Giuseppe Potenza, avvocato e presidente provinciale dell’associazione consumatori Adiconsum, ha accolto l’invito di Lettere Meridiane a spiegare le ragioni pro Gino Lisa (anziché Amendola). L’invito era stato rivolto ad entrambi i contendenti, dopo il vivace confronto tra lo stesso Potenza e l’on. Salvatore Tatarella, che si era invece schierato a favore della ipotesi di utilizzare la pista dell’aeroporto militare di Amendola.
Il contributo dell’avv. Potenza alla discussione è di largo respiro. Non affronta soltanto le questioni che più strettamente riguardano l’aeroporto di Foggia, ma estende le sguardo ai più complessivi e generali problemi dello sviluppo della Capitanata. L’auspicio mio e di Lettere Meridiane è che il confronto possa proseguire su questo tono alto. Ecco quanto ha scritto l’avv. Potenza che ringrazio sentitamente per la qualità del suo intervento.
Io sono figlio di
questa terra.
Bologna, per frequentare la Facoltà di Giurisprudenza.
realizzazione di piani strutturali ed infrastrutturali, la grande progettualità
messa in campo per favorire il benessere socio-economico della popolazione.
Scuola di specializzazione ed anche nella realtà lombarda, quello che mi
impressionò maggiormente, fu la intensa presenza delle infrastrutture, non,
ovviamente, nella metropoli, ma soprattutto in città simili a Foggia, per
dimensioni e popolazione.
giocano un ruolo di primo piano per lo sviluppo di un territorio, perché contribuiscono
ad aumentare l’efficienza del sistema territoriale complessivo e creano una
rete urbana di complementarietà costituita da più centri, che possono usufruire
di strutture e servizi (fiere specializzate, unità di ricerca, università,
centri di formazione ecc.) non compatibili con la loro limitata dimensione
assoluta.
la propria area di influenza e di avviare stabili processi di
internazionalizzazione, si moltiplicano.
preciso studio delle infrastrutture esistenti nella provincia di Foggia,
comparate con quelle esistenti in altre città d’Italia.
studio ribadiva l’importanza che hanno i piani infrastrutturali (oltre che
strutturali) nel creare in un’area (urbana e non, di Capitanata e non) l’ambiente
migliore per lo sviluppo di attività economiche innovative, per la
rivitalizzazione economica di aree in declino, per il mantenimento di tessuti
produttivi già consolidati.
dell’ambiente, nelle sue componenti infrastrutturali, organizzative e di
qualità della vita, che determina il grado di competitività di un territorio.
esistenti nella provincia di Foggia, all’epoca, teneva conto della esistenza e
dell’operatività dell’aeroporto civile di Foggia “Gino Lisa”.
sostiene ancora oggi (v. studio Unioncamere del 2014), che la presenza degli
aeroporti c.d. “minori” ed il loro inserimento nella rete nazionale avesse la
funzione di evitare l’aumento del gap tra le diverse regioni d’Italia, tipico
del nostro Paese.
adesso:
inferiore a 2 milioni di passeggeri), ci sarebbe uno spostamento di ricchezza
dalle aree meno sviluppate a quelle più ricche, con accentuazione del divario
economico e sociale già fortemente esistente nel nostro Stato.
progettualità ipotizzate per gli aeroporti quali quello di Foggia, a livello
nazionale, hanno poi dovuto fare i conti con la dimensione europea.
Amsterdam poneva le basi giuridiche per la formazione delle reti di trasporto
trans-europee (in acronimo TEN-T, dall’inglese Trans-European Networks –
Transport), sviluppatesi poi successivamente, in base al Trattato di
Maastricht.
unico: sono queste le funzioni del sistema infrastrutturale dei trasporti
dell’U.E.
aeroporto “Gino Lisa” di Foggia, a norma del regolamento sugli orientamenti
dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, risulta
inserito nella «rete globale» TEN-T dell’Unione Europea.
metodologia obiettiva, oltre che sulle informazioni fornite alla Commissione
dagli Stati membri e si fonda sui dati convalidati da EUROSTAT.
