Esattamente un mese fa, una bomba d’acqua senza precedenti, valutata dagli esperti come un’emergenza che può verificarsi una volta ogni due secoli, sconvolgeva il Gargano, provocando una gravissima alluvione, con due vittime e danni per centinaia di milioni di euro.
Fino a qualche giorno prima, su Lettere Meridiane c’era stata un’appassionata discussione sulla cultura del promontorio, sulla sua identità ancora salda e forte, e sui mille problemi che comunque l’angustiano, a partire da un turismo sempre meno competitivo, tanto da essere stato sorpassato, in termini di arrivi e di presenze, dal Salento.
Avevamo sottolineato come al fenomeno sempre più commerciale (e per molti versi autoreferenziale) della pizzica salentina, si contrapponesse l’orgoglio di un’identità garganica sempre più consapevole, scandita da un paio di geniali intuizioni del Carpino Folk Festival che nel corso degli anni ha abbinato alla valorizzazione della musica popolare del Gargano, la promozione dei valori di quello che il poeta paesologo Franco Arminio definirebbe l’arcaico: lo stile di vita podolico, l’idea del Gargano spiritus mundi.
Il 7 agosto scorso, precisamente un mese prima dell’alluvione, proprio il Carpino Folk Festival aveva ospitato una serata straordinaria, di quelle che segnano il punto di non ritorno, che determinano quel cambio di marcia, dopo il quale niente sarà più come prima.
Nella piazzetta San Nicola, a Carpino, un immenso Gino Annolfi aveva parlato dello Spiritus Mundi inteso quale grande memoria che canta ciò che è passato, o che è, o che sarà. Per la verità, il tema della conferenza era più convenzionale: La comunità agro-pastorale tra riti collettivi, scarsità di risorse e cooperazione. Lo svolgimento è stato memorabile.
Gino Annolfi è uno dei più grandi intellettuali della provincia di Foggia. Schivo di indole e natura, ama poco le passerelle e i riti della cultura mondana. Ma quella sera, a largo San Nicola, non c’era la cultura mondana: c’era lo spiritus mundi che cominciava a prender forma. La sua è un’autentica lectio magistralis, che in alcuni tratti assume le forme di un poema epico. È qualcosa di monumentale.
Per gentile concessione del direttore artistico del Carpino Folk Festival, Luciano Castelluccia, Lettere Meridiane pubblica l’intervento di Annolfi (potete scaricarlo cliccando qui).
Non potrebbe esserci una occasione più significativa della data odierna: due mesi dopo dalla serata di Carpino, un mese dopo la tragica alluvione.
Il futuro del Gargano, atteso da una delicata e difficile ricostruzione, sarà tanto migliore quanto più a ispirarlo e a guidarlo sarà lo spiritus mundi evocato da Annolfi che a un certo punto della sua relazione cita un proverbio indiano del Quebec: I genitori danno due cose ai figli: le radici e le ali.
Il Carpino Folk Festival sta aiutando il Gargano a recuperare le sue radici, oggi sconvolte dal fango e dalla macerie. Lo spiritus mundi gli darà le ali.
Vola Gargano, vola.
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