strade dalle macerie lasciate dai bombardamenti.
“Lo spavento che ho preso… perché quando c’era il fascismo ci dicevano che i negri ci avrebbero mangiati arrosto con il peperoncino.” Alla paura sopraggiunge la sorpresa, quando Alfredo si accorge che i negri parlano il napoletano…. e conclude: “ma allora sono come noi.”
Tocca ad Lafredo raccontare l’episodio che dà il titolo al cortometraggio, One melon one socks (Un melone per un paio di calze). Maturano nel suo campo i meloni, e lui pensa bene di offrirli agli americani. Questi li assaggiano e ne restano conquistati, barattandoli con diverse paia di calze di lana, di ottima fattura. Alfredo li porta a casa sua, per la gioia della madre che doveva lavorare duro per confezionare le calze per la famiglia. Tutto sommato Alfredo Ciavarella conserva un buon ricordo di quel periodo: “ci davano le caramelle, e ci insegnavano a tirare di boxe. Quando sono arrivati gli americano abbiamo capito che quel mondo era molto meglio del nostro.”
Un bel cortometraggio davvero. Guardatelo, amatelo, condividetelo.
Il sito di Raffaele De Seneen e Romeo Brescia, in cui si trovano anche testi, fotografie e altri interessanti documenti, è intitolato Foggia Racconta. Qui, invece, il loro canale You Tube.
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Bellissimo, commovente, lucido.
Grande De Seneen e bravo Geppe a riproporlo in LM.
Il racconto è così circostanziato che rende giustizia di tante imprecisioni che tuttora leggo su libri di storia locale e siti web dedicati a quel tragico periodo.
Bellissimo il passaggio sulla considerazione che il Fascismo aveva degli uomini di colore diverso dalla pelle bianca.
La storia va coltivata sempre, come un prezioso scrigno da aprire con calma e sicurezza in qualunque momento, certi di trovarvi gli elementi per conoscere, capire e interpretare il mondo, le persone e il loro tempo.
Maurizio De Tullio