EUROPEE, che hanno il gravoso compito di garantire l’interconnessione e
l’interoperabilità delle reti nazionali, ma, soprattutto, nessuno ha mai messo
in discussione il fatto che la rete aeroportuale transeuropea, così come oggi
tracciata, Gino Lisa compreso, sia un importantissimo elemento di crescita
economica e occupazionale dell’Unione e dei singoli Stati membri.
esattamente di fronte a due (5 e 8) dei dieci corridoi chiamati un tempo
“paneuropei”, cioè si trovi proprio all’ingresso delle vie di comunicazione
dell’Europa centrale e orientale, il cui potenziamento è tutt’oggi riconosciuto
strategico in ambito europeo.
nazionale, regionale, provinciale e comunale, né alcun singolo individuo,
neanche tra i più acerrimi detrattori del “Gino Lisa”, che abbia contestato (o
semplicemente osato sussurrare qualcosa contro) l’inserimento dell’ aeroporto
civile di Foggia in un asse ritenuto “d’interesse primario” per lo sviluppo
economico dell’Unione Europea.
l’ aeroporto civile di Foggia oggi fa parte di un “asse d’interesse primario”
per il trasporto aereo europeo.
anche ex parlamentare, che definisca, come pure è stato fatto, in maniera
sprezzante e senza approfondimento, un aeroporto del suo territorio, inserito
in un asse di interesse primario, (tracciato con la nota severità ed
intransigenza dagli organismi europei), come di interesse poco più che
“condominiale”?
dimostrano che la chiusura degli aeroporti c.d. “minori”, considerando
l’attrattività turistica della nostra Nazione, mette in grave rischio una parte
dell’ammontare delle entrate derivanti da questo settore (che, ad oggi, sarebbe
pari ad oltre 1 miliardo e 450 milioni di euro – studio Unioncamere 2014).
aver avuto l’onore e l’onere di presiedere un’Associazione ONLUS, a mio avviso
benemerita, composta da cittadini della provincia di Foggia, che, a titolo
assolutamente volontario, dedicano il loro tempo libero alla tutela dei
consumatori e degli utenti e, quindi, anche alla tutela dei passeggeri del
trasporto aereo, e, considerando che un seggio del Consiglio della Camera di
Commercio di Foggia spetta proprio ai rappresentanti dei consumatori, ho avuto
modo di conoscere il Presidente della CCIAA di Foggia, Dott. Fabio Porreca, il
quale ha pure ha analizzato la validità di una infrastruttura aeroportuale come
quella di Foggia, anche sotto il profilo dell’attrattività dei flussi
turistici.
Puglia, come numero di arrivi turistici e nettamente prima per numero di
presenze turistiche (oltre 2 milioni di presenze nel 2012);
destinazioni del turismo religioso più importanti del mondo;
seriale dell’Unesco.
vicino): 2 ore e 20 minuti.
altri aeroporti cc.dd. “minori”) :
numero residenti e flussi turistici nelle diverse provincie:
ab. – arrivi 559.428, presenze 1.585.882); Crotone (173.000 ab. – arrivi
118.383, presenze 1.003.893); Comiso/Ragusa (295.000 ab. – arrivi 207.033,
presenze 812.790); Taranto (580.000 ab. – arrivi 252.587, presenze 1.031.772);
Parma (413.000 ab. – arrivi 550.614, presenze 1.455.669).
una funzione di servizio per vaste ed importanti aree delle province limitrofe,
per le quali, (ben quattro), risulterebbe lo scalo aereo più vicino: Campobasso; Potenza; Benevento; Avellino.
nessuna progettualità seria e coerente per il Gino Lisa da parte degli enti
pubblici, anche in veste di azionisti unici di società aeroportuali, che sono
all’uopo deputati?
l’aeroporto civile di Foggia sia destinatario soltanto di voli charter (“mordi
e fuggi”) per Milano e (forse) per Torino senza alcuna programmazione e non
possa essere destinatario di voli di linea, che, com’ è noto, tutelano più
ampiamente il passeggero (riprotezioni, assistenza a terra e indennizzi
risarcitori)?
piano nazionale aeroportuale, dove rientrano, con tutto il rispetto ed il
piacere, gli aeroporti di Cuneo, Crotone e Ragusa?
euro, ai fini dell’allungamento della pista, (che comporterebbe abbattimenti
del costo del biglietto con l’atterraggio di aeromobili più capienti), rischi
di perdere i finanziamenti per una pratica intollerabilmente bloccata da tempo
al Ministero dell’Ambiente?
permetto di far rilevare che per la possibilità di utilizzare lo scalo di
Amendola, allo stato attuale, vi è solo uno studio di fattibilità sotto il
profilo militare riguardante la possibilità di coesistenza della funzione
militare con quella civile, sulla quale tecnicamente, ovviamente, non mi
esprimo.
Foggia e, ai fini della tutela degli utenti del trasporto aereo civile: in tale
veste temo che, essendo prevalente la funzione militare su quella civile,
potrebbe sorgere una problematica di cancellazione improvvisa dei voli e quindi
possano sorgere disagi per i passeggeri.
Foggia.
trasbordo dei passeggeri dal Gino Lisa all’Amendola.
programmazione relativi allo scalo di Amendola.
profumatamente pagato.
senza alcun corrispettivo, con la testa e, soprattutto, con il cuore.
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EPPUR SI MUOVE!
Si dice che la frase sia stata pronunciata da Galileo Galilei uscendo dal tribunale dell’Inquisizione nel 1633. Costretto all’abiura delle sue teorie astronomiche Galileo avrebbe detto ai giudici: “Con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie”.
Aggiungendo nell’atto di andarsene: “Eppur si muove”, riferendosi alla Terra che ruota attorno al Sole.
Molti secoli dopo in questa suggestiva terra di Capitanata, più niente si muove; tutto appare immoto, inerte, statico, rassegnato e disperato insieme. Appare…
E ciò che è tragico, è che tutto non sembra avere una ragione che, se pure ci fosse, sarebbe di per se impenetrabile, tanto che ci afferriamo quasi con gli occhi, a qualche simbolo interiore che ci dia fiducia.
Senonché, c'è stata l'età dei lumi, quella della centralità della ragione, e non possiamo avanzare scuse e disimpegnarci ma, dobbiamo anche interrogarci.
Come fa Potenza…: "possibile che non salti fuori nessuna progettualità seria e coerente per il Gino Lisa da parte degli enti pubblici, anche in veste di azionisti unici di società aeroportuali, che sono all’uopo deputati?".
Già, perché?
Possibile che, incluso, nella rete europea TEN-T, sia invece escluso dal piano nazionale aeroportuale, dove rientrano, con tutto il rispetto ed il piacere, gli aeroporti di Cuneo, Crotone e Ragusa?
Già, perché?
Possibile che il Gino Lisa, destinatario di fondi FAS per 14 milioni di euro, ai fini dell’allungamento della pista, (che comporterebbe abbattimenti del costo del biglietto con l’atterraggio di aeromobili più capienti), rischi di perdere i finanziamenti per una pratica intollerabilmente bloccata da tempo al Ministero dell’Ambiente?
Già, perché?
E la sua risposta ha carattere morale: "Io credo di no. Non è giusto", a indicare la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l'uomo agisce.
Potremmo aggiungere ulteriori interrogativi: "Come mai del totale dei 520 milioni di Euro, investiti dal 2000 nelle strutture aeroportuali regionali, Foggia ne ha ricevuti 20 soltanto?
Già, perché?
Credo tuttavia che sia giunto il momento di abbandonare la rassegnazione che si evidenzia nel giudizio morale e, passare all'azione, svestendosi innanzitutto dell'abito del colonizzato. Già perché tali siamo diventati anche se con l'inversione geografica da Sud a Nord, dove il colonizzatore pur stando a Sud, teoricamente più in basso, ci costringe con la sua superiorità conquistata con l'inganno e la frode, in una definitiva posizione di manifesta inferiorità cosicché, come in ogni processo di colonizzazione, negli intenti del colonizzatore, la nostra sottomissione essere totale e totalizzante per cui, l'opera di incivilimento da parte sua diventa un obbligo e per noi una necessità.
Questa resa è diventata tale anche nel nostro linguaggio…
"Noi non pretendiamo di avere il 25% dei 520 milioni di Euro, un quarto per aeroporto (quasi a sottolineare che ce ne guarderemmo bene ma, almeno i 14 milioni di Euro per l'allungamento della pista".
Come? Ragioniamo invece in un altro modo. Noi vogliamo che gli investimenti seguano una strada non più orientata dal più forte ma, indirizzata dalle necessità. Inoltre, chi ha già molto avuto, rinuncia ad ulteriori richieste e dimostra, camminando sulle proprie gambe, che quanto investito in precedenza a suo favore, sta producendo degli ottimi risultati.
Quanto meno dovremmo poter ricevere investimenti in proporzione al numero degli abitanti, il 16% di 520 milioni di Euro che fanno 84 milioni di Euro.
E se proprio non ci riusciamo, è inutile continuare a perdere il nostro tempo.
Sottraiamo a questa regione matrigna, popolazione, territorio e investimenti con un semplice referendum per l'uscita dalla Capitanata dalla Regione Puglia e la sua integrazione nella Regione Molise. Lo consente la Costituzione!